Collegati con noi

Cronache

I terroristi dell’Isis chiesero armi al clan dei Casalesi, lo sostiene il camorrista ora pentito Orabona

Pubblicato

del

Il boss della camorra che nega le armi ai terroristi dell’Isis. Spunta pure questo dettaglio nelle motivazioni della sentenza che ha riportato in carcere Mohamed Kamel Eddine Khemiri, il tunisino quarantatreenne condannato a giugno per terrorismo di matrice islamica a otto anni di reclusione ma lasciato in libertà in attesa della fine del processo. Il tunisino, fu arrestato e poi scarcerato per falsificazione di documenti. Fu proprio in occasione di quel suo primo arresto che un pentito di camorra riconobbe la foto di Khemiri sui giornali locali e sentì di doverne parlare agli inquirenti. E così gli inquirenti lo ascoltarono in carcere. Salvatore Orabona, collaboratore di giustizia, disse agli inquirenti di conoscere il tunisino e che non volle dare “le armi a quelle persone”. Quelle persone sarebbero i tunisini che gliele chiesero.

Il capo dei casalesi. Michele Zagaria

Quelle persone, a dire di Orabona, sarebbero i terroristi dell’Isis. Aveva opposto un netto rifiuto alla richiesta di vendere armi a Mohamed Kamel Eddine Khemiri. Il camorrista pentito raccontò prima ai pm e poi ai giudici. Giudici che poi scrivono nella sentenza che “avendo compreso Orabona i gravi scopi illeciti per i quali potevano essere utilizzate” le armi richieste, non volle vendergliele. “Nel giugno/luglio mi sono incontrato con tunisini o algerini, adesso non ricordo bene – dice Orabona – Siccome io già davo delle auto di Trentola Ducenta a un tale che si chiama Massimo ed è algerino di origine, questi mi fece incontrare dei suoi compaesani o tunisini che mi chiedevano delle auto”. Durante l’ incontro avviene la proposta di un affare ulteriore. “Dopo aver parlato di auto mi hanno chiesto dei kalashnikov e lì mi sono rifiutato, ho detto no a questa proposta delle armi e ho risposto che potevo dare solo le auto”. “Le armi – ribadisce – non le ho volute dare a quelle persone”. Si sarebbe trattato di cinque kalashinov. Ci fu un secondo incontro, sempre in un bar. In quell’occasione però si parlò di carte di credito clonate, patenti e documenti falsi e finti permessi di soggiorno, e Khemiri non disse nulla.

 

Advertisement

Cronache

Vance: felice di averlo visto ieri, lo ricorderò per sempre

Pubblicato

del

“Ho appena appreso della morte di Papa Francesco. Il mio pensiero va ai milioni di cristiani in tutto il mondo che lo hanno amato. Sono stato felice di vederlo ieri, nonostante fosse molto malato. Ma io lo ricorderò sempre per le sue omelie nei primi giorni del Covid, È stato veramente meraviglioso”: sono le parole su X del vicepresidente americano, JD Vance, che ieri nel corso della sua visita in Vaticano era stato brevemente ricevuto a Santa Marta dal Pontefice.

Continua a leggere

Cronache

Figli violenti tra Napoli e Portici, due arresti dei carabinieri

Pubblicato

del

Storie di violenze in famiglia tra Napoli e la vicina Portici: in un caso un figlio ha cercato di strangolare la madre, nell’altro una donna ha picchiato con calci e pugni la mamma ottantenne e la sorella. A Ponticelli, periferia di Napoli, quando i carabinieri hanno spalancato la porta, le mani di un 46enne napoletano erano ancora strette al collo della madre. E non è bastato l’intervento dei militari a fermare rabbia, insulti e minacce di morte. I militari erano stati allertati da una telefonata al 112: qualcuno aveva sentito urlare e probabilmente non era la prima volta. I carabinieri della stazione di Ponticelli e quelli del nucleo radiomobile sono arrivati in pochi istanti e hanno scoperto che il 46enne, già noto alle forze dell’ordine, aveva appena aggredito la madre.

I motivi non sono ancora chiari ma, da quello che è emerso, non sarebbe stata la prima volta. L’uomo è finito in manette e dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia. Storia simile nella vicina Portici. In questo caso la storia è tutta al femminile. Una 50enne, in casa con la madre di 83 anni e la sorella, forse a causa dell’abuso di alcolici, ha preso a calci e pugni le due vittime, sarebbero state colpite anche con un cellulare, ripetutamente. Secondo quanto ricostruito dai militari della stazione di Portici, intervenuti dopo una chiamata al 112, la 50enne avrebbe imputato a sorella e madre la sparizione di un gatto. La donna è stata portata nel carcere di Secondigliano. Delicate le condizioni delle vittime. Per la 83enne visibili ematomi alla schiena provocati dai calci ricevuti. Tra naso e bocca una vistosa perdita di sangue causata dai colpi inferti con lo smartphone. Anche la sorella ha riportato ferite ed escoriazioni su tutto il corpo. Se la caveranno con qualche giorno di prognosi.

Continua a leggere

Cronache

Malore durante gita di Pasqua, donna di Pozzuoli muore in agriturismo in Irpinia

Pubblicato

del

Tragedia di Pasqua in un agriturismo in provincia di Avellino. Una donna di 74 anni di Pozzuoli (Napoli), in gita insieme ai familiari, è stata stroncata da un malore improvviso poco prima dell’ora di pranzo. Inutili i tentativi di rianimarla. Sul posto, in località Scampata, i carabinieri di Ariano Irpino e i sanitari del 118 che hanno constatato il decesso. La salma, su disposizione della Procura di Benevento, è stata trasferita nel capoluogo sannita all’ospedale “San Pio”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto