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Politica

Albero di Natale offensivo nei confronti del Capo dello Stato e del Presidente del Consiglio: rimosso

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Una struttura animata che voleva forse essere ironica ma è risultata un po’ volgare ed offensiva: stiamo parlando dell’albero di Natale nella foto, appena rimosso dai Carabinieri dalla facciata di un’abitazione a Torre del Greco, Napoli.
La struttura raffigura un albero di Natale sul quale sono posti il presidente della Repubblica, il presidente del consiglio e altri componenti del governo ognuno di questi all’interno di un water.
Il meccanismo della struttura è automatico e si muove.
L’opera presenta poi una sorta di manifesto con su scritto “IL REDDITO DI CITTADINANZA NON SI TOCCA”.
Sono intervenuti anche i vigili del fuoco per lo smontaggio. Il proprietario dell’abitazione, un 57enne, è stato denunciato all’Autorità giudiziaria per vilipendio delle istituzioni costituzionali.

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Economia

L’ultima di Visco, ora si apre il nodo successione a Bankitalia

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Poche parole ‘a braccio’ di ringraziamento ai colleghi di 50 anni di lavoro nella Banca, una relazione senza sconti su quei temi e proposte che non condivide ma con toni pacati e un lungo applauso finale. Le ultime considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco si svolgono, nel salone dei partecipanti di Palazzo Koch, come da tradizione dopo la parentesi del Covid: platea gremita di banchieri, industriali, autorità e sindacalisti. In prima fila gli alti vertici della banca e l’ex premier e numero uno di Via Nazionale e della Bce Mario Draghi. Assente, come d’abitudine, il governo che da ora fino a novembre, quando scadrà il secondo mandato del governatore, dovrà trovare il nome del sostituto. Una casella ‘pesante’ nel puzzle delle nomine che molti indicano verrà occupata da Fabio Panetta, ora nel board della Bce ma con un lungo e inappuntabile curriculum in Banca d’Italia.

A Via Nazionale è arrivato fino alla carica di direttore generale prima di essere chiamato a Francoforte a inizio 2020. Altre soluzioni, quella interna con l’attuale dg della banca Luigi Federico Signorini o di un outsider esterno riscuotono quotazioni inferiori negli ambienti finanziari e della maggioranza parlamentare. L’iter della nomina tuttavia vede un ruolo non notarile del Presidente della Repubblica al quale, secondo la legge, spetta il decreto di nomina su “proposta del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia”. Va poi ricordato come la banca sia parte dell’Eurosistema Bce che non deflette sulle caratteristiche di autonomia e indipendenza. Per il momento Visco incassa le parole di elogio dei diversi attori della scena finanziaria. Per Gros Pietro “il governatore è un grande economista, un bravissimo economista” mentre il presidente di Unciredit Pier Carlo Padoan (che occupava la carica di ministro dell’economia ai tempi delle crisi bancarie con Visco governatore), “”il paese deve essere grato a Ignazio Visco” per ” il suo contributo personale a quello che ha fatto la Banca d’Italia in questi anni”.

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Politica

Schlein contrattacca, mettevi comodi è solo l’inizio

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Avanti tutta “è solo l’inizio”. Elly Schlein sceglie una diretta Instagram per mettere un freno alle polemiche – interne ed esterne al Pd – che stanno creando il caos tra i Dem dopo la brutta sconfitta alle elezioni amministrative. La segretaria del Pd è secca nei termini ed efficace nella comunicazione: c’è bisogno di chiudere subito una scia di veleni che potrebbero affievolire la potenza di guida del partito a soli tre mesi dalle primarie. “Il cambiamento non è un pranzo di gala. Mettetevi comodi, abbiamo un lavoro lungo da fare. Noi non ci fermiamo. Abbiamo da ricostruire una prospettiva dando speranza al Paese. Facciamolo tenendo botta”, assicura in una breve diretta sul social nella quale garantisce che c’è tanto da fare per l’Italia e per quanti non si riconoscono nelle posizioni della maggioranza. Il contrattacco della segretaria era necessario perchè il fuoco di fila delle critiche non si ferma e in molti continuano a spingere sul “massimalismo” di Schlein che non porterebbe un ritorno in termini di consensi. Da fuori oggi è stato un ex del partito, Matteo Renzi, a sparare a raffica: “sulle amministrative c’è ben poco da dire.

La linea massimalista di Elly Schlein fa vincere le primarie, ma fa perdere le elezioni. I riformisti battano un colpo, se sono capaci di farlo. Perché l’alternativa a Giorgia Meloni o sarà riformista o non sarà. E credo che ormai questo sia chiaro a tutti”, ha scritto pungente nella sua e-news. Che tra i dem ci sia preoccupazione non è un segreto come è chiaro che la corposa area moderata stia vivendo questi mesi con fastidio. Anche se c’è chi la difende, come Enrico Franceschini (“lasciamola lavorare libera, non bisogna ingabbiarla”), la segretaria entra da oggi in una lunga corsa che sembra chiara avere una data precisa per l’esame da dentro o fuori: le elezioni europee del giugno 2024. Un anno per vincere e convincere. E per ricostruire uno straccio di unità a sinistra della maggioranza. Anche se i risultati del Movimento cinque stelle alle elezioni amministrative sono stati disastrosi, Giuseppe Conte sembra voler allontanare ancora di più la strada dell’alleanza con il Pd.

Lo spiega oggi Stefano Patuanelli ribadendo che “alla caduta del governo Draghi è seguito un tentativo del Pd di distruggerci. Ora è difficile ricostruire un rapporto di fiducia che agisca sui progetti. Lo ripeto, serve tempo”. Ma di tempo non ce n’è tantissimo e anche oggi un voto sulla depenalizzazione della maternità surrogata in commissione Giustizia alla Camera – proposto in due emendamenti da +Europa – ha confermato due cose: la prima che il Pd ha votato “No” con la maggioranza mentre l’M5s ha votato a favore della depenalizzazione; la seconda dimostra invece come all’interno del Pd le posizioni di molti (in questo caso su un tema etico di forte impatto) siano distanti da quelle della segretaria. Elly Schlein, solo poche settimane fa aveva spiegato sia la sua posizione sia i “sentiment” della maggioranza del partito sul tema: “ho sempre espresso di essere favorevole alla gestazione per altri, ma non abbiamo inserito questo tema nel programma della mozione in cui ci sono diverse sensibilità”. Ci pensa infine un padre nobile come Romano Prodi a misurare la temperatura interna del partito: “il risultato di Elly Schlein “in queste pur limitate elezioni, è un segnale allarmante che oltretutto spingerà la destra ad aumentare la ‘presa’ sul Paese”. Basterà, come ha fatto oggi Schlein, attaccare il governo sul caro-affitti, sulle munizioni pagate con il Pnrr e sul Commissario per le zone alluvionate?

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Politica

I vertici Rai stringono sui palinsesti, Porro si sfila

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Si stringono i tempi in Rai per la preparazione dei palinsesti per il prossimo autunno-inverno che saranno presentati a Napoli il 7 luglio. L’amministratore delegato Roberto Sergio ha convocato, per la prima volta dopo sette anni, il comitato editoriale per fare il punto della situazione e accelerare nella messa a punto della griglia delle trasmissioni. È stata questa, la necessità di fare in fretta, una delle raccomandazioni emerse nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato, oltre all’ad e al direttore generale Giampaolo Rossi, i direttori di genere, la Distribuzione e il Marketing. Una prima presa di visione delle iniziative in atto da parte della nuova squadra, che in buona parte si è appena insediata, con un obiettivo dichiarato: aggiungere nuovi programmi e non sottrarre nulla di quello che in Rai già c’è. Arricchire, dunque, il racconto del servizio pubblico, nei diversi settori: dall’intrattenimento alla fiction, dall’approfondimento all’offerta multimediale.

Non si è entrati nello specifico dei vari palinsesti. La prossima settimana i vertici vedranno i singoli direttori di genere per definire nel dettaglio programmi e budget. È evidente, però, che sono tutti già al lavoro. Tra le urgenze c’è da riempire il buco lasciato da Fabio Fazio, che ha annunciato il suo passaggio a Discovery, e da Lucia Annunziata, che si è dimessa in contrasto con le scelte del governo. Tra i volti apprezzati dalla nuova dirigenza c’è Nicola Porro, che però si è tirato fuori dalla contesa. “Fino ad oggi Piersilvio, il Cav e i suoi dirigenti, mi hanno fatto sentire a casa – ha scritto il conduttore su Twitter -. Per i prossimi anni Mediaset resterà la mia famiglia”. Anche l’ipotesi di un arrivo di Massimo Giletti, dopo l’addio a La7, non appare al momento concreta. Per la domenica sera di Rai3 resta in ballo lo spostamento di Report dal lunedì, con una durata superiore a quella attuale, così come uno spazio per Alessandro Cattelan, che non è certo nuovo in Rai.

Monica Maggioni è una delle idee in campo per la domenica pomeriggio della terza rete, nella fascia finora occupata da Annunziata, ma la collocazione più naturale per un programma condotto dalla nuova direttrice dell’Offerta Informativa potrebbe essere la seconda serata del lunedì di Rai1. Tra i possibili arrivi c’è quello di Myrta Merlino, che gode di stima sia nella maggioranza che nell’opposizione, e potrebbe condurre un talk sulla traccia de L’aria che tira. Da definire la situazione di Massimo Gramellini, che è in scadenza di contratto e la prossima settimana incontrerà i nuovi dirigenti per valutare le eventuali proposte. Il giornalista non è in fuga dalla tv pubblica, anche se si rincorrono le voci su un suo passaggio a La7. Un’ipotesi che potrebbe prendere piede qualora il rapporto con la Rai si dovesse interrompere.

Pd e M5s hanno, intanto, chiesto in ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza di convocare in audizione il direttore di Rainews Paolo Petrecca, protestando per la scelta di mandare in onda in diretta venerdì scorso il comizio del centrodestra a sostegno del candidato sindaco di Catania. La richiesta è stata accolta dalla presidente Barbara Floridia, all’interno di un ciclo di audizioni dei direttori di genere e testata della tv pubblica, partendo da quelli confermati. Petrecca sarà il primo ad essere ascoltato dopo l’8 giugno, quando è in programma l’audizione della presidente Rai Marinella Soldi e di Sergio.

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