Collegati con noi

Ambiente

Arriva il primo caldo e scatta l’ortomania per 6 italiani su 10

Pubblicato

del

Con l’arrivo del caldo e’ orto-mania per 6 italiani su 10 (62%). Una passione diffusa ormai anche tra i giovani e tra persone senza pollice verde che si cimentano nella cura di verdure, piante e fiori in giardini, balconi, terrazzi e orti. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ in occasione della giornata dedicata all’orto in citta’ nel mercato di Campagna Amica a Roma, dove dei tutor svelano i segreti dell’orto perfetto con dimostrazioni pratiche sul campo. Quest’anno, la Coldiretti stima un balzo del 6,3% delle superfici coltivate a orti familiari, per raggiungere i 174 milioni di metri quadrati. Il comune denominatore e’ la passione per il lavoro all’aria aperta, la voglia di vedere crescere qualche cosa di proprio, il gusto di mangiare prodotti freschi e di stagione, ma anche in alcuni casi di risparmiare senza rinunciare alla qualita’. L’investimento per realizzare un orto a terra di 20 metri quadrati e’ intorno ai 250 euro ‘chiavi in mano’, con terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Per coltivare su terrazzi e balconi, invece, bastano, poche decine di euro. Occorre seguire alcune regole per ottenere buoni risultati; vale a dire individuare lo spazio giusto e la stagionalita’, conoscere il tipo di terra, scegliere bene semi e piantine e garantire la giusta disponibilita’ di acqua, con un occhio attento a non sprecarla. Un hobby, ricorda Coldiretti, sostenuto dal bonus verde del 36% che nel 2019 offre la possibilita’ di richiedere la detrazione fiscale Irpef per la sistemazione di giardini e terrazzi per un massimo di 5 mila euro di spesa. Oltre che per la manutenzione di giardini e aree aperte, la detrazione spetta anche per le spese sostenute al fine di realizzare coperture a verde e giardini pensili.

Advertisement

Ambiente

Meteorologia punta alle allerta rapide, contro cicloni e siccità

Pubblicato

del

Tempeste, uragani e nubifragi, inondazioni e siccità: sono i nuovi fenomeni con i quali ogni Paese del mondo deve fare i conti e per i quali sono urgenti previsioni sempre più precise, che permettano di attivare sistemi di allerta rapida. E’ questo il tema della Giornata mondiale della meteorologia indetta dalla Nazioni Unite per celebrare la nascita dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) che era avvenuta il 23 marzo 1950 Il futuro del clima è stato spesso fra i temi della Giornata Mondiale, ma questa volta c’è una vera e propria chiamata all’azione per colmare il divario che separa ancora i Paesi che hanno organizzato sistemi di allerta per aiutare a proteggere la popolazione e quelli che ne sono ancora privi. I progressi ci sono, tanto che nell’arco di nove anni sono raddoppiati nel mondo i Paesi che hanno realizzato sistemi di allerta rapida: dai 52 del 2015 ai 108 del 2024. “Adesso è il momento di agire”, scrive la Wmo sul suo sito.

“Colmando insieme il gap per le allerta precoci – aggiunge – possiamo creare un mondo più sicuro e resiliente”. Quanto i sistemi di allerta rapida siano importanti lo dimostra anche l’esperienza italiana, in particolare quella relativa ai recenti eventi in Toscana, ha detto Dino Zardi, professore di Fisica dell’atmosfera all’Università di Trento e vicepresidente dell’Associazione italiana di scienze dell’atmosfera e meteorologia (Aisam). “I fenomeni di grande scala – aggiunge – sono ben visualizzabili a livello meteorologico, ma non sempre è facile quantificare l’entità delle precipitazioni: ci sono valutazioni soggette a incertezze e che possono essere ridotte progressivamente grazie alla ricerca”. Il problema è, rileva, che “il cambiamento climatico ci sta portando in situazioni mai sperimentate prima, relative a regimi meteorologici mai esplorati: stiamo avanzando in un’area sconosciuta”.

Continua a leggere

Ambiente

La cosmetica sempre più sensibile alla sostenibilità

Pubblicato

del

In generale “emerge una forte sensibilità del mondo della cosmetica sul fronte della sostenibilità. Si lavora essenzialmente su tre fonti, il prodotto, le materie prime che lo compongono e il suo packaging”. Lo dice a Cosmoprof Worldwide Bologna, il prof. Michele Merola di Ergo srl (gruppo Tecno) spinoff della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha curato con Cosmetica Italia il primo Osservatorio sulla Sostenibilità del settore cosmetico, con i risultati del report presentati a settembre. “Ci siamo basati su un questionario inviato alle imprese del settore, ha partecipato il 76% del campione di aziende che abbiamo selezionato. Una risposta altissima, che rappresenta oltre il 30% dell’intero fatturato del settore.

Per la seconda edizione ci allarghiamo anche alla filiera, quindi non solo le aziende che producono cosmetiche, ma anche quelle che producono il packaging, le materie prime e i macchinari, per avere una visione ancora più completa. Lanceremo il questionario subito dopo Cosmoprof: raccoglieremo i dati che saranno presentati a settembre all’interno della Milano Beauty Week”. Le aziende, stando ai dati del report, “lavorano su ridurre l’impatto durante il processo di produzione, quindi acqua e energia in particolare, e si lavora anche sulla organizzazione, la sostenibilità dell’impresa, pure in termini sociali”. Sicuramente “il tema più forte di questo periodo è il tema del packaging”.

Le aziende “stanno facendo moltissimo in questo senso, c’è stata anche molta ricerca e sviluppo. Fino a pochi anni fa non c’erano molte alternative. Invece ad oggi ci sono, dal riciclo all’eliminare il packaging secondario o terziario, mantenendo solo quello primario, che è quello ovviamente necessario a proteggere e trasportare il prodotto”. Lo conferma nel dibattito Zoe Tortini Corporate social responsibility manager di Cosmoproject, che produce skincare per conto terzi: “Prima certi cosmetici avevano anche la scatola della scatola… oggi dal mass market all’alta profumeria, la direzione è eliminare più strati possibile, Quest’anno ad esempio noi dismetteremo tutte le nostre celofanatrici secondarie, che utilizzavamo al di sopra della scatola ed è una scelta comune a molte altre aziende”.

Il cambiamento “in generale c’è, speriamo che il settore possa portarlo avanti abbastanza velocemente, ma non è molto semplice”. Anche “per questo – spiega Luca Nobili, Responsabile Comitato sostenibilità di Bottega verde – richiederemo precisi criteri di sostenibilità anche ai nostri fornitori”. Per Merola fra i campi in cui si può migliorare “c’è fare scelte che siano solide da un punto di vista scientifico. Non scegliere un packaging piuttosto che un altro per la moda del momento, ma utilizzando strumenti come l’impronta ambientale o altri di eco-design che ci permettano soluzioni con un minore impatto ambientale. E lo stesso vale sui prodotti. Dirigere le scelte verso quelli che hanno una materia prima che è certificata, sostenibile rispetto alla materia prima tradizionale”.

Fra le criticità, anche in questo settore c’è il greenwashing (pratica che consiste nel presentare un’azienda, un prodotto o un servizio come ecologico, etico o sostenibile, quando in realtà non lo è, ndr): “E’ un tema sicuramente centrale, su questo Cosmetica Italia sta lavorando tantissimo con le aziende proprio per diffondere le regole, perché nel frattempo anche a livello europeo le direttive sono cambiate e sono diventate ancora più stringenti. Ci sono state aziende condannate dalle autorità preposte subendo multe anche per quello che noi chiamiamo anche greenwashing inconsapevole, perché non sempre si agisce in malafede a volte non si sanno le regole. Il primo passo è la conoscenza, il secondo utilizzare criteri scientifici validi, poi vanno evitati i claim assoluti”. Ad esempio “non esiste l’impatto zero, non c’è un prodotto che non abbia impatto ambientale. Questo si può ridurre con una serie di scelte, ma non posso dire che il mio prodotto è a impatto zero”.

Continua a leggere

Ambiente

Eruzione in Indonesia, cancellati alcuni voli da Bali

Pubblicato

del

Almeno sette voli internazionali dall’isola turistica indonesiana di Bali sono stati cancellati – ha affermato un funzionario dell’aeroporto – dopo l’eruzione di un vulcano nella parte orientale dell’arcipelago che ha emesso una colonna di cenere alta otto chilometri che ha oscurato il cielo. Il monte Lewotobi Laki-Laki, un vulcano a due cime di 1.703 metri (5.587 piedi) sull’isola turistica di Flores, è entrato in eruzione per 11 minuti e nove secondi giovedì sera, hanno affermato le autorità, portando lo stato di allerta del vulcano al massimo livello.

Alle 9:45 (2:45 in Italia) di venerdì, “sette voli internazionali erano stati cancellati, sei dei quali voli Jetstar diretti in Australia e un volo Air Asia per Kuala Lumpur”, ha affermato in una dichiarazione il portavoce dell’aeroporto internazionale Ngurah Rai di Bali, Andadina Dyah. Diversi altri voli, sia nazionali che internazionali, tra cui quelli per Thailandia, Singapore e Australia, sono stati ritardati, ha affermato. L’aeroporto locale di Maumere, a Flores, il più vicino al vulcano, non è stato colpito dalla cenere, secondo il ministero dei Trasporti. Non ci sono state segnalazioni di danni ai villaggi vicini, ma il ministero ha avvertito i residenti del pericolo di una colata di fango vulcanico favorita dalle forti piogge. Le autorità hanno imposto una zona di esclusione tra sette e otto chilometri (da quattro a cinque miglia) attorno al vulcano. A novembre, il monte Lewotobi Laki-Laki è eruttato più volte, uccidendo nove persone, cancellando decine di voli internazionali per l’isola di Bali e costringendo migliaia di persone a evacuare.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto