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Calcio: muore figlio di Verreth, Bari chiude in anticipo ritiro

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Un dramma in casa Verreth, e il Bari chiude in anticipo del ritiro: il club biancorosso ha infatti comunicato lo stop alle sessioni di allenamento in corso a Roccaraso, con due giorni di anticipo sul previsto, dopo aver appreso della morte del figlio del proprio calciatore Matthias Verreth, centrocampista belga di 27 anni.

“Non abbiamo parole – è scritto nel documento – nel comunicare una notizia che poco fa ha sconvolto profondamente ognuno di noi. Il presidente Luigi De Laurentiis, lo staff tecnico, tutta la squadra, la dirigenza e i collaboratori biancorossi si stringono a Matthias Verreth e alla sua famiglia in uno dei momenti più terribili che un genitore e un essere umano possa provare: la scomparsa improvvisa di un figlio”. “Chiediamo – l’appello del club – a tutti i tifosi e tutte le tifose di stringersi idealmente ed emotivamente a Matthias, a sua moglie, alla loro primogenita e a tutti i loro cari in questo momento di terribile dolore”. “Il gruppo biancorosso farà rientro oggi stesso a Bari in segno di lutto e rispetto nei confronti di una tragedia come questa”, conclude la nota.

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Donnarumma ai saluti col PSG? Il portiere è lontano da Parigi, si muove il mercato

Donnarumma e il PSG sempre più lontani: il rinnovo non arriva, lo United e l’Inter alla finestra. Campos ha pronto il sostituto, Chevalier dal Lilla. Il futuro di Gigio è in bilico.

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Gianluigi Donnarumma si allena in Sardegna, lontano da Parigi e dai riflettori. L’ultima sua apparizione social è un post dell’Arzachena Academy Costa Smeralda, dove il portiere sta preparando la stagione in attesa della chiamata del PSG, fissata per il 6 agosto, una settimana prima della Supercoppa europea contro il Tottenham. Ma il suo futuro è tutt’altro che certo.

Il rinnovo non arriva, il PSG cambia strategia

La finale del Mondiale per club persa col Chelsea avrebbe dovuto essere l’occasione perfetta per annunciare il rinnovo. Era questo il piano del presidente Al-Khelaifi e del ds Campos. Ma quella firma non è mai arrivata. E forse non arriverà più.

Il contratto di Donnarumma scade tra un anno. L’agente Enzo Raiola, a marzo, aveva ribadito la volontà di restare, ma il PSG ha cambiato linea: basta stipendi faraonici, ora si punta su ingaggi fissi con premi legati a obiettivi e minutaggio. Un modello che Donnarumma non ha gradito, anche perché ritiene di aver dato molto, specie nella seconda parte della stagione, culminata con la vittoria in Champions. I suoi miracoli contro Liverpool, Aston Villa e Arsenal sono ancora freschi.

Ferita al volto, riscatto e distanza crescente

Nel difficile avvio di stagione, Donnarumma si è sentito poco protetto. L’episodio col Monaco, con la ferita in volto provocata da Singo, ha segnato un momento di svolta. Da lì è nato il suo riscatto, ma anche una consapevolezza nuova: potrebbe essere altrove il suo futuro.

Interesse non manca. Il Manchester United lo segue con attenzione, deciso a voltare pagina dopo l’esperienza fallimentare con Onana. Il City valuta alternative a Ederson. L’Inter osserva: Sommer è in scadenza e l’idea Donnarumma — mai del tutto tramontata — torna d’attualità.

Il PSG ha già scelto il sostituto

A Parigi il club non vuole ripetere l’errore commesso con Mbappé: perdere Donnarumma a zero sarebbe un disastro. Se non ci sarà rinnovo, verrà ceduto. E il sostituto è già pronto: Lucas Chevalier, 23 anni, vice di Maignan nella Nazionale francese. Il Lilla chiede 40 milioni, Campos è disposto a pagarli.

Nel frattempo, in Ligue 1 è rivoluzione tra i pali: sei club hanno già cambiato portiere, altri sette sono in cerca. Il nuovo identikit è chiaro: giovani, rapidi, abili con i piedi. Donnarumma, con i suoi 26 anni, rischia di essere visto già come un profilo “veterano”.

Il tempo stringe. O Parigi o l’addio: per Donnarumma si apre un’estate cruciale.

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Calciomercato Serie A: da Ndoye a Lookman, dieci giorni di fuoco per Napoli, Inter, Milan e Juve

Napoli in attesa di Ndoye, l’Inter accelera per Lookman, il Milan punta Jashari e un nuovo centravanti, la Juve non molla Kolo Muani: ecco cosa succederà nei prossimi dieci giorni di calciomercato.

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Il Napoli è la squadra che più sorride guardando il tabellone del mercato. Dopo un’estate chirurgica e ambiziosa, resta solo da sistemare l’ultimo tassello: Ndoye. L’esterno offensivo è la priorità di Antonio Conte per completare il suo 3-4-3 e portare ulteriore imprevedibilità al reparto avanzato. Le trattative sono in fase avanzata e si attende solo il via libera definitivo. Con l’arrivo dello svizzero, il Napoli diventerebbe la rosa più completa del campionato.

L’Inter alza l’offerta per Lookman, Chivu sogna il tridente

L’Inter, reduce dalle vacanze post-Mondiale per club, è pronta ad affondare il colpo decisivo per Lookman. Il nigeriano è l’uomo scelto per completare un tridente di fuoco con Lautaro e Thuram. La posizione di Calhanoglu resta fluida: con Lookman potrebbe tornare regista, altrimenti trequartista. Marotta vuole chiudere in fretta per evitare una beffa simile a quella vissuta dalla Juve con Koopmeiners. Ad oggi, l’Inter giocherebbe con lo stesso undici dell’ultima stagione: urge una svolta.

Il Milan vicino a Jashari, poi caccia al numero 9

Il Milan è più avanti degli altri nei movimenti. Ha quasi chiuso per Jashari con un’offerta da 35 milioni più 2 di bonus. Ma la priorità resta un centravanti vero. Pioli ha sperimentato Leao “falso nueve” con buoni risultati, ma serve una punta d’area. Vlahovic è il sogno proibito, ma la trattativa è complessa. Kolo Muani è la possibile alternativa, ma per ora ha scelto di restare alla Juventus.

Juventus in ritardo, ma insiste per Kolo Muani

La Juve è la più indietro. Allegri ha lasciato, Tudor è alle prese con una rosa ancora da sistemare. Diversi giocatori arrivati l’anno scorso sono già fuori dal progetto, Douglas Luiz non si è presentato al raduno. Kolo Muani ha espresso il desiderio di rimanere, ma la Signora deve accelerare se vuole sfruttare questo vantaggio. Sul fronte uscite, Vlahovic resta un nodo irrisolto.

Atalanta, Roma, Lazio e Fiorentina tra occasioni e freni

L’Atalanta ha perso Retegui, rischia di perdere anche Lookman e ha subito il brutto infortunio di Bakker. Gasperini è nervoso e ha ragione: serve chiarezza per poter lavorare. La Roma è più attiva: Wesley è arrivato, Ghilardi sarà il prossimo, ma serve ancora un esterno di qualità. La Lazio ha già chiuso il mercato, la Fiorentina ha tenuto Kean ma ha bisogno di un centrocampista dinamico. Il Bologna teme l’addio di Lucumi, oltre a quello probabile di Ndoye.

Chi è avanti e chi insegue

In un mercato sempre più dominato da strategie attendiste, solo Conte e il Napoli sembrano avere una visione definita. Le altre inseguono, ma sanno che il tempo stringe. Agosto è arrivato, ed è ora di fare sul serio. Chi si ferma, è perduto.

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Allenatori di ritorno: l’estate della nostalgia tra Chivu, Allegri, Pioli e Tudor

Nell’estate 2025 il calcio italiano si riempie di ritorni: da Chivu all’Inter ad Allegri al Milan, fino a Pioli, Tudor e Di Francesco. Ma la nostalgia basta per vincere?

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È nostalgia canaglia. Non solo per i capelli più lunghi o per le vittorie del passato, ma anche per gli addii turbolenti e i momenti bui. Nell’estate del calcio italiano 2025, il ritorno è la nuova tendenza: ex allenatori che tornano dove hanno lasciato un segno, ex giocatori che si riscoprono allenatori delle squadre che li hanno consacrati. In un calcio che diventa sempre più business dei sentimenti, l’operazione nostalgia ha un prezzo alto: quello del confronto con il passato.

Chivu e il fantasma del Triplete

Christian Chivu ha diretto il primo allenamento dell’Inter ad Appiano Gentile, quindici anni dopo il Triplete che lo vide protagonista da giocatore. Tornato dopo una breve esperienza da tecnico a Parma, ha ripreso in mano i nerazzurri con la stessa umiltà con cui era partito dall’Under 14. Il paragone con Inzaghi è inevitabile, e il peso della storia pure. Per reggere, dovrà fare di più: tornare a vincere, senza vivere di ricordi.

Allegri, cortomuso e seconda chance

Max Allegri torna al Milan, dove fu cacciato nel gennaio 2014 dopo una sconfitta con il Sassuolo. Da allora, cinque scudetti con la Juventus, poi un anno sabbatico e un ritorno che sembrava impossibile. Ora si ritrova l’ultimo a vincere il titolo con i rossoneri, 14 anni fa. Il suo calcio difensivo, l’intelligenza tattica e la gestione di Leao sembrano bastare per riaccendere l’entusiasmo. E la nostalgia, stavolta, gioca dalla sua parte.

Tudor e la Juventus: amore a metà

Igor Tudor ha vinto due scudetti da giocatore con la Juve e ne ha persi altrettanti. Dopo l’esperienza da vice di Pirlo, è tornato sulla panchina bianconera per le ultime 9 partite della scorsa stagione. Confermato in panchina, il croato sa cosa chiede il popolo juventino, ma non è ancora chiaro se avrà la rosa per soddisfarlo. Tra incertezze di mercato e aspettative elevate, la sfida è delicatissima.

Pioli, Di Francesco e il fascino dell’altrove già noto

Pioli torna a Firenze dopo l’addio del 2019, Di Francesco torna a Lecce dove debuttò in Serie A nel 2011. Entrambi lo fanno lasciando offerte migliori per riabbracciare piazze che conoscono. Ma i fantasmi sono sempre lì: esoneri recenti, retrocessioni, scelte di cuore che possono trasformarsi in trappole emotive.

Sarri, l’eccezione che conferma la regola

Maurizio Sarri, invece, non è tornato. Ma la sua voce risuona tra i corridoi di Formello: «Lotito mi ha fregato». Parole che fanno da monito ai nuovi nostalgici del pallone. Tornare non garantisce nulla, se non la possibilità di provarci ancora. Con tutti i rischi e il fascino del caso.

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