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Esteri

Biden, tank Urss a Kiev. Putin a Ue, smaltite sbornia Usa

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Un’operazione di triangolazioni con gli alleati per far arrivare tank di fabbricazione sovietica a Kiev per la prima volta dall’inizio della guerra. Ma anche missili a guida laser, droni ‘kamikaze’ Switchblade (con testate esplosive), droni leggeri da ricognizione di tipo Puma e blindati Humvees. Joe Biden alza il tiro e aumenta non solo la quantita’ ma anche il livello letale delle forniture belliche all’Ucraina: non piu’ solo in chiave difensiva ma pure offensiva, per consentire a Kiev di contrattaccare mentre le truppe russe sembrano ritirarsi per riorganizzarsi. La svolta arriva nel giorno in cui il commander in chief mostra i muscoli partecipando con la first lady alla cerimonia del varo di un sommergibile da guerra a propulsione nucleare nel porto della sua Wilmington, in Delaware. “Rafforzera’ la sicurezza della nostra nazione ma anche dei nostri alleati e partner nel mondo”, ha spiegato il commander in chief riferendosi all’ ‘Uss Delaware’, dopo che i vertici della Marina l’avevano definito un “guardiano della liberta’ e un deterrente contro le aggressioni”. Poco prima il Cremlino aveva lanciato un monito al vecchio continente, nell’ennesimo tentativo di dividerlo dagli Stati Uniti: “Quando gli europei si riprenderanno dalla sbornia da bourbon americano, e quando realizzeranno finalmente che dovranno prendersi cura del futuro del nostro continente, Europa o anche Eurasia, ebbene allora arrivera’ il momento di rivedere i nostri rapporti e arrivare al dialogo, ma cio’ non accadra’ in una prospettiva di breve periodo”, ha avvisato il portavoce Dmitri Peskov. La vera svolta sembra quella dei tank, anche se sfugge perche’ i russi dovrebbero considerarli diversamente dai jet polacchi made in Urss chiesti dal presidente Volodymyr Zelensky ma negati finora da Washington e alleati. Gli Stati Uniti hanno comunque deciso di agire come intermediari per trasferire i carri armati di fabbricazione sovietica ai soldati ucraini, che sanno gia’ come usarli e potrebbero impiegarli per effettuare lanci di artiglieria a lunga gittata contro obiettivi russi in Donbass. Le fonti del New York Times hanno rivelato che le consegne inizieranno presto ma non hanno voluto precisare il numero dei tank ne’ da quali Paesi arriveranno. Anche altri Paesi occidentali tuttavia stanno facendo lo stesso, a partire da Berlino, che ha sbloccato l’invio di una sessantina di veicoli corazzati Pvb501 con un giro tortuoso: usati in Germania Est, acquisiti dalla Germania Ovest e rimodernati, quindi venduti alla Svezia che poi li ha rivenduti alla Repubblica Ceca. Ora saranno dati agli ucraini con il placet tedesco. Anche il premier australiano Scott Morrison ha annunciato che mandera’ a Kiev i blindati Bushmaster, accogliendo l’appello di Zelensky al parlamento di Canberra. Del resto il giorno prima il ministro della difesa britannico Ben Wallare aveva riferito che Londra e i suoi partner avevano deciso di mandare piu’ aiuti militari letali a Kiev dopo una conferenza di 35 Paesi donatori. Appare evidente che Washington e Londra vogliono logorare Putin, o per lo meno indebolirlo al tavolo negoziale con Kiev. “Mentre cambiano la situazione e le tattiche sul terreno, dobbiamo cambiare anche le forniture”, ha osservato Wallace, spiegando la svolta. Si inquadra in questo contesto anche l’annuncio del Pentagono per ulteriori 300 milioni di aiuti militari, portando a 1,6 miliardi i fondi erogati finora dalla difesa Usa per l’assistenza alla sicurezza dell’Ucraina. Alcune forniture sono molto sofisticate, come i razzi per artiglieria a guida laser, i droni ‘kamikaze’ Switchblade, i blindati Humvees. Ma nell’ultimo pacchetto bellico Usa ci sono anche mitragliatori non convenzionali (cioe’ non usati regolarmente dall’esercito americano), visori notturni, sistemi per le immagini termiche, sistemi di comunicazione tattica criptati, materiale medico e, importantissimi, servizi di immagini satellitari per individuare i movimenti del nemico. Venerdi’ la Casa Bianca aveva annunciato inoltre l’invio di materiale per proteggere i civili contro eventuali attacchi chimici russi: maschere anti gas, tute protettive e altri equipaggiamenti.

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Esteri

Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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Ok Usa a equipaggiamenti F-16 per l’Ucraina

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di parti e equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari: lo ha reso noto il Pentagono. Tra i principali appaltatori figurano Lockheed Martin Aeronautics, Bae Systems e Aar Corporation. (

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