I finanzieri del Gruppo di Locri hanno eseguito, alle prime luci dell’alba, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Locri, che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Lucano, sindaco del Comune di Riace ed il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, nell’ambito dell’operazione denominata “Xenia”. La misura cautelare – si legge in una nota della procura calabrese – rappresenta l’epilogo di approfondite indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. Per Lucano, che la rivista Fortune, nel 2016, aveva inserito tra le 50 personalità più influenti al mondo, oltre alla contestazione del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, c’è anche l’accusa di fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.
Il sindaco di Riace con Piero Pelù dei Litfiba
L’inchiesta “Xenia” avrebbe accertato una serie di illeciti nella gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. Mimmo Lucano era stato indagato lo scorso novembre per truffa, concussione e abuso d’ufficio. La Guardia di Finanza aveva perquisito gli uffici del Comune e l’abitazione privata del sindaco. I magistrati della procura di Locri gli avevano contestato di non aver «rendicontato a sufficienza fatture delle spese sostenute nel 2014». Insieme al primo cittadino di Riace era stato indagato anche Fernando Antonio Capone, presidente dell’associazione «Città Futura don Pino Puglisi», la prima associazione sorta a Riace proprio per gestire i profughi. Mimmo Lucano nei mesi scorsi aveva iniziato lo sciopero della fame per protestare contro il mancato invio, da parte della Prefettura, dei fondi necessari a mandare avanti i progetti per l’accoglienza. «Se non dovessero arrivare i fondi – aveva scritto- 165 rifugiati, tra cui 50 bambini, finirebbero per strada». Lucano ha sempre sostenuto che i progetti d’integrazione sono anche una fonte di economia per il territorio che, grazie alla presenza dei profughi, stava uscendo dall’isolamento.
Lucano con Roberto Saviano tra i vicoletti di Riace
Il sindaco di Riace in questi anni è stato “eletto”, anche suo malgrado, a simbolo della sinistra per l’accoglienza dei migranti e per la sua capacità di integrarli. Ora si tratta di leggere nelle pieghe di questa inchiesta e capire che cosa si addebita a questo sindaco di così grave da giustificare addirittura l’arresto. In lui hanno creduto e credono in molti, non solo politici di sinistra.
A Riace, a vedere come funziona questo” modello Riace” adottato dal sindaco Domenico Lucano, si sono recati in pellegrinaggio personaggi della cultura, della musica, dello spettacolo che credevano e credono in un paese capace di accogliere e integrare disperati che arrivano dall’altra parte del Mediterraneo. Ci sono foto di Però Pelù dei Litfiba, Giuseppe Fiorello, Roberto Saviano e tanti altri che hanno fatto visita al sindaco diventato simbolo dell’accoglienza dell’Italia. In questo servizio troverete linkato un video di una manifestazione a Cinecittà con Domenico Lucano e Beppe Fiorello. L’attore bravissimo siciliano ha già girato e consegnato alla Rai una fiction sul modello Riace.
Domenico Lucano in copertina con Beppe Fiorello (la fiction era stata bloccata dalla Rai)
Doveva andare in onda nel febbraio scorso questa fiction dal titolo Tutto il mondo è paese. È liberamente ispirata al modello di accoglienza e integrazione di Riace e al suo sindaco Mimmo Lucano. Ma è ferma negli archivi di viale Mazzini. Una situazione che Beppe Fiorello ha reiteratamente denunciato sui social e in pubblico, parlando di ingerenze della politica sulla programmazione della tv pubblica. Su twitter scrisse tempo fa: “Non è la prima volta che una mia #fiction viene bloccata, anni fa le #foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di #graziellacampagna, l’allora Min. della Giustizia si indignò, ora #Riace, bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire”. E ha poi rincarò le accuse con un altro tweet: “Sono tanti, intellettuali, registi, scrittori, attori, attrici, giornalisti che si indignano per l’esclusione di una giurata da un talent show, pochi invece pronunciano parole di denuncia per questa vicenda che rischia di trasformarsi in censura“. Ora Beppe Fiorello ha una spiegazione in più del perché la Rai ancora non programmava la sua fiction, Forse sapeva qualcosa di quel che stava accadendo. Certo non sarebbe stato fantastico avere la fiction in programmazione mentre arrestavano il sindaco protagonista. In ogni caso il video della conferenza stampa di Fiorello serve solo a farvi capire che in tanti hanno creduto e credono nella onestà e nella rettitudine di Domenico Lucano. Se ha sbagliato pagherà per gli errori commessi. Perché davanti alla legge siamo tutti uguali. Quasi sempre.
E’ deceduta a causa delle gravi ferite riportate la turista padovana di 30 anni colpita domenica pomeriggio alla testa da una statua caduta da un balcone nel centro di Napoli. E’ quanto si apprende da fonti sanitarie. La donna era stata ricoverata all’Ospedale del Mare dopo aver ricevuto le prime cure all’ospedale Vecchio Pellegrini. La turista si trovava in via Sant’Anna di Palazzo, ai Quartieri Spagnoli, per un ultimo giro prima del ritorno a casa previsto nella serata di domenica con un volo in partenza dall’aeroporto di Capodichino. Sull’episodio indaga la Polizia.
La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Napoli, ha individuato l’abitazione dalla quale è precipitata la statuetta che ha provocato la morte della turista padovana di 30 anni colpita domenica pomeriggio alla testa dall’oggetto mentre passeggiava con il fidanzato nel centro di Napoli. Il fascicolo nel quale stanno confluendo le attività di accertamento degli inquirenti il reato ipotizzato passa dalle lesioni colpose all’omicidio colposo.
Mille euro per ogni neonato. E’ l’iniziativa decisa dal Comune di Giffoni Sei Casali, in provincia di Salerno, che presenterà l’iniziativa giovedì 19 settembre, alle ore 18, presso l’aula consiliare. In programma la cerimonia di consegna del bonus “Benvenuto, neonato”, una misura che prevede l’erogazione di un contributo economico una tantum ai bambini nati dall’1 gennaio al 31 dicembre 2023, così come stabilito nella delibera di Consiglio comunale numero 48 del 19/12/2023. Incentivare la natalità e contribuire alle spese per ogni figlio nato o minore adottato: questo l’obiettivo dell’iniziativa fortemente voluta dal sindaco, Francesco Munno.Si tratta di una forma di saluto e augurio che il Comune di Giffoni Sei Casali rivolge ai nuovi nati. Ogni bambino riceverà 1000 euro.
“Il tema della natalità, – affermano il primo cittadino, Francesco Munno e l’assessore alle Politiche Sociali, Angelina Di Muro – è diventato cruciale, per cui è necessario e doveroso che ogni amministrazione intraprenda iniziative e intervenga con misure efficaci per una nuova primavera demografica. Questa Amministrazione si è dimostrata sensibile alla problematica e ha inteso favorire la genitorialità con l’adozione di misure che possano sostenere tutte le famiglie, anche quelle adottive. Certamente non sarà un bonus una tantum a risolvere il problema, non abbiamo tale pretesa, ma è importante che i nostri concittadini che affrontano la genitorialità sentano la vicinanza e il sostegno dell’Amministrazione in un momento così bello ma allo stesso tempo così impegnativo della loro vita”. L’incentivo alla natalità è stato confermato anche per le nascite del 2024.
La Procura di Reggio Calabria ha disposto la riesumazione della salma di Amedeo Matacena, l’ex parlamentare di Forza Italia morto il 16 settembre 2022 mentre era latitante a Dubai dove si era trasferito da tempo per sfuggire alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa rimediata nel processo “Olimpia”. Lo scrive la Gazzetta del Sud. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Sara Parezzan, riguarda anche la morte di Raffaella De Carolis, la madre di Matacena, deceduta anche lei a Dubai il 18 giugno 2022, tre mesi prima del figlio.
Matacena ufficialmente è morto per infarto del miocardio ma evidentemente la Procura di Reggio Calabria non è convinta e ha aperto un’indagine per accertare la causa del decesso e capire se lo stesso possa essere collegato con quello della madre. Proprio per questo, nei giorni scorsi l’ex procuratore Giovanni Bombardieri, l’aggiunto Stefano Musolino e il pm Parezzan hanno disposto l’autopsia che sarà eseguita dal medico legale Aniello Maiese e dalla tossicologa Chiara David. Mentre la salma di Raffaella De Carolis si trova a Reggio Calabria, l’ex parlamentare Matacena è seppellito al cimitero di Formia. (