Il processo si aprirà ufficialmente il primo dicembre a Vicenza ma già si sa che sono state accolte 350 costituzioni di parte civile e se ne attendono altre 150 per le prime udienze, tra cui quella dello stesso Comune di Vicenza. Sono stati rinviati a giudizio, Gianni Zonin e gli altri cinque imputati per il dissesto della Banca Popolare di Vicenza. Assieme a Zonin e agli ex amministratori Giuseppe Zigliotto, Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta, Paolo Marin e Massimiliano Pellegrini, è stato rinviato a giudizio anche l’istituto di credito, in qualità di responsabile civile. Le ipotesi di reato formulate dai pm sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alle autorità di vigilanza e falso in prospetto informativo. Tra gli imputati non figura l’ ex direttore generale Samuele Sorato, la cui posizione è stata stralciata fino a dicembre per gravi motivi di salute. L’ex presidente Zonin non si presenterà alla prima udienza “ma è disponibile ad essere interrogato nel corso del processo perché non si è mai sottratto. Ha sostenuto numerosi interrogatori in udienza preliminare ed è disponibile a farsi sentire più avanti” ha spiegato il suo legale. Per Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, “il rinvio a giudizio di Zonin e degli altri cinque amministratori è un atto dovuto. Spero che si possa fare giustizia e chiarezza, anche se sul banco degli imputati – ha aggiunto – non c’è chi doveva vigilare e non lo ha fatto. Mi auguro che l’accusa d’aver ostacolato le autorità di vigilanza non diventi la barricata dietro la quale celare responsabilità da parte di altri ed alti livelli”.