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Cinema

A Ischia la produzione di Hollywood di “Men in Black 4” prepara i casting: cercano 100 comparse

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Si gireranno a metà ottobre a Ischia alcune scene di Men in Black, il titolo è provvisorio, quarto episodio della saga fantascientifica amata da più generazioni. La decisione è ufficiale e il ritorno sull’isola di una grande produzione cinematografica si accompagna anche a nuovi casting: saranno infatti scritturate ben 100 comparse. La Wilside Srl  cerca elementi di diversa tipologia: turisti, palestrati, gente comune di età compresa fra i 18 e i 70 anni. Reciterebbero accanto ad un cast stellare in un film internazionale che arriverà nelle sale nella primavera prossima.

Una bella occasione per Ischia per accreditarsi come location ideale sul palcoscenico del cinema mondiale grazie a un film ricco di colpi di scena, girato con tecnologie sofisticate e all’avanguardia e con le star più conosciute di Hollywood. Chiunque è interessato può presentarsi direttamente ai casting portando con sé la fotocopia di un documento di identità e il proprio Iban bancario (per i compensi)

– lunedì 8 ottobre presso il teatro Polifunzionale di Ischia ,

– martedì 9 ottobre presso la sala consiliare dell’ex sede del Comune in piazza Municipio a Forio.

L’orario è lo stesso : dalle 9,30 alle 18,30.

Probabilmente le comparse si troveranno fianco a fianco con l’agente O, il nuovo capo dei MIB, una Emma Thompson in Ray Ban scuri e tailleur con la camicia binaca, la divisa …in black che contraddistingue la saga sin dal primo film. Si rincorreranno nei vicoli di Ischia Ponte, saranno protagonisti  nelle stradine dell’isola con Liam Neeson o con Chris Hemsworth e potremo vedere inseguimenti rocamboleschi con la luce del tramonto del sole dietro al Castello Aragonese, mille effetti speciali e la tecnologia più avanzata nelle stradine che si inerpicano nel borgo di Sant’Angelo.

Non saranno girate scene sul Castello: niente caccia a misteriosi extraterrestri o salti dai bastioni. La produzione avrebbe deciso di  lasciar perdere perché le richieste avanzate per portare il cast nel vecchio maniero sarebbero state troppo esose.

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Cinema

Mission Impossible 8, i muscoli di Cruise contro l’IA

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Il mondo ormai non ha più un ordine e bisogna così adeguarsi e cercarne uno. Questo il concetto cardine di ‘Mission Impossible: The Final Reckoning’ di Christopher McQuarrie, ottavo e ‘ultimo capitolo’ della saga di Ethan Hunt, alias Tom Cruise che passa oggi a Cannes fuori concorso e arriva in sala il 22 maggio con Eagle. Ora in questo film ancora più esagerato del solito (ha infatti una durata di 169 minuti e un budget di 400 milioni di dollari) è per forza di cose oversize anche il nemico. Ovvero sovranazionale, invisibile, digitale, astratto, ma nonostante questo saranno ancora una volta i muscoli tonici e pieni di endorfine di un Tom Cruise sessantaduenne a fare la differenza.

Con chi si devono scontrare Ethan e il suo team? Devono affrontare questa nuova minaccia rintracciando due chiavi che sbloccano un potente sistema di intelligenza artificiale, denominato Entity, capace di causare disastri a livello mondiale, dai sabotaggi dei circuiti bancari internazionali al caos delle reti elettriche. Non solo, Entity riesce ad accedere ai sistemi di difesa come ai missili nucleari statunitensi, sovietici, israeliani e francesi, ad aprire insomma le loro rampe di lancio per scatenare l’inferno. A sfidarli in questa pericolosa corsa alle chiavi c’è Gabriel (Esai Morales), misterioso individuo legato al passato di Ethan. In Mission Impossible 8 la resa dei conti è ovviamente mozzafiato e acrobatica e attraversa i continenti: dagli Stati Uniti a Shangai, dall’Islanda alle miniere del Congo.

D’azione c’è veramente di tutto: un’antologia, da un treno in corsa fino a un sottomarino nucleare da violare nel mare più ghiacciato del mondo. Una volta dentro, Ethan non manca di esibirsi in una sorta di danza per evitare i sottomarini nucleari che, usciti dalle loro sedi, formano un gigantesco e mortale Shangai in movimento. Ma la ‘sua passione predominante’ restano, com’è noto, le ali degli aerei. Non contento di essersi misurato già con lo scafo di un sottomarino nucleare fuori controllo, in questo episodio Cruise si aggrappa in cielo ancora una volta, ad altissima quota, a delle precarissime ali di un biplano d’epoca.

Che succederà mai della saga, piena di citazioni di 007 e Indiana Jones, che indica nel titolo un definitivo ‘final’ che indicherebbe la sua certa messa a morte? A vedere il film, il finale è così volutamente ambiguo che permette di tutto. Così al di là di tutto sarà probabilmente solo una questione di soldi: i costi di produzione sono infatti così tanto saliti che il film potrebbe diventare un flop a prescindere dalla sua qualità. Insomma per resuscitare ancora una volta Ethan Hunt non basterebbe a Tom Cruise che è anche il produttore, il risultato dell’episodio precedente, ovvero ‘Dead Reckoning’, che ha incassato 571.100.000 di dollari, meglio sarebbe arrivare o superare il miliardo come ha fatto nel 2022 con ‘Top Gun: Maverick’ (1.496.000.000 di dollari). Vale a dire, attenzione, l’eroe per ora è solo congelato.

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Cinema

David di Donatello 2025, trionfa Vermiglio: record di premi alle registe donne, Elio Germano miglior attore

Successo per Gloria! di Margherita Vicario e L’arte della gioia di Valeria Golino. A mani vuote Parthenope di Sorrentino e il film di Cristina Comencini.

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È Vermiglio di Maura Delpero il grande vincitore dei David di Donatello 2025, conquistando i premi più ambiti: Miglior film, Miglior regia, Migliore sceneggiatura originale, Miglior produttore, Miglior casting, Migliore fotografia e Miglior suono. Un trionfo che segna anche un nuovo record per la presenza femminile: mai così tante donne premiate in una sola edizione.

Registe protagoniste: Delpero, Vicario e Golino dominano la scena

Alle registe è andata la scena principale di questa edizione. Margherita Vicario ha vinto il David per il miglior esordio alla regia con Gloria! e ha portato a casa anche i riconoscimenti per miglior compositore e miglior canzone originale. Valeria Golino ha invece ottenuto il premio per la migliore sceneggiatura non originale e ha diretto Tecla Insolia, vincitrice come miglior attrice protagonista, e Valeria Bruni Tedeschi, premiata come attrice non protagonista in L’arte della gioia.

Elio Germano miglior attore per Berlinguer, Francesco Di Leva premiato per Familia

Elio Germano si conferma uno dei più talentuosi attori italiani, conquistando il David per il miglior attore protagonistagrazie alla sua interpretazione in Berlinguer – La grande ambizione, film che si è aggiudicato anche il David per il miglior montaggio. Francesco Di Leva, invece, è stato premiato come miglior attore non protagonista per Familia.

A mani vuote Sorrentino e Comencini

Clamoroso il risultato per Paolo Sorrentino, che con il suo attesissimo Parthenope esce a bocca asciutta, così come il film Il tempo che ci vuole di Cristina Comencini, rimasto fuori dal palmarès.

Gli altri premi: da Le Déluge a Napoli – New York

Ampio riconoscimento tecnico per Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, che ha vinto per scenografia, costumi, trucco e acconciatura. A Napoli – New York di Gabriele Salvatores vanno il David Giovani e quello per i migliori effetti visivi VFX. Il David dello Spettatore è stato assegnato a Diamanti di Ferzan Özpetek.

Tra gli altri riconoscimenti: Miglior documentario a Lirica ucraina di Francesca Mannocchi, miglior cortometraggioa Domenica sera di Matteo Tortone, e miglior film internazionale ad Anora di Sean Baker. I David alla carriera e speciali sono andati rispettivamente a Pupi Avati, Ornella Muti e Timothée Chalamet, mentre il Premio Cinecittà David 70 è stato conferito a Giuseppe Tornatore.


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Francesco e Mario Di Leva e l’ossessione di Nottefonda

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Al centro di ‘Nottefonda,’ film cupo e senza speranza, in sala dall’8 maggio con Luce Cinecittà, c’è un’ossessione che non finisce mai: quella di Ciro (Francesco Di Leva), elettricista napoletano cinquantenne, che ogni notte esce con il figlio di tredici anni, Luigi (Mario Di Leva), alla ricerca di quell’auto rossa che ha investito e ucciso l’amata moglie. Per dimenticare non gli basta il crack che fuma sulla terrazza condominiale (come si vede nella prima scena del film), né il tempo che passa, il suo lutto sembra proprio non finire mai.

A consolare Ciro c’è solo la pistola che ha nel cassetto della sua auto, chiaro segno della sua voglia dì vendicarsi o forse di farla finita. Liberamente tratto dal romanzo, ‘La strada degli Americani’ (Frassinelli) a firma dello stesso regista Miale Di Mauro, il film racconta appunto di quest’uomo silenzioso e disperato che ha dalla sua solo il figlio, qualche amico e l’affidabile madre che ogni sera lo aspetta a casa.

“Il mio personaggio di Ciro – dice Francesco Di Leva- è un uomo che sprofonda in un abisso e, dopo aver raggiunto il punto più profondo e oscuro della sua esistenza, prova in tutti i modi a risalire a galla, sperando di vedere presto la luce. Non è un vero tossicodipendente, ma ha trovato nell’uso e nell’abuso del crack uno sfogo per uscire dalla traversata del lutto che lo ha colpito dopo la morte improvvisa di sua moglie in un incidente stradale. Per restituire al personaggio il dolore, la fatica, ma anche la tenerezza che si porta dietro come un macigno – continua l’attore – ho lavorato molto sul silenzio. Ciro evita di confrontarsi con le persone e anche di incontrare gli sguardi degli altri, sfugge a qualsiasi contatto umano perché questa circostanza implicherebbe un confronto. Lui sa che è il momento di essere invaso dalla sofferenza, vuole percepirla come ultima e grande esperienza di amore verso sua moglie mentre tutto il resto, gli altri, la vita di ogni giorno, vengono dopo”.

“Ho capito che volevo raccontare Napoli come una città universale dove collocare il mio protagonista e la sua storia umana – dice il regista-scrittore -. Farlo vagare in una città notturna, piena di gru del porto, di rumori di muletti in azione, di container pronti a partire, di sabbia nera del vulcano e mare grigio d’inverno, di cavalcavia isolati e di strade periferiche e buie. E poi un’auto, quella di Ciro, che le percorre. Sullo sfondo il Natale che illumina le case degli altri e mette tristezza a chi non ha niente da festeggiare”.

E ancora Miale Di Mauro: “M’interessava solo guardare da molto vicino lo sforzo di quest’uomo che combatte contro sé stesso per attraversare la sua bizzarra elaborazione del lutto. Stare con lui, sempre con lui, sulla sua faccia livida e i suoi capelli radi, segni evidenti di dolore e disperazione. Fino all’alba che – finalmente – lo libererà dal supplizio con un sorriso di pianto”. Scritto dallo stesso regista con Bruno Oliviero e Francesco Di Leva, ”Nottefonda’ è prodotto da Mad Entertainment con Rai Cinema in collaborazione con Leocadia. Nel cast anche Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino, Valeria Colombo, Dora Romano e l’amichevole partecipazione di Chiara Celotto.

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