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Esteri

A 10 anni dalla scomparsa del volo MH370, le famiglie sperano ancora

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I parenti dei passeggeri dispersi sul volo Malaysia Airlines MH370 si sono riuniti a Pechino, ancora alla ricerca di risposte e di speranza a dieci anni dalla misteriosa scomparsa dell’aereo. L’8 marzo 2014, il Boeing 777 è sparito dai radar con a bordo 239 persone mentre era in viaggio da Kuala Lumpur alla capitale cinese. E nonostante la più grande ricerca nella storia dell’aviazione, non è mai stato ritrovato. Oggi, i familiari a Pechino hanno lanciato un appello alle autorità cinesi, affinché continui la ricerca interrotta più di sette anni fa. Li Shuce, che ha perso suo figlio, ha detto ai media di essere rimasto “fiducioso”. “Credo che nostro figlio sia ancora vivo. Non vediamo l’ora che ritorni presto”, ha detto.

“Era un ragazzo eccezionale”. Nel pomeriggio, più di una dozzina di persone, tra cui Li, si sono radunate a un incrocio vicino all’ambasciata malese a Pechino, la cui strada era presidiata da una fila di agenti di polizia. I partecipanti in lutto si sono consolati a vicenda prima di gridare: “Malesia, restituisci i nostri cari!” Un gruppo di manifestanti, uno dei quali con in mano una lettera indirizzata al primo ministro malese Anwar Ibrahim, è stato autorizzato a superare il cordone di polizia e ad avvicinarsi all’ambasciata, tornando quasi 20 minuti dopo senza parlare con i giornalisti che si trovavano in un’area transennata nelle vicinanze. Dopo la scomparsa dell’aereo nel 2014, una ricerca condotta dall’Australia che ha coperto 120.000 chilometri quadrati nell’Oceano Indiano non ha trovato quasi alcuna traccia dell’aereo, raccogliendo solo alcuni pezzi di detriti. L’operazione è stata sospesa nel gennaio 2017.

La scomparsa dell’aereo è stata a lungo oggetto di teorie, da quelle più credibili a quelle più stravaganti, inclusa quella di un atto deliberato del pilota veterano Zaharie Ahmad Shah. Un rapporto finale sulla tragedia pubblicato nel 2018 ha sottolineato le carenze del controllo del traffico aereo e ha affermato che la rotta del volo è stata modificata manualmente. Ma dieci anni dopo, i parenti sono ancora alla disperata ricerca di risposte. A Pechino, Li ha esortato il governo cinese a “trovare rapidamente i nostri cari e capire cosa sia realmente accaduto”. “Sono già passati 10 anni. Cos’è successo davvero alla fine? È stato qualcosa di politico? Qualcos’altro? Non sappiamo nulla”.

Il volo Malaysia Airlines MH370 rimane uno dei misteri più grandi e sconcertanti dell’aviazione moderna. Il 7 marzo 2014, il Boeing 777-200ER decollò dall’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur con destinazione Pechino, in Cina, ma scomparve dai radar circa un’ora dopo il decollo. A bordo c’erano 239 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio.

Le ricerche iniziali si concentrarono sull’Oceano Indiano meridionale, dove si riteneva che l’aereo fosse finito dopo aver deviato dalla rotta pianificata. Tuttavia, nonostante gli sforzi internazionali senza precedenti per localizzare il relitto, inclusa l’impresa della più grande ricerca oceanica nella storia, il volo MH370 rimane scomparso.

Le indagini sulla scomparsa del volo MH370 hanno generato numerose teorie e ipotesi, comprese quelle che suggeriscono sabotaggio, errore umano, problemi tecnici o persino interferenze esterne. Tuttavia, nessuna di queste ipotesi è stata confermata in modo definitivo, lasciando spazio a speculazioni e congetture.

Nel corso degli anni, sono stati recuperati alcuni frammenti del velivolo lungo le coste dell’Oceano Indiano, ma nessuno di essi ha fornito indizi definitivi sulle cause della scomparsa. Le famiglie delle vittime sono ancora in attesa di risposte e la scomparsa del volo MH370 continua a essere oggetto di dibattito e analisi da parte degli esperti dell’aviazione e degli investigatori.

Nonostante gli sforzi intensi e le risorse impiegate nelle ricerche, la scomparsa del volo MH370 rappresenta un triste capitolo nella storia dell’aviazione, lasciando molte domande senza risposta e lasciando un vuoto nelle vite delle persone coinvolte. La speranza di scoprire la verità rimane, ma fino ad oggi il destino del volo MH370 rimane avvolto nel mistero.

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Esteri

Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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Ok Usa a equipaggiamenti F-16 per l’Ucraina

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di parti e equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari: lo ha reso noto il Pentagono. Tra i principali appaltatori figurano Lockheed Martin Aeronautics, Bae Systems e Aar Corporation. (

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