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Economia

Arrivano 1000 assunzioni all’Inps, più tempo per i centri per l’impiego

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Più tempo per le 5.600 assunzioni nei centri per l’impiego e un migliaio di nuovi operatori in più all’Inps, senza incappare nei limiti di organico. Arriva ad occuparsi anche di reddito di cittadinanza il decreto Crescita, l’omnibus con l’obiettivo di rilanciare l’economia che assomiglia sempre di piu’ a una manovra. Quasi fuori tempo massimo i relatori al provvedimento, all’esame della Camera ormai da piu’ di un mese, hanno depositato un ultimo pacchetto di emendamenti che sara’ votato lunedi’, se non saranno giudicati inammissibili. Sul testo poi dovrebbe essere messa la fiducia in Aula gia’ martedi’ per chiudere in settimana e passarlo al Senato prima della scadenza. Gia’ altre proposte a firma di Giulio Centemero e Raphael Raduzzi sono state cassate perche’ non attinenti con i contenuti, pur vasti, del decreto, che sta per incamerare anche, tra le altre cose, la proroga della garanzia pubblica sui bond di Carige, la riforma della solidarieta’ espansiva, una stretta su affitti brevi ed evasione della tassa di soggiorno e il rifinanziamento, gia’ votato con tanto di spaccatura della maggioranza, per Radio Radicale. Ora si cerca di sistemare alcune misure introdotte con legge di Bilancio e Decretone, per far funzionare il reddito di cittadinanza. Mentre in settimana partira’ la maxi-selezione alla Fiera di Roma per i navigator, si concede piu’ tempo alle Regioni per i bandi di gara, visti i ritardi con cui il ministero del Lavoro ha emanato il decreto per il riparto dei fondi, ancora all’esame della Corte dei Conti. La deadline non e’ piu’ quindi fine giugno ma fine agosto (la decorrenza delle graduatorie slitta infatti dal 1 luglio al 31 agosto). Molte Regioni, a partire dal Veneto, come ha sottolineato l’assessore al Lavoro Elena Donazzan, sono pronte a “procedere col bando”, che andra’ a rimpolpare le fila degli addetti ai centri per l’impiego. Mentre ancora non si e’ chiuso l’accordo quadro con cui l’Anpal stipulera’ poi convenzioni con le singole Regioni per definire le attivita’ di supporto ai centri da parte dei navigator. L’altra proposta dei relatori punta a chiarire il perimetro delle assunzioni anche per l’Inps: con il Decretone sono stati stanziati 50 milioni per assunzioni straordinarie che pero’ andavano a superare l’attuale pianta organica dell’istituto. Per questo l’emendamento amplia la dotazione di 1003 unita’ che saranno assunte tra gli idonei al concorso, gia’ bandito, per 967 posti di consulente di protezione sociale.

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Economia

Dazi USA, Trump alza i toni: intesa fragile con l’Ue, von der Leyen tratta per evitare lo scontro

Donald Trump annuncia dazi fino al 40% contro sette Paesi. Von der Leyen tratta per evitare l’escalation e tenere l’Europa fuori dalla guerra commerciale. Berlino, Roma e Parigi in pressing.

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Nessuna comunicazione ufficiale a Bruxelles, ma una mossa unilaterale da parte di Donald Trump, annunciata via Truth Social, ha riacceso lo scontro commerciale tra Stati Uniti e mondo. Il presidente americano ha indicato i primi sette Paesi destinatari di nuove tariffe doganali tra il 25% e il 40% a partire dal primo agosto: Giappone, Corea del Sud, Myanmar, Laos, Sudafrica, Malesia e Kazakistan.

Nel frattempo, un canale diretto tra Trump e Ursula von der Leyen resta l’ultima ancora di salvezza per l’Unione Europea, che cerca un’intesa fragile e complessa da costruire prima della scadenza. La finestra negoziale è stata prorogata da un nuovo ordine esecutivo del tycoon, ma i margini restano stretti.

L’Europa compatta ma divisa su come reagire

Mentre Wall Street vacilla, i vertici europei lavorano a una posizione comune. Von der Leyen ha ribadito al Parlamento europeo la necessità di negoziare “con forza e unità”, con un coordinamento stretto tra Berlino, Roma e Parigi. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macronsono in contatto continuo per rafforzare il fronte europeo.

L’ipotesi più concreta resta quella di un compromesso sull’aliquota unica al 10%, con esenzioni per settori strategicicome aerospazio, tecnologia e alimentare di qualità. Ma Parigi spinge per la linea dura, con l’Austria e la Spagna al suo fianco, evocando anche il ricorso allo strumento anti-coercizione, che colpirebbe le grandi aziende tech statunitensi.

Contromisure pronte a Bruxelles

Nel frattempo, due pacchetti di contromisure europee – uno congelato in primavera, l’altro in fase di rifinitura – sono già pronti: l’Europa potrebbe colpire prodotti americani per un valore fino a 120 miliardi di euro, con l’ipotesi di estendere la rappresaglia anche alle Big Tech.

Il timore principale è l’aumento delle tariffe già in vigore: 25% sulle auto europee, 50% su acciaio e alluminio, e la minaccia più recente di un ulteriore 17% sull’agroalimentare, che preoccupa soprattutto Italia e Francia.

La via del dialogo e il possibile viaggio a Washington

Nonostante tutto, la trattativa resta aperta. Un portavoce dell’UE ha dichiarato che “siamo all’inizio della fase finale e per posizionarci al meglio nel negoziato non possiamo aggiungere altro”, confermando la determinazione a ottenere “il miglior accordo possibile”.

Se nelle prossime settimane maturerà un’intesa di principio, von der Leyen potrebbe recarsi ufficialmente a Washington, ripetendo quanto fatto da Jean-Claude Juncker nel luglio 2018, quando ottenne una tregua in cambio dell’impegno europeo ad aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto e armamenti americani. Oggi, quella stessa contropartita torna sul tavolo, come carta geopolitica da giocare in una partita a scacchi dai risvolti economici esplosivi.

(Immagine realizzata con sistemi di Ia)

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Economia

‘Usa hanno proposto a Ue accordo con tariffe base del 10%’

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Gli Stati Uniti hanno proposto un accordo all’Unione Europea che manterrebbe una tariffa base del 10% su tutti i prodotti dell’Ue, con alcune eccezioni per settori sensibili come aerei e alcolici: lo scrive Politico citando un diplomatico di Bruxelles e un dirigente nazionale. I contorni di un accordo commerciale sono ancora incerti, hanno sottolineato fonti diplomatiche, e qualsiasi accordo è soggetto all’approvazione di Trump per procedere. Washington non ha dato alcuna indicazione di voler esentare settori politicamente sensibili come quello automobilistico, siderurgico e dell’alluminio o farmaceutico, come richiesto da Bruxelles. Francia, Italia e Irlanda sarebbero tuttavia probabilmente soddisfatte delle esenzioni per alcolici e aeromobili.

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Economia

Cina: difenderemo i nostri diritti da pressione dazi Usa

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Di fronte alle pressioni dei dazi Usa, la Cina “rimane ferma nel difendere i propri diritti e interessi e nel sostenere l’equità e la giustizia internazionale”. Il premier Li Qiang, durante l’incontro a margine del 17/mo vertice dei Brics con la numero uno dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), Ngozi Okonjo-Iweala, ha assicurato che Pechino dispone “di abbondanti risorse e mezzi per contrastare gli impatti esterni negativi” ed “è fiduciosa e in grado di promuovere uno sviluppo economico costante e sano”. La Cina introdurrà “ulteriori misure di apertura volontaria e unilaterale”, ha aggiunto Li, secondo l’agenzia Xinhua.

Il panorama commerciale globale “ha subito cambiamenti significativi a causa dell’intensificarsi dell’unilateralismo e del protezionismo, che hanno avuto un impatto significativo sull’ordine economico e commerciale internazionale”, ha aggiunto Li, auspicando la coesione da parte dei Paesi in via di sviluppo. Nel suo intervento alla sessione plenaria del vertice dei Brics, il premier cinese ha detto che il gruppo dovrebbe “guidare attivamente la cooperazione allo sviluppo e sfruttare il potenziale di crescita dei settori emergenti”. Anche per tale scopo, Pechino istituirà quest’anno “un centro di ricerca Cina-Brics sulle nuove forze produttive di qualità”, sempre nel resoconto della Xinhua.

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