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Ancora 90′ sapere chi va in B tra Spezia e Verona

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Atalanta e Roma in Europa League, Juventus in Conference a meno di provvedimenti dell’Uefa, spareggio salvezza tra Verona e Spezia. Sono questi i responsi dell’ultima giornata della Serie A 2022-’23, quella che ha consegnato il terzo scudetto della sua storia al Napoli, città anche oggi pazza di gioia. La sfida diretta per la salvezza è stata determinata dalle sconfitte del Verona a San Siro con il Milan (doppietta di Rafa Leao e lacrime di tanti, nel dopopartita, per l’addio a Ibrahimovic) e dello Spezia all’Olimpico contro la Roma, ancora traumatizzata dalla beffa di Bruxelles, e senza lo squalificato Mourinho (acclamato a lungo dal pubblico) in panchina. A sancire il successo romanista, forse a quel punto insperato, dei giallorossi è stato un rigore trasformato all’88’ da Dybala, uomo che nella finale di Europa League avrebbe fatto maledettamente comodo fino alla fine. I giallorossi, grazie alla prodezza dal dischetto dell’argentino, ci riproveranno nella prosima stagione.

Quanto allo spareggio per la salvezza , ci si è arrivati perché con il nuovo regolamento, da quest’anno gli scontri diretti non sono più sufficienti a decretare lo scudetto o la salvezza. In caso di parità fra due squadre, in testa o in coda, si disputa uno spareggio in campo neutro, con eventuali rigori dopo i 90 minuti, quindi senza tempi supplementari. Una norma che penalizza lo Spezia, che sarebbe stato in vantaggio avendo vinto 2-1 a Verona e pareggiato 0-0 al ritorno. Ma è inutile pensarci ora, la squadra di Leonardo Semplici, paga soprattutto il pessimo rendimento nell’ultima fase della stagione, e oggi per segnare il gol del 2-2 che avrebbe garantito la permanenza nella massima serie non è bastato neppure il maxi recupero di 15 minuti concesso a Roma dall’arbitro Maresca. Intanto Napoli è tornata a fare festa, nonostante un po’ di malinconia per l’addio annunciato di Luciano Spalletti. Il 26/o centro del capocannoniere Osimhen, con un rigore angolato trasformato di forza, santifica lo scudetto del Napoli in una conclusione di stagione ovattata contro una Sampdoria retrocessa, con Stankovic ai saluti e un futuro da scrivere grazie a una cessione finalmente arrivata.

Ci sono cortei e canti in una Napoli che non vuole smettere di festeggiare un tricolore tanto atteso. I giocatori scendono in campo con in braccio i figli, il pubblico e’ in estasi nonostante il cruccio per l’addio di Spalletti. Allo stadio c’è perfino Claudia, l’ex moglie di Diego Maradona, e il ‘Cholito’ Simeone le dedica il suo gol indicandone la collocazione in tribuna. La Samp gioca con orgoglio, con un Quagliarella emozionato che riceve una standing ovation da brividi dal popolo napoletano, quindi il suo visto che è nato sul Golfo, quando esce dal campo. Ci vuole un rigore per sbloccare l’epilogo, poi Spalletti fa turnover concedendo applausi agli altri titolari. Così Simeone, fissa il 2-0 con un gran gol ed esulta con in mano la maglia di Maradona.

Dopo il ko della Roma, in Europa nei prossimi giorni tocca alla Fiorentina e all’Inter, che arrivano agli appuntamenti con West Ham e Manchester City in grande forma. I viola hanno strapazzato il Sassuolo e si issano in solitaria all’ottavo posto grazie al buon lavoro di Italiano, uno dei candidati alla panchina del Napoli. Il Torino si e’ dovuto inchinare invece all’Inter che puo’ preparare con fiducia la sfida infernale coi Citizens di Guardiola che, pur aggiudicandosi la FA Cup col Manchester United, non sembrano nella forma dell’ultimo mese. A Istanbul la stanchezza potrebbe farsi sentire nelle gambe di Gundogan e soci. Intanto l’Inter chiude al terzo posto, davanti al Milan ma dietro alla Lazio, che ha conquistato il miglior piazzamento dell’era Lotito vincendo a Empoli. Ora però, reclama Sarri, urgono rinforzi per non fare brutta figura in Europa, e capire quale sia il futuro di Milinkovic Savic: i tifosi si augurano che rimanga. La Cremonese si e’ congedata con un mezzo sorriso dalla serie A col successo davanti al proprio pubblico con la tranquilla Salernitana.

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Sinner nella storia: batte Alcaraz e vola in finale contro Medvedev a Pechino

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Jannik Sinner nella storia: batte Carlos Alcaraz e vola in  finale del “China Open” a Pechino,  sui campi in cemento dell’Olympic Green Tennis Centre. Un torneo che ha come montepremi 3.633.975 dollari.

Sinner, 22 anni era la sesta testa di serie ed ha sconfitto in semifinale lo spagnolo Alcaraz, numero 1 del tabellone e del ranking mondiale, in due soli set con il punteggio di 7-6, 6-1, poco meno di due ore di gioco.  Il giovane azzurro altoatesino sfiderà per il titolo il russo Daniil Medvedev, seconda testa di serie e numero 3 del mondo, che in semifinale aveva battuto Alexander Zverev.

 

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Ancelotti, col Napoli serve il miglior Real Madrid

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Andare a vincere a Girona, la squadra capolista a sorpresa della Liga e ora sfidare il Napoli in uno dei match top di Champions League. Il Real Madrid di Ancelotti ha avuto la pessima giornata del ko nel derby contro l’Atletico in una stagione che ha ripreso poi a funzionare, con sette vittorie nelle prime otto giornate di Liga, la vetta della classifica e il successo sul campo dell’Union Berlino. Quindi il tecnico arriva sereno a Napoli, ma sa di dover avere un Real Madrid al top: “perché – spiega Ancelotti – giochiamo con una delle migliori squadre italiane”.

“Il Napoli – continua – è stato forte l’anno scorso e ha mantenuto la stessa struttura. E’ una squadra che ha personalità e noi dobbiamo giocare una partita seria e completa”. Un match in cui Ancelotti ritrova il terzetto Bellingham, Vinicius e Rodrygo e una formazione che punta sul centrocampo dei giovani: “E’ la partita più difficile della prima fase – aggiunge – ma siamo abituati a questi match e la maglia del Real è per noi uno stimolo e pesa per gli avversari. Il Real è una istituzione in questa competizione e credo che ciò ci aiuti”. “A centrocampo – dice ancora Ancelotti – abbiamo sette giocatori, ma ne giocano quattro. Modric? Non ha giocato le ultime due partite ma ha un peso e si può partire anche dalla panchina”.

I fari sono su Bellingham, uomo da 103 milioni pagati al Borussia Dortmund e nuova stella con 7 gol in 8 partite: “Bellingham migliore del mondo? Si è adattato molto bene – spiega Ancelotti – sta mostrando le sue qualità e ci fa felici, ma per noi conta davvero che abbiamo complessivamente la migliore squadra del mondo”. Ancelotti sa che chi vince nella doppia sfida con il Napoli arriverà primo nella classifica e avrà un ottavo di Champions più semplice, ma guarda anche con rispetto il club che ha allenato per un anno e mezzo: “Ho vissuto a Napoli momenti molto buoni in una città meravigliosa, ma anche momenti meno buoni. Alla fine rimane il ricordo di una esperienza positiva. Quando tra un club e un allenatore non c’è più un feeling finisce l’avventura. Poi in due anni sono tornato al miglior club del mondo”. Sulle star del Napoli di oggi il giudizio è molto positivo: “Kvaratskhelia e Osimhen – spiega – sono ottimi attaccanti eh hanno qualità per stare ad altissimi livelli. Il talento è tanto, Kvara è molto bravo nell’uno contro uno e Osimhen è un attaccante potente e mobile, molto pericoloso. Di Lorenzo? Ha avuto una progressione forte e continua, è uno dei migliori terzini in Europa oggi”.

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La Fiorentina si sbarazza del Cagliari ed è terza

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Battendo il Cagliari 3-0 la Fiorentina agguanta in classifica Juventus e Napoli a quota 14, al terzo posto. E’ stato tutto facile per la squadra viola che davanti al ct della Nazionale Luciano Spalletti ha praticamente chiuso la pratica nel primo tempo con la rete in apertura del solito Nico Gonzalez e poco dopo l’autogol di Dossena su tiro di Kayode, mentre il tris è arrivato nell’ultimo minuto di recupero con Nzola, al suo primo centro in maglia viola. Per la formazione sarda un altro ko in un campionato che non decolla e la vede ancora ultima con 2 punti. Vincenzo Italiano ha cambiato ancora rispetto alla trasferta pareggiata a Frosinone: Beltran terminale d’attacco preferito inizialmente a Nzola, Brekalo nel trio alle spalle del centravanti argentino insieme ai confermatissimi Gonzalez e Bonvantura, il baby Kayode terzino destro alla prima da titolare al Franchi, a sinistra Parisi per l’acciaccato Biraghi, nel mezzo fiducia a Arthur e Duncan.

Claudio Ranieri, applauditissimo all’ingresso in campo dai suoi ex tifosi, ha schierato il Cagliari a specchio con i viola: stesso modulo, difesa a quattro e una sola punta (Petagna) sostenuto da Zappa, Shomurodov e Nandez, mentre Luvumbo, non al meglio, ha cominciato in panchina. Pronti via e la squadra di casa è passata subito con il solito Nico Gonzalez che ha approfittato di un pasticcio difensivo per realizzare il quarto gol in campionato, il sesto compresi i preliminari di Conference. La squadra sarda di lì a poco ha avuto una clamorosa occasione per pareggiare, complice un retropassaggio sbagliato da Milenkovic che ha innescato Nandez, il suo tiro (debole) è stato spazzato via sulla linea da Kayode. Il pericolo corso ha portato la Fiorentina (73,5% di possesso palla nei primi 15 minuti) ad attaccare di nuovo: ancora pericoloso Gonzalez, ma il raddoppio è arrivato con una maldestra autorete di Dossena su un pallone teso e basso calciato dallo scatenato Kayode. Viola avanti con merito e proteste con l’arbitro Di Bello per un contatto in area Wieteska-Gonzalez.

Per il Cagliari un solo tentativo, prima dell’intervallo, con Shomurodov, poi sostituito con Oristanio. A inizio ripresa Ranieri ha inserito anche Prati per Deiola e complice un momento di rilassamento degli avversari il suo Cagliari ha preso un po’ di coraggio arrivando a sfiorare il gol con Petagna che al 18′, sul filo del fuorigioco, ha colpito la traversa con un pallonetto. La risposta di Italiano non si è fatta attendere e pensando anche all’impegno di giovedì di Conference contro il Ferecnavos ha tolto fra gli altri Gonzalez e Bonaventura, nell’ultimo quarto d’ora Ranieri ha giocato anche la carta Pavoletti (fuori Petagna) ma è stata la Fiorentina ad andare vicinissima al tris trovandolo in pieno recupero, in contropiede, con Nzola subentrato poco prima a Beltran e acclamato dal popolo viola. Quanto a Ranieri al momento la sua posizione non sembra essere in bilico anche se gli allenatori dipendono sempre dai risultati.

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