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A Torino passa 3-2 anche l’Udinese, Giampaolo ora rischia la panchina

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E’ la partita piu’ pazza del campionato, ma per il Toro e’ un’altra sconfitta: un minuto di passione, con il 100esimo di Belotti e Bonazzoli che rispondono a Pussetto e De Paul, poi Nestorovski firma il definitivo 2-3 dell’Udinese. Giampaolo resta terzultimo, i sette tonfi in undici giornate fanno tremare la sua panchina e i granata sprofondano ad appena un punto di vantaggio sull’ultimo posto. Sotto gli occhi del presidente Cairo, tornato allo stadio dopo un’assenza che durava dal 28 ottobre scorso, Giampaolo conferma il 3-5-2: niente Lukic alle spalle di Zaza e Belotti, ma Vojvoda adattato a sinistra nella folta mediana. Gotti, rientrato dopo il Coronavirus e con la squadra con una settimana di riposo in piu’ considerato il rinvio con l’Atalanta per maltempo, propone dall’inizio l’ex Bonifazi e, senza Okaka, lancia il tandem Pussetto e Deulofeu. Non e’ la partenza del solito Toro: una squadra senza idee, lenta e quasi spompata, con i friulani che ci provano con piu’ insistenza. La botta dalla distanza di De Paul e’ il primo avviso, poi al 24′ la gara si sblocca. Walace ringhia sulle caviglie di Meite’, senza commettere fallo secondo l’arbitro Massa, e la ripartenza dei bianconeri e’ letale: Deulofeu manda in profondita’ Pussetto, la difesa granata e’ fuori posizione e l’argentino punisce Sirigu. Lo schiaffo non scuote i ragazzi di Giampaolo, l’unica scintilla e’ uno screzio Lyanco-Pereyra che provoca l’ammonizione di entrambi, ma Musso non e’ mai impegnato.

Il peggior primo tempo dell’anno porta il tecnico a studiare la rivoluzione: tre cambi, Izzo, Lukic e Bonazzoli al posto di Nkoulou, Meite’ e Zaza, ma avanti con il 3-5-2, mentre Belotti cerca di caricare i compagni riuniti in cerchio prima dell’inizio della ripresa. La scossa, pero’, non c’e’, e anzi e’ l’Udinese a trovare il raddoppio: Linetty si fa anticipare sulla trequarti, Pereyra e’ libero di servire De Paul che di precisione fa 0-2. Giampaolo si gioca la carta Gojak e passa al 4-3-1-2 con Lukic trequartista, in tre minuti tra il 66′ e il 69′ capita di tutto. Belotti fa 100 in granata e Bonazzoli pareggia un minuto dopo per quella che sembra la svolta, poi un altro blackout e Nestorovski riporta avanti l’Udinese. Rodriguez sbatte contro la traversa e Lasagna si divora il 2-4 in contropiede, al Grande Torino passano i friulani. Per il Toro si fa sempre piu’ dura, Giampaolo e’ sempre piu’ in bilico.

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Attesa per voto su Emiliano. Conte, non aiutare destra

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In Puglia si contano le ore. Martedì nel consiglio regionale è atteso il voto sulla mozione di sfiducia al presidente Michele Emiliano presentata dal centrodestra e i fari sono tutti puntati sul gruppo del Movimento 5 Stelle. Il leader pentastellato Giuseppe Conte trascorre l’intero fine settimana nel ‘tacco’ della Penisola, in un tour che guarda alle elezioni europee, ma anche a quelle amministrative. E, tra un appuntamento e l’altro, esclude sgambetti.

“Il Movimento 5 Stelle non si presterà mai a iniziative strumentali del centrodestra”, rassicura. Intanto cresce il pressing di chi è pronto a votare la sfiducia a una giunta che, seppur rinnovata con un ‘mini-rimpasto’, è ancora scossa dal terremoto politico e giudiziario che l’ha investita. Italia Viva annuncia: “voteremo contro Emiliano”. E lancia l’appello a Cinque Stelle e Azione: “smettete di sostenere Emiliano e passate all’opposizione con noi se davvero volete essere credibili”. Il richiamo della compagine renziana è alle due forze che potrebbero essere decisive nel voto in assemblea. Anche se, nel territorio, è diffusa la sensazione che la giunta possa reggere al colpo sferrato dalla coalizione di centrodestra.

Emiliano ha da poco incontrato il gruppo di Azione, che conta tre consiglieri, accogliendo le condizioni politiche poste per restare in maggioranza: rotazione dei dirigenti e dei funzionari della Regione, compresa quella simultanea e immediata dei direttori generali delle Asl. Il presidente pugliese ha anche aperto al “patto di legalità” e al “progetto del nucleo ispettivo” avanzati dal M5s. E così Conte, da Bari, può tendere la mano: “c’è un riscontro positivo, quindi non ci sono gli elementi per offrire il destro a questa azione strumentale”. Il leader assicura una valutazione “dell’azione amministrativa a livello regionale” e aggiunge: “noi siamo corresponsabili, fieramente responsabili, di tanti progetti positivi che abbiamo avviato prima di lasciare gli incarichi in Regione”. L’assessora M5s Rosa Barone ha sì lasciato gli incarichi – gesto di discontinuità voluto dai pentastellati -, ma Conte sembra non voler buttare a mare il laboratorio del campo largo rappresentato dalla giunta Emiliano.

Una decisione già anticipata dai 5s pugliesi e che non è frutto di un confronto tra l’ex premier e la segretaria dem Elly Schlein. Tra i due i rapporti restano gelidi. E Conte preferisce piuttosto puntare il dito contro la destra, sia a livello nazionale che locale. L’opposizione alla giunta Emiliano, attacca il leader M5s, “fa bene a non dare lezioni a nessuno perché potrei fare l’elenco dello scambio politico mafioso che riguarda le amministrazioni di centrodestra in tutta Italia”. Intervento che stimola la risposta piccata di Teresa Bellanova di Iv.

“Conte – dice – continua con il suo linguaggio ambiguo, ma in realtà vuole continuare a sostenere Emiliano”. E va all’assalto anche il capogruppo alla Camera di FdI Tommaso Foti: “il dubbio è che quando parla di corresponsabilità, Conte si associ al sistema di potere targato PD, consolidatosi anche grazie ai silenzi dei 5 Stelle”. Schermaglie che continueranno fino a martedì. Poi, dal giorno dopo, tornerà sul piatto l’ipotesi di un rimpasto più profondo della giunta Emiliano. Così come inizialmente auspicato dai vertici nazionali del Pd. Non è escluso che Emiliano possa temporeggiare fino a dopo il voto delle amministrative. Intanto, sul possibile rientro dei 5s in giunta, Campo Marzio fa sapere che “non è all’ordine del giorno oggi, come non lo era prima”.

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Addio a Cesar Luis Menotti, il ct ‘mundial’ del 1978

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Luis Cesar Menotti, commissario tecnico della nazionale argentina che vinse i Mondiali di casa, nel 1978, è morto all’età di 85 anni. Lo rende noto via social la federcalcio argentina. Menotti non era in buone condizioni di salute dall’agosto dell’anno scorso, quando aveva avuto un malore in casa.

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F1: sorpresa McLaren, Norris vince a Miami. Leclerc 3/o

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Impresa della McLaren e di Nando Norris che conquistano il Gran Premio di Miami. La scuderia e il pilota britannico vedono premiato il lavoro delle scorse settimane che ha permesso di portare in Florida il pacchetto di miglioramenti della monoposto. Battuta così la Red Bull con il campione del mondo Max Verstappen, che si deve accontentare del secondo posto. Bilancio in parte positivo anche per la Ferrari grazie al terzo e quarto posto conquistati da Charles Leclerc e Carlos Sainz.

Ma la Rossa può sognare perché è riuscita a tenere il ritmo della Red Bull e soprattutto perché nel prossimo Gran Premio a Imola potrà portare in pista il proprio pacchetto di miglioramenti con la speranza che sia determinante come quello della McLaren. Norris, che ha saputo anche sfruttare al meglio l’ingresso della safety car, ha vinto il suo primo gran premio in carriera, dopo tanti podi conquistati. A festeggiarlo, oltre alla sua scuderia, anche tutti i piloti del circus di Formula 1.

“Era ora – sono state le prime parole del pilota britannico – “L’ho aspettata tantissimo. Sono al settimo cielo”. La McLaren ha di fatto riaperto il mondiale, almeno in prospettiva: ottimi i tempi anche di Oscar Piastri che però ha pagato caro un errore e non è andato a punti. La Red Bull, pur avendo qualcosa in più degli altri, sembra aver perso il vantaggio delle scorse stagioni sugli inseguitori. Nel Gp di Miami, Verstappen può in parte lamentarsi per l’ingresso della safety car che, seguendo il regolamento, lo ha comunque leggermente penalizzato. L’olandese dopo il pit stop è rientrato al quarto posto, proprio mentre Norris ha iniziato ad inanellare una serie di giri sempre più veloci.

“Sono felicissimo per Lando, oggi ha meritato”, ha commentato a fine gara. “Ci aspetta del lavoro da fare”, ha concluso. “Non sono partito alla grande e ho rischiato un po’ – ha commentato Leclerc – Abbiamo avuto un po’ di sfortuna con la safety car che non è stata ottimale per noi. Ora sta a noi migliorare e accelerare”.

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