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Wierer oro ai mondiali di Biathlon: “È tutto bellissimo, oro mi ripaga da stress”

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“E’ tutto bellissimo, questo oro mi ripaga di un periodo di forte stress perche’ quando si gioca in casa le pressioni sono sempre altissime: l’emozione e’ davvero molto forte”. Sono le prime parole di Dorothea Wierer da neo campionessa mondiale dell’inseguimento del biathlon. L’italiana oggi ad Anterselva e’ stata protagonista di un entusiasmante duello fino alla quarto ed ultimo poligono con la norvegese Marte Olsbu Roeiseland, poi terza.

“Ieri avevo parlato con il mio allenatore che mi ha detto di godermi ogni gara come se fossi in allenamento, oggi ci sono riuscita anche grazie ad una ottima condizione fisica, notevolmente migliore rispetto a quella della sprint – ha aggiunto Wierer, 30 anni altoatesina proprio di Rasun Anterselva, da alcuni anni trentina d’adozione a seguito del matrimonio con Stefano Corradini e al suo secondo oro iridato in carriera dopo quello del 2019 nella mass start -. Sin dalla partenza mi sono sentita molto bene, al poligono ho trovato le sensazioni giuste”.

Per la Wierer si tratta del suo secondo successo in una manifestazione internazionale ad Anterselva dopo quello, sempre nell’inseguimento, del 26 gennaio 2019 in Coppa del mondo. Doro ben 13 anni fa sotto gli occhi del sempre numeroso e colorato pubblico dell’Arena Alto Adige era stata apripista in quella tappa di Coppa. L’esordio tra le grandi del biathlon l’atleta altoatesina l’aveva fatto il 9 gennaio del 2009 nella sprint di Oberhof conclusa al 69esimo posto. L’oro odierno nella pursuit per la Wierer e’ la medaglia mondiale numero nove dopo quello dello scorso anno nella mass start. In bacheca anche tre argenti (Holmenkollen 2016 nell’inseguimento, Oestersund 2019 nella staffetta singola mista e Anterselva 2020 nella staffetta mista) e tre bronzi (Nove Mesto 2013 in staffetta, Kontiolahti 2015 in staffetta e Oestersund 2019 nella staffetta mista).

 

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Inter, vittoria di misura e testa al Barcellona: 1-0 contro il Verona con il rigore di Asllani

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Una vittoria preziosa, ottenuta con pragmatismo e ampio turnover: l’Inter supera il Verona per 1-0 a San Siro grazie a un rigore trasformato da Asllani e può ora concentrarsi con serenità sulla sfida decisiva contro il Barcellona.

Simone Inzaghi, squalificato e sostituito in panchina da Massimiliano Farris, rivoluziona la formazione rispetto alla gara europea: l’unico titolare confermato è Bisseck. Con lui in difesa De Vrij e Carlos Augusto, mentre sugli esterni agiscono Darmian e Zalewski. In mezzo al campo, Asllani in regia, affiancato da Frattesi e Zielinski. In avanti, spazio a Correa e Arnautovic.

L’inizio è tutto nerazzurro. Carlos è tra i più ispirati e già al quinto minuto propizia l’episodio chiave: imbucata per Arnautovic e fallo di mano netto di Valentini in area. L’arbitro Manganiello, dopo revisione al VAR, assegna il rigore. Dal dischetto si presenta Asllani: esecuzione impeccabile e primo gol in campionato per il centrocampista albanese, che spiazza Montipò e firma l’1-0.

Il Verona fatica a reagire. Il 5-3-1-1 di Zanetti punta sulla densità e sul gioco sporco, ma l’Inter controlla senza affanni. Zalewski è particolarmente attivo sulla sinistra, mentre l’unica vera occasione per gli ospiti è un destro potente di Sarr, respinto con attenzione da Martinez. L’illusione del raddoppio arriva ancora da Asllani, ma il suo tiro colpisce solo l’esterno della rete.

Nella ripresa, il copione non cambia subito: il Verona prova timidamente ad alzare il baricentro, ma l’Inter gestisce il possesso senza forzare. L’ingresso di Dimarco e Mkhitaryan prima, poi di Taremi e Acerbi, porta forze fresche, ma l’atteggiamento rimane conservativo. I nerazzurri badano a contenere, Martinez si fa spesso coinvolgere nel giro palla per addormentare il ritmo e spegnere le iniziative dell’Hellas.

Nel finale qualche brivido, ma nessun vero pericolo per la porta nerazzurra. L’Inter archivia la pratica con un 1-0 di sostanza, senza entusiasmi ma con pieno controllo. Tre punti pesanti in ottica campionato e una spinta in più verso l’attesissimo ritorno con il Barcellona. Ora, sì, la testa può andare tutta lì.

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Tennis: Sabalenka batte Gauff e vince Masters 1000 Madrid

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Aryna Sabalenka trionfa a Madrid superando nella finale del Masters 1000 Coco Gauff per 6-3 7-6 in un’ora e 39 minuti di gioco. Per la Sabalenka, n.1 della Wta, è il terzo titolo a Madrid dopo il successo del 2021 su Ashleigh Barty e quello del 2023 su Iga Swiatek, e anche il terzo titolo dell’anno dopo le vittorie a Brisbane e Miami. Complessivamente è il 20esimo titolo della carriera.

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Raspadori, il goleador dai gol pesanti: calmi e gesso, dobbiamo lavorare ancora

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“Penso che di pezzettini ne abbiamo costruiti tanti durante l’anno, siamo alla fine, mancano tre partite, ma dobbiamo pensare solo alla prossima, quella che viene è la più importante. Penso che ci siano dei gol che vengono ricordati, ma quello che rimane a noi è quello che c’è dietro, il lavoro quotidiano per poter vincere queste partite. Siamo riusciti a portarla a casa, non è mai scontato”. Lo ha dichiarato l’attaccante del Napoli Giacomo Raspadori ai microfoni di Dazn dopo il match vinto 1-0 contro il Lecce. “La partita è stata molto difficile, avevamo pressione, l’importante è avere vinto, dobbiamo continuare così. Clean sheet? Parte dagli attaccanti, quando loro fanno bene è più facile anche per noi”, ha aggiunto Amir Rrahmani.

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