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Cronache

Carabinieri sub recuperano carrozzina speciale per disabili sott’acqua e la restituiscono alla proprietaria

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Mentre faceva il bagno a mare seduta su una speciale sedia a rotelle adatta a camminare sulla sabbia, Maria Grazia Di Celle, giovane psicologa affetta da una grave patologia, perdeva il controllo del mezzo che si inabissava nelle acque antistanti un noto stabilimento balneare di Soverayo, in Calabria. La dottoressa prontamente riusciva a sganciarsi e a mettersi in salvo. Era il 12 agosto scorso: da allora la giovane non era più riuscita a fare un bagno in mare. Questa vicenda ha commosso l’intera comunità della cittadina balneare ed ha trovato un lieto fine quando, nove giorni dopo l’incidente, un carabiniere, libero dal servizio ed esperto subacqueo, ha riunito un gruppo di subacquei tecnici volontari, che nel corso di una complessa operazione di ricerca e recupero svolta in un’immersione che ha sfiorato la profondità di 80 metri, hanno rinvenuto il prezioso presidio sanitario. I giorni trascorsi dall’inabissamento della carrozzina sono serviti all’equipe di subacquei per la pianificazione e la predisposizione delle miscele respiratorie usate nell’immersione. Grazie ai palloni di sollevamento utilizzati per riportarla in superficie dalla profondità di circa 65 metri, la sedia è emersa a una distanza di 80 metri dalla battigia tra lo stupore e l’emozione dei numerosissimi bagnanti che si sono lasciati andare ad un lungo applauso.

Il recupero della carrozzina, parla il luogotenente Morello

A compiere il gesto un affiatato gruppo di subacquei tecnici, coordinati nell’occasione dal Luogotenente dei Carabinieri Luigi MORELLO, Comandante della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Soverato, il quale libero dal servizio, ha promosso la delicata operazione di ricerca. La passione per il mare e la grande esperienza nelle immersioni profonde, ha consentito al gruppo affiatato di portare a termine con successo il delicato lavoro subacqueo, reso particolarmente pericoloso e complicato dalla profondità elevata che la carrozzina aveva raggiunto per inerzia inabissandosi. Assieme al Luogotenente MORELLO, hanno partecipato al recupero Franco LOBELLO, Antonio PRISTERA’ (dell’associazione Sthealt Divers) e Massimiliano SALVATORI, a sua volta con un passato da Ausiliario nell’Arma dei Carabinieri. Durante le attività subacquee il personale della Guardia Costiera del locale Ufficio Circondariale Marittimo ha presidiato l’area di ricerca con un mezzo nautico, garantendo il recupero della carrozzina dopo la riemersione.


La mattina successiva al recupero, all’interno della Compagnia Carabinieri di Soverato, con la partecipazione del personale della Guardia Costiera, in uno scenario di profonda commozione si è proceduto alla restituzione della carrozzina speciale a Maria Grazia DI CELLO, che apprendendo della notizia del ritrovamento ha voluto incontrare direttamente i carabinieri ed i subacquei volontari per ringraziarli personalmente del gesto che l’ha visibilmente emozionata. Nel frangente sono emersi, dal racconto sull’accaduto, altri elementi che hanno caratterizzato l’evento del 12 agosto che peraltro ha sfiorato la tragedia in mare. La donna ha raccontato di essere stata intenta a fare il bagno vincolata alla sedia a rotelle quando ad un certo punto si è resa conto che la carrozzina si stava inabissando lungo il fondale particolarmente scosceso e subito profondo in quella località. Solo la sua prudenza l’ha portata a svincolarsi prontamente, evitando così l’imminente pericolo allorquando la sedia ha continuato a muoversi per inerzia verso l’abisso fermandosi definitivamente alla profondità di circa 65 metri.
La commozione della donna nel raccontare l’episodio di scampato pericolo e la sua forte emozione nell’entrare nuovamente in possesso dell’importante presidio medico hanno caratterizzato l’incontro con il personale dell’Arma dei Carabinieri, i volontari e militari della Guardia Costiera. Maria Grazia ha rivolto a tutti un commovente discorso di ringraziamento, elogiando l’operato dei militari e dei volontari, che con questa importante operazione di recupero, le hanno consentito di ritornare a godere in autonomia delle acque cristalline del mare soveratese.


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“Appalti truccati”, il generale dei carabinieri Liporace resta agli arresti domiciliari

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Il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto il ricorso presentato dai difensori e ha confermato le misure degli arresti domiciliari al generale dell’Arma Oreste Liporace e all’imprenditore Ennio De Vellis, indagati nell’inchiesta per corruzione coordinata dal pm Paolo Storari e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano su presunti appalti truccati in cambio di tangenti e regali.

Liporace e De Vellis, indagati a vario titolo per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti, si erano difesi nell’interrogatorio di garanzia, respingendo le accuse. A quanto emerso dalle indagini, grazie a loro gli imprenditori William e Massimiliano Fabbro (indagati e che hanno collaborato) avrebbero ottenuto, fino al 2021, i servizi di pulizia, anche della piscina, della caserma di Velletri in cui Liporace era comandante reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri.

Quest’ultimo avrebbe ottenuto in cambio 22mila euro, borse Louis Vuitton, noleggi auto e biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano. Davanti al gip Domenico Santoro, avrebbe parlato di un frequente “scambio di regali” che aveva con i fratelli Fabbro. Nella stessa occasione, De Vellis aveva sostenuto di non avere avuto alcun ruolo negli appalti della caserma, respingendo poi anche l’accusa di traffico di influenze illecite in relazione ad appalti del Dis (Dipartimento informazioni e sicurezza) e sminuendo il suo rapporto con Lorenzo Quinzi, da gennaio scorso capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture, indagato per corruzione e turbativa.

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Maestra adescava minori su chat per avere rapporti sessuali, condannata a 7 anni e 3 mesi

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Una maestra 47enne di scuola elementare è stata condannata dal Tribunale di Bari a 7 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 75mila euro con l’accusa di aver adescato sui social e nelle chat minorenni con i quali avrebbe avuto rapporti sessuali in un b&b nel centro di Bari, facendosi filmare. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni.

La donna, che si faceva chiamare zia Martina, finì agli arresti domiciliari nel dicembre del 2021 quando insegnava in una scuola del nord Italia e fu sospesa dall’incarico. Risponde di due episodi di produzione di materiale pedopornografico e di una presunta vicenda di corruzione di minorenne. Il Tribunale ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo aver scontato della condanna.

L’imputata è stata assolta ‘perché il fatto non sussiste’ da una ulteriore contestazione di corruzione di minorenne, relativa ad un presunto video di natura erotica con un adolescente. Le indagini partirono in seguito alle denunce presentate ai carabinieri dai genitori delle presunte vittime.

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Addio a José Alberti, fu la prima guida di Maradona a Napoli

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José Alberti, la prima guida di Diego Armando Maradona a Napoli, è scomparso ieri all’età di 82 anni. Alberti, nato a Buenos Aires, non era solo l’interprete del Pibe de Oro, ma anche un amico e una figura di riferimento che ha accolto Maradona nella sua famiglia, facendogli conoscere le bellezze della città e la passione calcistica dei suoi abitanti.

Sbarcato in Italia negli anni ’60 per giocare nel settore giovanile della Juventus, Alberti si stabilì a Napoli dopo aver firmato per l’Internapoli. La sua carriera lo portò poi a diventare allenatore in diverse squadre di provincia. Ma fu il suo ruolo nella trattativa per portare Maradona a Napoli che lo rese indimenticabile. Omar Sivori, che aveva chiuso la carriera a Napoli, contattò Alberti per incontrare Jorge Cyterszipiler, il manager di Maradona. Questa missione segreta mirava a far conoscere la città a Diego, che sarebbe stato acquistato da Ferlaino per 13,5 miliardi di lire.

Alberti era presente al San Paolo il 5 luglio 1984, il giorno della presentazione di Maradona. Tradusse le domande dei cronisti di tutto il mondo e suggerì a Maradona alcune parole in italiano per salutare i nuovi tifosi. La sua famiglia, composta dalla moglie Mariagrazia e dai figli Andrea ed Emilia (campionessa di pallanuoto), divenne un punto di riferimento per Diego e la sua compagna Claudia.

José Alberti e Maradona condividevano una forte amicizia. Alberti, nato il 26 ottobre, festeggiava spesso i compleanni con Diego, brindando insieme in luoghi come “La Cueva”, il locale che Alberti aveva aperto a Riva Fiorita. Anche dopo il ritiro, Alberti rimase nel mondo del calcio come consulente per club italiani e argentini.

Cinque anni fa, José Alberti ebbe l’onore di abbracciare Papa Francesco in Vaticano. Il pontefice, tifoso del San Lorenzo, squadra in cui Alberti aveva giocato, ricordava con affetto quei tempi.

I funerali di José Alberti si terranno oggi alle ore 11 nella Chiesa Santa Maria di Bellavista a Posillipo. La sua scomparsa lascia un vuoto nel cuore di chi lo ha conosciuto e di tutti i tifosi napoletani che ricordano con affetto il suo contributo nell’arrivo del più grande calciatore di tutti i tempi a Napoli.

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