La crisi di Governo è nelle mani del capo dello Stato. Deve essere lui a capire fino a che punto è possibile ridurre i traumi politici tra Renzi e Conte. Il premier ancora in carica per gli affari correnti, però, deve garantire alcune importanti  condizioni capestro poste da Mattarella per poter ottenere un reincarico e formare un Conte Ter. Deve portare sul tavolo del Quirinale una maggioranza parlamentare coesa che si fondi  su un programma serio, deve portare il Paese fuori da una emergenza sanitaria e poi sociale drammatica ed avere numeri certi alla Camera e soprattutto al Senato. Finora nonostante il lavoro negoziale dei pontieri di Giuseppe Conte, non c’erano i numeri al Senato per un Conte Ter. Al punto che la pattuglia dei “volenterosi” ha fatto fatica a costituire un gruppo parlamentare autonomo.
La situazione per Conte, al momento, resta precaria. Il suo esecutivo non è stato sfiduciato, ma ha una fiducia “limitata” al Senato. Una riedizione della formula politica giallorossa, solo con Pd/M5S e Leu senza Iv di Renzi è bocciata perchè non ha i numeri. Per Mattarella il leader di Iv ha un ruolo chiave in Parlamento. Oggi il Quirinale si aspetta “un fatto politico nuovo”. Mattarella chiederà ai leader del  Movimento 5 Stelle e del Pd se hanno veti rispetto ad un recupero di Renzi nella maggioranza. Il Pd risponderà sicuramente che non c’è nessun  veto contro nessuno. Come dire: per noi Renzi può rientrare. E questo traspare anche dalle dichiarazioni pubbliche di molti dirigenti del Pd. Gli stessi che fino a ieri dicevano “basta Renzi”, in queste ore fanno retromarcia. Nel M5S, invece, il gruppo dirigente fa a gara a chi “schifa” di più Renzi per ricavare qualche like sui social dai supporter. Però la delegazione del M5S dovrà rispondere a questa domanda precisa di Mattarella: per voi ci sono veti al rientro in maggioranza di Matteo Renzi? Se risponderanno “sì, c’è un veto”, allora la crisi prenderà un’altra piega. Non ci sarà un Conte Ter e non è detto che non si andrà ad elezioni. Finora nel M5S uno dei pochi che prova ad aprire un dialogo con Iv e a sponsorizzare un nuovo Governo Conte, magari una riedizione del Conte 2 con qualche cambio, è Emilio Carelli. Il parlamentare prova a fare politica e pensa agli interessi del Paese, non ai “like” sui social network. Far cadere oggi il Governo, aprire le porte alle elezioni sarebbe un danno enorme per l’Italia e anche per il M5S. Sembra questo il ragionamento pacato di Carelli. Che lavora ad una prospettiva: reincarico a Conte. Che significa consentire al M5S di continuare a guidare il Governo del Paese. Anche Renzi, però, dovrà dire se ha veti rispetto ad un ritorno di Conte a Palazzo Chigi. Il capo dello Stato è interessatissimo rispetto a questo passaggio. Se la disputa tra i due duellanti, Renzi e Conte, fosse superata, la maggioranza risorgerebbe dalle proprie ceneri, per di più rafforzata dai voti aggiuntivi dei “volenterosi”. Così la partita si chiuderebbe quasi subito. Se ci sarà bisogno di un po’ di tempo, Mattarella è disposto già venerdì a concedere al premier un mandato esplorativo. Ma breve, di qualche giorno. Poi però deve tornare con maggioranza coesa, programma e ovviamente numeri certi soprattutto al Senato. Altrimenti la strada delle elezioni sarà spianata, anche se quasi nessuno le vuole.