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Salute

Alla Fiera Aestetica c’è Challenge Nail: una gara fra artisti che dipingono le unghie

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Unghie di tutti i colori, di tutte le fogge, veri capolavori artistici, difficili da sfoggiare in ufficio ma perfette per una serata o un evento. È il mondo del nail. Un comparto economico florido, di tendenza sui social dove impazzano tutorial e nuove tendenze, al centro dell’edizione 2018 di Aestetica la bella rassegna del settore organizzata da Funtastic, ideata da Emilio Marzoli che è riuscito nell’intento di dare una vetrina, e che vetrina a giudicare dalle file all’ingresso e dalla folla dovunque, anche alle realtà piccole, alle imprese che “producono” bellezza, che valorizzano le idee.


E torniamo al nail: nei tre giorni di Aestetica ci sono tutte le sessioni di Nail Challenge, una gara fra artisti che disegnano, dipingono sulle unghie delle modelle ogni genere di piccolissimo capolavoro. Con regolamenti severi, con la premiazione finale. Una gara dove esprimere la propria arte. Nel Padiglione 4 dove si svolge lo Challenge non vola una mosca quando è in corso la competizione artistica ma c’è una vetrina che contiene minuscoli capolavori, un campionario di unghie d’autore.

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Salute

Ad Andrea Ballabio premio internazionale per ricerca su lisosomi

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Andrea Ballabio (foto Imagoeconomica in evidenza), fondatore ed ex direttore del Telethon Institute of Genetics and Medicine (Tigem) di Pozzuoli ha ricevuto il ‘Beth Levine, M.D. Prize in Autophagy Research’ dell’University of Texas Southwestern di Dallas, premio internazionale conferito ogni due anni a scienziati che si sono distinti nelle ricerche nel campo dell’autofagia, il processo attraverso cui le cellule rimuovono e riciclano le sostanze di scarto e il cui malfunzionamento è alla base di numerose patologie. “Sono davvero onorato di ricevere questo premio dedicato a Beth, una straordinaria scienziata e una meravigliosa collega”, ha dichiarato Ballabio in una nota.

“La ricerca del dottor Ballabio ha fatto progredire la nostra comprensione del ruolo dei lisosomi, che sono organelli che fungono da sistema di smaltimento dei rifiuti per le cellule e regolatore del metabolismo cellulare”, ha spiegato Joan Conaway, vice-rettore e decano per la Ricerca di base all’University of Texas Southwestern. Ballabio, professore di Genetica medica all’Università diNapoli “Federico II”, studia da anni i lisosomi e ha contribuito a far luce sul ruolo di questi organelli trasformandone la visione, da entità statiche, impegnate solo nella degradazione dei rifiuti cellulari, ad attore importante nel controllo del metabolismo cellulare in risposta agli stimoli ambientali. In questo ambito si situano, in particolare, le ricerche su una proteina chiave denominata Tfeb. “Ora stiamo lavorando allo sviluppo di approcci farmacologici per promuovere lo smaltimento dei rifiuti cellulari attraverso la modulazione dell’attività Tfeb. Ciò può portare a terapie per diverse condizioni, come le malattie neurodegenerative e il cancro”, ha concluso Ballabio.

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Olio d’oliva e tumore al seno: nuova ricerca Neuromed su effetti protettivi contro le forme più aggressive

Uno studio Neuromed pubblicato sull’European Journal of Cancer mostra come il consumo di olio d’oliva possa ridurre il rischio di tumori al seno più aggressivi.

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L’olio d’oliva potrebbe diventare un prezioso alleato nella lotta contro alcune tra le forme più aggressive di tumore al seno. È quanto emerge da uno studio condotto dall’IRCCS Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l’Università dell’Insubria e l’Università LUM di Casamassima, pubblicato sull’European Journal of Cancer.

Una protezione contro i tumori ormono-indipendenti

L’indagine si è concentrata sul consumo di olio d’oliva e il rischio di sviluppare specifici sottotipi di tumore mammario. Coinvolgendo oltre 11.000 donne residenti in Molise, seguite per circa 13 anni, i ricercatori hanno scoperto che un consumo quotidiano elevato – oltre tre cucchiai al giorno – è associato a un minor rischio di sviluppare tumori al seno privi di recettori ormonali (estrogeni e progesterone) e HER2-negativi, due categorie note per la loro maggiore aggressività e per la minore risposta alle terapie farmacologiche tradizionali.

Ogni cucchiaio in più al giorno è associato a una riduzione del rischio di sviluppare queste forme tumorali”, ha spiegato Emilia Ruggiero, prima autrice dello studio e ricercatrice presso l’Unità di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed, nonché borsista della Fondazione Umberto Veronesi. Il merito sarebbe da attribuire a componenti specifici dell’olio d’oliva, come polifenoli e acidi grassi monoinsaturi, già noti per le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Marialaura Bonaccio ed Emilia Ruggiero

Una revisione internazionale conferma: servono nuovi studi

Accanto all’analisi dei dati del progetto Moli-sani, i ricercatori hanno condotto anche una revisione sistematica della letteratura scientifica internazionale fino al 2024. Il risultato mostra un panorama ancora sfaccettato: gli studi caso-controllo indicano un potenziale effetto protettivo dell’olio d’oliva, mentre quelli prospettici non evidenziano ancora correlazioni significative.

“La revisione – sottolinea Marialaura Bonaccio, ricercatrice del team Neuromed – conferma il bisogno di ulteriori approfondimenti, in particolare di studi clinici ben disegnati. Ma il contesto mediterraneo offre un’occasione unica per indagare con rigore l’impatto dell’alimentazione sulla prevenzione oncologica”.

L’impegno della Fondazione Veronesi nella prevenzione

Il lavoro scientifico rientra nel Progetto UMBERTO, una piattaforma promossa congiuntamente da Neuromed e Fondazione Umberto Veronesi ETS, ed è stato finanziato direttamente dalla Fondazione, da anni attiva nella ricerca su alimentazione e cancro.

“Siamo orgogliosi di aver sostenuto questa ricerca – commenta Chiara Tonelli, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Veronesi – perché dimostra quanto le nostre scelte possano tradursi in risultati concreti per la salute pubblica. L’associazione tra consumo di olio d’oliva e riduzione del rischio di tumori aggressivi al seno è un’indicazione preziosa per la medicina preventiva”.

 

Emilia Ruggiero, Sukshma Sharma, Augusto Di Castelnuovo, Simona Costanzo, Teresa Panzera, Simona Esposito, Chiara Cerletti, Maria Benedetta Donati, Giovanni de Gaetano, Licia Iacoviello, Marialaura Bonaccio. Olive oil consumption and risk of breast cancer: Prospective results from the Moli-sani Study, and a systematic review of observational studies and randomized clinical trials. European Journal of Cancer, Volume 224, 2025

DOI: https://doi.org/10.1016/j.ejca.2025.115520

Lo studio Moli-sani

Partito nel marzo 2005, ha coinvolto circa 25.000 cittadini, residenti in Molise, per conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori. Lo studio Moli-sani, oggi basato presso l’IRCCS Neuromed, ha trasformato un’intera Regione italiana in un grande laboratorio scientifico.

L’IRCCS Neuromed

L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Neuromed di Pozzilli (IS) rappresenta un punto di riferimento a livello italiano ed internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso e quello vascolare. Un centro in cui i medici, i ricercatori, il personale e gli stessi pazienti formano un’alleanza rivolta a garantire il miglior livello di assistenza possibile e cure all’avanguardia, guidate dagli sviluppi scientifici più avanzati.

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Prevenzione come salvezza del Servizio sanitario: l’appello di Alberto Mantovani da Napoli

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«La prevenzione va intesa non solo per il benessere individuale ma anche come la salvezza del nostro Servizio sanitario nazionale universalistico». Con queste parole al Corriere della Sera, Alberto Mantovani (foto Imagoeconomica), immunologo di fama internazionale e presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca, ha aperto a Napoli, insieme al ministro della Salute Orazio Schillaci e alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la prima edizione degli Stati generali della prevenzione.

Prevenzione come pilastro della sostenibilità del sistema

Secondo Mantovani, la prevenzione è un elemento essenziale per garantire la sostenibilità economica e clinica del Servizio sanitario: «È uno dei pilastri, insieme a qualità, efficienza, appropriatezza». La qualità, sottolinea, passa anche attraverso il lavoro dell’Agenas, il cui ruolo è fondamentale nella valutazione, ricerca e innovazione dei servizi sanitari.

L’allarme su fumo, alcol e obesità

Sul fronte della prevenzione primaria, i dati non sono rassicuranti: «Un quarto dei nostri cittadini fuma e un sesto consuma alcol in quantità rischiose. Ma il dato che più mi preoccupa è quello sull’obesità: nel mondo 1,9 miliardi di persone sono in sovrappeso, di cui 650 milioni sono obese. In Europa, l’Italia è il secondo peggior Paese per tasso di obesità infantile».

Il grasso e l’immunità: un legame pericoloso

Mantovani evidenzia anche il legame tra grasso corporeo e sistema immunitario: «Il tessuto adiposo è composto in gran parte da cellule del sistema immunitario: quando siamo in sovrappeso, queste cellule vanno in tilt. L’esercizio fisico, invece, è un ottimo stimolo per l’immunità e può persino aiutare nella terapia oncologica».

Vaccini e screening: progressi e criticità

Sul fronte vaccinale, l’Italia si posiziona tra i Paesi più avanzati per standard e produzione, ma la copertura è ancora disomogenea e discontinua da regione a regione. Anche per quanto riguarda gli screening oncologici, il 90% della popolazione riceve gli inviti, ma la risposta è elevata solo nel Centro-Nord. «Servono strumenti nuovi come la biopsia liquida, che grazie anche all’uso dell’intelligenza artificiale, potrà integrare gli screening tradizionali e migliorarne l’efficacia», aggiunge Mantovani.

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