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Ancora gommoni nel Mediterraneo, ancora morti annegati. E Salvini se la prende con Malta

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Il Mar Mediterraneo torna a essere un mare di morte. Mediterranea e OpenArms hanno lanciato un appello per un gommone in difficoltà, con oltre 120 migranti a bordo. Alcuni di loro sono morti annegati, secondo quanto riferito dagli attivisti, mentre gli altri sono poi stati presi in consegna prima da un rimorchiatore e poi dalla guardia costiera libica. La notizia del salvataggio (senza però parlare di morti) è stata data dal ministro Matteo Salvini sui suoi profili social. “Nessun morto”, smentisce però dalla Libia il portavoce della Marina, Ayob Amr Ghasem, senza fornire altri dettaglia. “Tanti saluti a scafisti e Ong”, il commento del ministro dell’Interno  Salvini, che torna intanto a puntare il dito contro La Valletta, segnalando che “un pattugliatore maltese ha invertito la rotta, abbandonando un gommone con 150/200 immigrati in mezzo al Mediterraneo e in direzione dell’Italia: è l’ennesima vergogna, degna di questa Unione europea incapace e dannosa”. “La sfida immigrazione è a lungo termine e richiede una risposta strategica, strutturata”, spiega il premier Giuseppe Conte aggiungendo che “ridurre gli sbarchi significa contribuire a scardinare la rete di trafficanti di essere umani, significa soprattutto ridurre il numero di vittime in mare. Questo governo sin dall’inizio ha sollecitato una risposta complessiva dell’Europa. Questa risposta ancora fa fatica a essere attuata e lo dico con un certo rammarico”.

Migranti. L’emergenza di sempre. Ancora morti annegati

Arriva, invece, da Alarm Phone – il supporto telefonico dedicato ai migranti che tentano la disperata traversata – l’appello all’Europa perchè soccorra un’altra nave, questa volta al largo delle coste del Marocco, con 70 persone a bordo, già da giovedi’. “Molti sono morti”, si legge nel tweet di allerta, “Spagna e Marocco sono state informate ma non hanno disposto alcuna operazione di salvataggio”. E’ di ieri sera l’allarme lanciato da Mediterranea, tornata al largo delle coste libiche proprio nel pomeriggio insieme con OpenArms e Sea Watch in quella che e’ stata definita una “missione solidale” contro il tentativo di “desertificazione del Mediterraneo”. “Centoventi persone rischiano di annegare adesso”, l’allarme degli attivisti dopo aver ricevuto la segnalazione di un gommone in avaria. La ‘Mare Jonio’ avrebbe quindi informato il centro di coordinamento italiano e, su suggerimento di Roma, quello libico “senza avere risposta”. In nottata i migranti, oltre cento, sono stati soccorsi da un rimorchiatore in servizio presso le piattaforme davanti alla Libia. Ha recuperato i migranti, poi consegnati ad una motovedetta della Guardia costiera libica, che ha comunicato alle autorita’ italiane di aver preso il coordinamento dei soccorsi. “Dove sono i naufraghi soccorsi? Quali sono le loro condizioni di salute?”, le richieste delle ong impegnate in mare.

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Lavoro extra fuori da Ssn, richiesta degli infermieri

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Infermiere in ospedale ma, fuori dall’orario di lavoro e previa autorizzazione, poter vestire i panni di un’altra professione, con l’obiettivo di avere una ulteriore entrata economica. Una possibilità che gli infermieri chiedono di introdurre nel contratto di lavoro del comparto Sanità, la cui definizione è alle ultime battute con i sindacati di categoria impegnati proprio in queste ore all’Aran per un rush finale in vista della chiusura dell’accordo. Quella di un ‘lavoro extra’ è, in realtà, un’opzione già prevista dalla legge ma non ancora dal contratto di lavoro. Inoltre, vi sono diverse interpretazioni della norma legislativa e per questo se ne chiede una definizione chiara nel contratto. A dar voce alla richiesta è il segretario del sindacato degli infermieri Nursind, Andrea Bottega: “Chiediamo che il contratto riconosca quanto già la legge dice. Attualmente – spiega – esiste infatti una legge che consente agli infermieri e al personale sanitario di fare attività al di fuori dell’orario di lavoro presso altri istituti e datori o come libera professione, previa autorizzazione”.

Nelle precedenti bozze del contratto, precisa, “si prevedeva l’introduzione di questa norma ma in una formulazione restrittiva: cioè si prevedeva la possibilità di svolgere una attività extra ma attinente al proprio profilo professionale; ovvero, un infermiere che lavora in ospedale potrebbe svolgere solo l’attività di infermiere anche fuori dall’orario di lavoro sempre se autorizzato”. La legge, però, chiarisce il leader sindacale, “dice che si può svolgere qualsiasi attività lavorativa, perchè fa venire meno l’incompatibilità. Tuttavia nella versione considerata in precedenza, sulla base della interpretazione delle Regioni, la possibilità di un lavoro extra era limitata appunto solo all’attività professionale esercitata, ovvero l’attività infermieristica”.

Questo, secondo Bottega, “è limitativo, perchè se un infermiere ha ad esempio competenze di carattere informatico e vuole lavorare in una ditta di informatica, o se volesse lavorare in una attività di famiglia, ciò non sarebbe consentito secondo la versione arrivata alla bozza di contratto”. Il Nursind ha chiesto, quindi, che la norma sia reintrodotta, ma nella interpretazione prevista dalla legge. Nella bozza attuale del contratto, “tale articolo non è più presente, ma ci batteremo perchè sia reintrodotto. Stiamo infatti cercando di mettere anche nella contrattazione dei contenuti che magari sono stati già anticipati dalla legge ma che ora vanno disciplinati al fine di evitare diversità interpretative da parte delle singole aziende sanitarie regionali”.

Il lavoro extra, sottolinea, “consentirebbe a chi ha maggiori difficoltà economiche di poter avere un’altra fonte di entrata”. Ma ovviamente, precisa Bottega, “per noi l’aspetto sostanziale resta quello di migliorare la situazione economica del rapporto di lavoro remunerando meglio il lavoro infermieristico che già si fa e le prestazioni aggiuntive, ad esempio per smaltire le liste di attesa. Ma sappiamo che un miglioramento degli stipendi in alcuni casi potrebbe non bastare, e questa sarebbe una possibilità in più se venisse correttamente recepita dal contratto”. Così, conclude, “si potrebbe contrastare il fenomeno dell’abbandono della professione, perchè poco remunerativa, oltre a porre un fremo al lavoro in nero”.

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Mostro Firenze, chiesta revisione del processo per Vanni

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“Mario Vanni non è il mostro di Firenze. In base a nuove prove abbiamo depositato istanza di revisione per l’annullamento della sentenza di condanna ai ‘compagni di merende’ per gli ultimi quattro duplici omicidi del killer delle coppiette”. Ad annunciarlo l’avvocato Valter Biscotti che insieme al collega Antonio Mazzeo assiste Paolo Vanni, il nipote del postino di San Casciano, morto a 81 anni nel 2009. Insieme a Giancarlo Lotti, il pentito, Vanni fu condannato al processo bis sul mostro per gli ultimi quattro duplici delitti: Montespertoli 1982, Giogoli 1983, Vicchio 1984, Scopeti 1985. In appello nel 1999 Vanni – per il quale il pg Daniele Propato aveva comunque chiesto l’assoluzione – ebbe l’ergastolo, Lotti 26 anni di carcere, condanne rese definitive nel 2000 dalla Cassazione.

“Sono emerse nuove prove” – secondo i due legali – anche grazie alla collaborazione dei consulenti Francesco Cappelletti, il professor Stefano Vanini e la dottoressa Fabiola Giusti”. Tra i nuovi elementi, spiegano i legali, emergono due testimonianze che non sarebbero state valutate nel corso del processo e smentirebbero Giancarlo Lotti in merito alla sua presenza sulla scena del delitto a Scopeti, in cui furono uccisi Nadine Mauriot e Jean-Michel Kraveichvili, e su quella del secondo omicidio attribuito al mostro. Inoltre, lo studio scientifico sulle larve rilevate sui cadaveri impone di anticipare di quarantotto ore la data dell’omicidio a Scopeti, stabilita in sentenza l’8 settembre 1985.

“Un dato rilevante – spiega l’avvocato Biscotti – perché in contrasto con il racconto del testimone oculare Giancarlo Lotti. E’ un dato scientifico: dimostra che non era presente. Così viene giù l’accusa”. “E’ una battaglia di civiltà giuridica – spiega Biscotti – qualcuno si deve assumere il compito di eliminare quei detriti che anche in un processo penale impediscono la ricerca della verità. Dopo 30 anni certi processi si vedono con una luce più chiara, anche grazie alla scienza”.

La Corte d’appello di Genova, dopo aver ottenuto gli atti del procedimento dalla Corte d’appello di Firenze, valuterà in via preliminare l’ammissibilità dell’istanza. “Mio zio era una persona docile, non ho mai creduto che potesse essere il mostro di Firenze. E’ un atto di fede nei suoi confronti che mi ha spinto a sollecitare la revisione dell’ergastolo – spiega Paolo Vanni -. Con me era sempre gentile: quando da piccolo andavo in collegio mi lasciava sempre 150 lire. In paese lo chiamavano il ‘torsolo’ per indicare una persona ignorante, incapace di delitti efferati”. E dei compagni di merende? “Non ho mai visto Lotti, solo qualche volta per strada Pacciani e mio zio non mi ha mai parlato di loro. Credo invece che il mostro sia ancora in vita e conoscesse mio zio. È solo una mia ipotesi e non faccio nomi”.

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Operaio al lavoro in strada muore travolto da un albero

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Il vento tirava forte stamani a Pescia, in provincia di Pistoia come in tutta la Toscana, e Mario Morina, 59 anni, dipendente di una cooperativa che si occupa della manutenzione del verde per conto del Comune, stava facendo il suo lavoro quando un albero, probabilmente a causa delle forti raffiche, gli è crollato addosso uccidendolo. E sempre in Toscana tragedia sfiorata dopo che un albero ad alto fusto, a causa del forte vento, è crollato su uno scuolabus nel comune di Rignano sull’Arno nel Fiorentino senza provocare conseguenze importanti. “Abbiamo avuto fortuna perché l’albero ha rotto solo il parabrezza”, ha detto il sindaco Giacomo Certosi. A bordo c’erano otto bambini con l’accompagnatrice e l’autista. Tutti sono stati portati in ospedali per controlli o cure, ma si tratta di traumi leggeri. Mentre l’Italia è stretta nella morsa del gelo, a Volturara Irpina, in provincia di Avellino, un uomo di 77 è morto ed è stato ritrovato coperto dalla neve.

Probabilmente è stato un infarto fulminante a causare il decesso della vittima che di buon mattino era uscita di casa per la consueta passeggiata nel centro del paese. A Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, un grave incidente, forse causato dal forte vento, ha coinvolto un 17enne, che viaggiava in sella a uno scooter e che è stato colpito da un lampione. Il ragazzo, cadendo del mezzo, ha riportato ferite gravissime.

Il maltempo continuerà a sferzare il Centrosud almeno fino a martedì, portando piogge abbondanti e nevicate a bassissima quota. Sul resto d’Italia domina invece l’anticiclone delle Azzorre con bel tempo prevalente. Al Nord continuerà a fare freddo anche di giorno, oltre che di notte, con temperature che scenderanno di molti gradi sotto lo zero anche in pianura. Sempre in Campania, a causa di una violenta bufera di neve otto escursionisti, tra cui una bambina, sono rimasti bloccati in un rifugio a Sanza, nel Salernitano, sul Monte Cervati, la vetta più alta della Campania.

L’allarme è stato lanciato nella tarda serata di ieri, e stamane i vigili del fuoco hanno raggiunto il luogo col gatto delle nevi portando in salvo tutti. Collegamenti marittimi irregolari anche oggi per Procida e Ischia a causa dei venti forti da Nord Est che soffiano da stanotte nel golfo di Napoli. Sospese quasi tutte le corse degli aliscafi per le due isole. Restano al momento confermati i collegamenti operati con navi traghetto da Napoli e Pozzuoli per le due isole. Risveglio insolito a Capri, con una temperatura percepita di -1° e dalla quale si poteva vedere il Vesuvio ricoperto di neve. In Toscana annullati anche vari collegamenti con Elba, Giglio e Capraia. La frazione di Ginostra, nell’isola di Stromboli, è senza luce a causa della pioggia e danni si registrano a Lipari e Filicudi. Isolate da due giorni le Isole Tremiti (Foggia).

Nevica ancora in provincia di Foggia. Imbiancati anche i comuni garganici non interessati ieri dalla neve scesa sui Monti Dauni. In molti centri del Foggiano, proprio a causa della neve, i sindaci hanno disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. E sono stati oltre 100 gli interventi dei vigili del fuoco per le forti nevicate che hanno interessato la Basilicata e, in particolare, la provincia di Potenza, dove oggi le scuole sono chiuse nel capoluogo e in molti comuni. In Molise, scuole chiuse a Campobasso e in una ventina di comuni così come in Calabria sul litorale tirrenico Cosentino.

Domani scuole di ogni ordine e grado chiuse a Crotone. Per le incessanti piogge e il forte vento, è stata disposta la chiusura dei parchi cittadini e dei cimiteri di Brindisi. L’inverno è arrivato anche in Sardegna con qualche settimana di ritardo dopo un autunno prolungato. Da ieri sera anche l’Isola è interessata da un fronte artico che ha riportato la neve sugli 800 metri. Sul Gennargentu si attende un’altra nevicata questa sera. I fiocchi potrebbero cadere anche in Ogliastra visto che le temperature sono destinate ancora a scendere questa sera.

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