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Cronache

Arriva il nuovo ciclone, 6.000 isolati in Valle d’Aosta

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Piogge torrenziali, forti venti e valanghe. Il maltempo torna a flagellare l’Italia, con il ciclone Fedra che imperversa soprattutto al Nord. Domani allerta arancione in Piemonte ed Emilia-Romagna, gialla in 15 regioni. In Liguria le raffiche di vento hanno raggiunto i 180 km orari, mentre le onde hanno toccato i cinque metri. La fragile Liguria frana sotto la pioggia che da ore la flagella. Dopo il masso da alcune tonnellate che venerdì ha sfondato una parete della scuola elementare di Crocefieschi, oggi – giorno in cui Arpal conferma le criticità e prolunga l’allerta fino alla mezzanotte – si sono verificate frane nel genovesato, nel savonese e nell’imperiese dove, su monte Mure, sono stati toccati i 180 km/h.

Chiuso un tratto della statale 453, in provincia di Savona, per una caduta di massi, crollato un muro di contenimento sottostante due case vacanze a Camporosso e una parete rocciosa a Varazze. Non si segnalano al momento feriti. Regione Liguria, che sta monitorando la situazione, sta valutando una richiesta di estensione dello stato di emergenza. In Valle d’Aosta una valanga è caduta sulla strada regionale 44 della valle del Lys, ai piedi del Monte Rosa, ostruendo anche l’ingresso di una galleria. Oltre 6.000 persone sono isolate a causa del pericolo valanghe legato all’intensa nevicata. Circa 4.500 si trovano proprio nella valle interessata dalla valanga.

In alcune zone del Piemonte è scattato l’allerta arancione per rischio valanghe e idrogeologico nelle montagne Nord Occidentali, nelle valli Sesia, Cervo, Chiusella, Orco, Lanzo, Susa, Sangone, Chisone, Pellice e Po. L’allerta resta gialla per il resto della regione tranne che per la Valle Scrivia, dove è verde. Fino all’alba di domani sono previste precipitazioni moderate o forti diffuse, localmente molto forti sul settore nord-occidentale, La quota neve si attesta sugli 800-1000 metri sul Cuneese e sui 1000-1300 metri sugli altri settori montani. In via precauzionale per rischio valanghe le strade dell’Alta Val Formazza e della Val Chiusella e la statale del Moncenisio, oltre ad alcuni tratti tra Alessandria e Casalcermelli e ad Ovada. Chiusa anche per la caduta di un masso la sp299 della Valsesia all’altezza di Piode.

Il Po resta sorvegliato speciale: nelle prossime 24 ore l’Agenzia interregionale per il fiume Po prevede un innalzamento dei livelli nelle sezioni fluviali a monte di Isola Sant’Antonio (Alessandria) con valori superiori alla soglia ordinaria (soglia 1, colore giallo) con l’interessamento nelle ore successive anche delle sezioni di Ponte Becca e Spessa. Resta lo stato di criticità ordinaria (colore giallo) per le sezioni di Po del Delta, a causa del lento deflusso delle piene emiliane e degli apporti dell’alto Po dei giorni precedenti. In provincia di Vercelli chiuse alcune strade per frane.

Impegnati i vigili del fuoco su più fronti. Da ieri, a causa del pericolo valanghe, è chiusa al traffico la SP124 che da frazione Ferrate arriva a Carcoforo. Resta chiusa, per caduta massi, la provinciale verso Rima. La società Monterosa ha disposto la chiusura di tutto il comprensorio per la giornata di oggi, per le abbondanti precipitazioni e per il rischio valanga, che fa segnare un grado di pericolo 4 su 5. In Emilia Romagna resta una criticità arancione nella pianura centro-occidentale per il lento esaurimento delle piene e per i possibili incrementi dei livelli d’acqua in Appennino. Riaperti i ponti ma prosegue il monitoraggio sugli argini da parte di tecnici e volontari della Protezione civile e quello della rete stradale provinciale da parte del personale della Provincia di Modena.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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