Collegati con noi

Cronache

Gabriel ucciso perchè piangeva, in cella la madre assassina e il papà che avrebbe assistito

Pubblicato

del

Quando ha strangolato Gabriel perchè infastidita dal suo pianto la mamma del bimbo non era da sola. Ne sono convinti gli inquirenti che hanno fermato anche il papà del bambino con l’accusa terribile di concorso in omicidio. E così dopo l’arresto della mamma, che in un primo momento aveva detto che Gabriel era morto perchè travolto da un’auto, si è arrivati al fermo del padre che si è contraddetto durante un lungo interrogatorio. Ma le indagini sul terribile delitto del bimbo di due anni avvenuto nei giorni scorsi a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, continuano. E potrebbero coinvolgere altre persone che potrebbero avere tentato di coprire la verità sulla morte del piccolo. Il 48enne è stato fermato nella notte al termine di un lungo interrogatorio. Non avrebbe fatto ammissioni ma il suo alibi non ha retto. Proprio nei giorni scorsi diceva di non darsi pace per essere arrivato “troppo tardi” e di non avere potuto salvare il figlio. Per gli investigatori, al contrario, era presente al momento dell’omicidio. L’uomo potrebbe aver assistito al delitto senza fare nulla per impedirlo o, peggio ancora, aver partecipato attivamente. A portare sulle sue tracce anche le parole della nonna del bimbo che aveva più volte dichiarato che non credeva alla colpevolezza della figlia. Le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Frosinone vanno avanti per ricostruire con esattezza quello che è accaduto mercoledì pomeriggio.

Risposte potrebbero arrivare dall’autopsia svolta a Cassino. Da un primo esame si è accertato che il piccolo è morto per asfissia: la madre infatti lo avrebbe stretto al collo tappandogli anche il naso. Poi sarebbe tornata a casa col bimbo in braccio ormai cianotico. Da lì la ricerca dei soccorsi da parte della nonna e di alcuni vicini. “Mi hanno investito con mio figlio in braccio” aveva detto la donna prima ai familiari e poi agli inquirenti. Ma quel racconto era stato giudicato poco credibile. Sul posto indicato non sono stati trovati i segni dell’incidente ne’ alcuna traccia di quella macchina di cui aveva parlato. Cosi’ sono scattate le indagini dei carabinieri che hanno cercato anche eventuali testimoni. Gli investigatori sono ritornati con la donna sul luogo del presunto investimento e a quel punto la sua versione sarebbe cambiata. Ma pian piano anche quel nuovo racconto ha iniziato a vacillare di fronte alle domande incalzanti degli inquirenti. Cosi’ sarebbe venuto fuori l’orrore. A far scattare la violenza sembra possa esserci stato un banale capriccio del bambino, il suo pianto disperato perche’ voleva tornare a casa della nonna. Il padre, secondo l’ipotesi degli investigatori, non avrebbe impedito l’omicidio e forse avrebbe avuto persino un ruolo attivo aiutando poi la moglie nel tentativo di depistaggio delle indagini. E proprio l’abitazione di campagna dove il bimbo viveva, in localita’ Volla, e’ stata messa sotto sequestro per poter cercare eventuali altri indizi utili alle indagini.

Advertisement

Cronache

Sicilia, tragedia sul lavoro: morti 5 operai per esalazioni tossiche, grave un sesto

Pubblicato

del

L’ennesima strage sul lavoro, stavolta a Casteldaccia, nel palermitano, dove cinque operai hanno perso la vita in seguito a un grave incidente sul lavoro. Un sesto operaio è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Policlinico di Palermo, dopo essere stato intubato, mentre gli altri sette coinvolti nel tragico evento stavano svolgendo lavori di manutenzione per conto dell’Amap, la società che gestisce le condotte idriche e fognarie a Palermo.

Secondo una prima ricostruzione, gli operai erano impegnati in lavori di manutenzione di un impianto di sollevamento delle acque fognarie quando alcuni di loro hanno cominciato ad accusare malori, verosimilmente a causa di un’intossicazione da idrogeno solforato, una sostanza che può provocare gravi irritazioni alle vie respiratorie e il soffocamento. Uno dei lavoratori è riuscito a uscire dall’impianto e a dare l’allarme, mentre gli altri sei sono rimasti intrappolati e hanno perso conoscenza a causa delle esalazioni.

I soccorsi sono stati immediati: vigili del fuoco e personale sanitario del 118 si sono precipitati sul posto e hanno tentato disperatamente di rianimare i lavoratori coinvolti nell’incidente. Purtroppo, per cinque di loro ogni tentativo è stato vano, mentre il sesto è stato trasportato d’urgenza al Policlinico di Palermo dopo essere stato intubato.

La notizia ha suscitato profondo dolore e sgomento, tanto che il presidente della Regione Renato Schifani ha espresso il più sincero cordoglio alle famiglie delle vittime, definendo l’accaduto una terribile e inaspettata tragedia. Le indagini sono in corso per chiarire le cause precise dell’incidente e per garantire che simili tragedie non accadano mai più sul luogo di lavoro.

Continua a leggere

Cronache

Unicost, ‘magistratura si mobiliti contro la riforma di Nordio’

Pubblicato

del

“Ci auguriamo una mobilitazione di tutta la base della magistratura per scongiurare riforme che potrebbero farci scivolare verso regimi non democratici”. Lo sottolinea un documento del direttivo nazionale Unicost relativo alla riforma Nordio “che suscita molte perplessità nel metodo e nel merito”. Preliminarmente, “in quanto il Governo starebbe aspettando la celebrazione del prossimo congresso Anm di Palermo per evitare polemiche in sede congressuale”.

Nel merito, i magistrati di Unicost, commentando il recente meeting annuale europeo dell’Eaj (European Association of Judges), dove “i delegati della nostra Anm hanno ribadito la preoccupazione per le proposte di riforma”, condividono la risoluzione adottata dall’associazione europea “ritenendo che le modifiche di riforma costituzionale già in discussione in Parlamento e l’annunciato nuovo ddl di riforma costituzionale costituiscono un grave attacco all’indipendenza della magistratura, con concreto pericolo per l’attuale equilibrio dei poteri”.

Si rileva, inoltre, che le proposte di riforma “sono in contrasto con gli standard europei secondo cui l’obiettivo precipuo degli organi di autogoverno è quello di proteggere l’indipendenza della magistratura e del singolo giudice, e affinché questo obiettivo si realizzi il Consiglio deve essere libero da influenze politiche dell’esecutivo. e i suoi componenti devono essere eletti tra pari secondo un metodo democratico”. “Gli associati di Unità per la Costituzione – conclude la nota – esprimono gratitudine nei confronti dell’Associazione Nazionale Magistrati Italiana che ha fatto sentire presso gli organismi internazionali e, in particolare, europei la voce dei magistrati italiani, preoccupati per le derive antidemocratiche che minano l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge che solo una magistratura autonoma e indipendente può assicurare”.

Continua a leggere

Cronache

Penalisti, separazione carriere rispetti indipendenza magistrati

Pubblicato

del

“Apprendiamo che il Governo, dopo molteplici dichiarazioni di intenti, ha deciso di presentare il proprio disegno di legge sulla separazione delle carriere di Giudici e Pubblici Ministeri prima del prossimo appuntamento elettorale”. Lo sottolineano le Camere penali in una nota rilevando anche che “resta fermo che la necessaria separazione delle carriere dovrà essere attuata nel rispetto dell’indipendenza della magistratura che rappresenta un bene fondamentale per la tenuta della nostra democrazia”.

I penalisti, inoltre aggiungono di essere “altresì convinti che la obbligatorietà dell’azione penale debba essere conservata e che tuttavia, stante la peculiare natura di tale principio, lo stesso debba essere democraticamente modulato nella sua concretezza”. “Il tema della separazione delle carriere, era stato ormai da tempo dimenticato dalla politica, ed è stato posto nuovamente al centro del dibattito pubblico – ricordano i penalisti – dal percorso intrapreso nel 2017 dall’Ucpi di raccolta delle firme per la presentazione di una legge costituzionale di iniziativa popolare. Si è così tornati a discutere di un argomento fondamentale per la giustizia penale del Paese, che si era voluto accantonare, per non urtare le sensibilità di una magistratura chiusa nelle sue dinamiche corporative e non potremo che essere soddisfatti se l’iter legislativo prendesse finalmente avvio”.

“Si tratta di una riforma necessaria – dicono le Camere penali – al fine di realizzare nel processo la figura di quel giudice terzo voluto dall’art. 111 della Costituzione, separato dall’accusa e dalla difesa, garante dei diritti dei cittadini”. “Nel merito non abbiamo mai pensato che la nostra proposta fosse immodificabile e non potesse subire interventi correttivi anche migliorativi e valuteremo pertanto laicamente anche l’ipotesi dell’introduzione dell’Alta Corte per il disciplinare dei magistrati e quella del sorteggio temperato per l’elezione dei componenti togati del Csm, quando potremo leggere il testo elaborato dal Governo”, concludono le Camere penali.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto