Collegati con noi

Cronache

Ecco tutti gli italiani spariti nel mondo, dal Kenya alla Siria passando per il Messico

Pubblicato

del

Con la liberazione di Sergio Zanotti, il 59enne lombardo rapito in Siria nel 2016, restano sette gli italiani di cui si sono perse le tracce nel mondo. Alcuni, come la volontaria milanese Silvia Romano sono stati rapiti, di altri non si hanno notizie. Ecco chi sono:

LUCA TACCHETTO, architetto padovano, e’ sparito con l’amica canadese Edith Blais in Burkina Faso a meta’ dicembre. A gennaio nel Paese africano e’ arrivato un gruppo di agenti della Polizia del Stato del Canada per seguire le indagini.

PAOLO DALL’OGLIO, 64enne gesuita romano con un’esperienza trentennale in Siria per il dialogo tra cristiani e musulmani, scompare il 29 luglio del 2013 a Raqqa: avrebbe dovuto incontrare un emiro locale, nel quartier generale dell’Isis, per facilitare la liberazione di un prigioniero. Da allora, numerose le dichiarazioni di sedicenti testimoni, informatori, disertori di diversi gruppi armati, senza mai alcuna prova che fosse ancora vivo. Ad ottobre 2017, la rivelazione di un ex miliziano Isis secondo cui Dall’Oglio sarebbe stato ucciso subito dopo la sua cattura, ma nessun riscontro. A febbraio si era tornato a parlare con insistenza di Dall’Oglio come possibile ostaggio dell’Isis a Baghuz.

Il 32enne bresciano ALESSANDRO SANDRINI parte per una vacanza in solitaria in Turchia, il 3 ottobre 2016. Per un anno non si sa piu’ nulla, fino al 19 ottobre 2017 quando chiama la madre: “Non so dove sono, mi hanno sequestrato”. Per gli inquirenti e’ al confine con la Siria, ma la vicenda non e’ chiara. Non si conoscono i carcerieri, non ci sono rivendicazioni o richieste di riscatto. Nei mesi successivi contatta altre volte la madre per chiedere aiuto. Ad agosto, in un video con una tuta arancione, con due uomini armati alle spalle, lancia un appello: “Mi uccideranno”.

TRE VENDITORI AMBULANTI NAPOLETANI, il 60enne Raffaele Russo, il figlio Antonio ed il nipote Vincenzo Cimmino (25 e 29 anni), scompaiono nello stato messicano di Jalisco il 31 gennaio scorso. A luglio, viene arrestato il capo di un cartello della droga che avrebbe corrotto dei poliziotti per fermare i tre e farseli consegnare. Ma nessun’altra novita’.

SILVIA ROMANO, giovanissima volontaria milanese viene rapita in Kenya da un commando di tre persone il 20 novembre scorso. Nei giorni successivi vengono effettuati arresti e fermi, ma di Silvia non ci sono tracce anche se le forze di sicurezza si dicono certe che sia prigioniera nella contea meridionale di Tana Delta e non sia stata trasferita nella confinante Somalia e venduta ai terroristi islamici al- Shabaab.(

Advertisement

Cronache

Auto si ribalta e prende fuoco, morti tre ragazzi

Pubblicato

del

re ragazzi sono morti in un incidente stradale che si è verificato poco fa nel Brindisino lungo la provinciale che collega Torchiarolo a Lendinuso. Sul posto stanno operando i vigili del fuoco. A quanto si apprende l’auto, una Porsche, con a bordo i tre giovani si sarebbe ribaltata prendendo fuoco.

Le vittime sono un 22enne e due ragazze 21enni, tutti residenti a Torchiarolo. Una delle ragazze era originaria dell’Ucraina e viveva in provincia di Brindisi. Le indagini sono condotte dalla polizia locale. La strada al momento è stata chiusa al traffico e sul posto si sta recando il pubblico ministero di turno della procura di Brindisi.

Continua a leggere

Cronache

Schianto in A1 dopo aver scelto casa, morti padre e bimbo

Pubblicato

del

Tornavano da Vicenza. Ci erano stati per iniziare a costruire la loro nuova vita: un lavoro da operatore socio sanitario grazie all’attestato che tra mille sacrifici era riuscito a prendere seguendo i corsi di un istituto di formazione a Cassino. Erano stati a scegliere la casa nella quale trasferirsi: giusto il tempo di far finire l’anno scolastico al loro bimbo che sta in Terza Elementare e poi un taglio netto con il passato, l’inizio di un sogno italiano che prende forma. Ma il sogno di una famiglia di origi nigeriane si è trasformato in un incubo. In una tragedia. È successo sull’autostrada A1, nel tratto tra Anagni e Ferentino, già in provincia di Frosinone, meno di cinquanta chilometri da casa: chilometro 615, direzione sud. Ore 15.30, cosa sia accaduto lo sta ancora ricostruendo la Polizia Stradale di Frosinone, forse uno pneumatico scoppiato.

Sta di fatto che la loro Ford Fiesta grigia viene tamponata con violenza da un suv Volvo di colore blu scuro. Un impatto che costa la vita a Inya Christopher Nwachi, 40 anni, ed al figlio Inya Christopher Junior, di appena 8 anni. Gravi anche la moglie, 40 anni, e l’altra bambina, 5 anni, che viaggiavano in auto. La donna è stata trasferita in elicottero al San Camillo di Roma: la sua prognosi è riservata. L’eliambulanza con la bambina invece è atterrata al Bambin Gesù: anche la bimba è in condizioni critiche. Il bilancio dell’incidente avrebbe potuto essere ancora più grave se non fosse stato per il conducente di un autoarticolato della società Iannotta che arrivava alle spalle delle due vetture: appena assistito all’incidente ha rallentato e si è messo di traverso, occupando le tre corsie di marcia facendo da scudo ed impedendo ad altri mezzi di finire addosso a quelli incidentati.

I primi a prestare i soccorso sono stati alcuni automobilisti, dopo pochi minuti è arrivato il personale sanitario del 118 con la Polizia Stradale di Frosinone ed i Vigili del Fuoco. Per prestare i soccorsi è stato necessario chiudere un tratto di autostrada: si sono creati fino a 6 chilometri di coda verso Sud e 2 verso Nord. Ora la circolazione è ripresa regolarmente. La famiglia, immigrata anni fa dalla Nigeria, si era costruita una vita nel sud della provincia di Frosinone: Inya Christopher Nwachi lavorava in una pizzeria di Cervaro e nel tempo libero studiava per prendere l’attestato da Oss. Ci era riuscito. Ed aveva trovato lavoro a Vicenza: avrebbe preso servizio all’inizio del prossimo giugno. “È una tragedia che colpisce la nostra comunità – dice il sindaco di Cervaro, Ennio Marrocco – era una famiglia che si era fatta ben volere, ben inserita, bravissime persone. Come Comune di Cervaro saremo al fianco della signora e della bambina”. Che ora, dal sogno si ritrovano a vivere un incubo.

Continua a leggere

Cronache

Il 19 giugno parte il processo per l’omicidio di Aurora

Pubblicato

del

Si svolgerà il 19 giugno al Tribunale per i minorenni di Bologna, con rito abbreviato, il processo per il 15enne accusato dell’omicidio di Aurora Tila, la ragazza di 13 anni, morta dopo essere precipitata dal terrazzo sopra casa a Piacenza, il 25 ottobre. Ne dà notizia il quotidiano Libertà. Il processo era stato inizialmente fissato per il 9 luglio, con rito ordinario. L’avvocato difensore del ragazzo ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Oltre agli atti raccolti dalla procura saranno presi in esame in aula i risultati delle perizie dei consulenti di parte. Aurora Tila, studentessa dell’Istituto Colombini, morì la mattina del 25 ottobre precipitando da un terrazzo al settimo piano del palazzo dove viveva con la madre e cadendo poi su un balcone tre piani più in basso. Con lei, sul terrazzo, c’era l’ex fidanzatino, di due anni più grande: le telecamere del condominio hanno ripreso il loro incontro nell’atrio, prima di salire in casa.

È stato lui a dare l’allarme e qualche giorno dopo è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Lui ha sempre negato queste accuse, sostenendo una versione diversa dei fatti rispetto alla ricostruzione della Procura. Il processo si svolgerà secondo il rito abbreviato (ovvero sulla base degli atti raccolti dalla procura, con il beneficio di uno sconto di un terzo della pena) ma “condizionato”, ovvero con l’ascolto in aula dei periti, e quindi con il confronto fra le due perizie, dagli esiti divergenti, che potrebbero rappresentare il cuore del processo. I medici legali di parte della difesa, infatti, contestano radicalmente le conclusioni alle quali era arrivata la perizia disposta dalla procura dei minorenni, che sostanzialmente attribuiscono al 15enne la volontà di far cadere Aurora dal terrazzo, da un’altezza di nove metri.

Una ricostruzione che la difesa ha sempre negato. Il punto cruciale su cui ci sarà battaglia sarà la dinamica della caduta, che secondo la perizia del consulente della procura, è incompatibile con un suicidio. Conclusioni, che come riferisce il quotidiano piacentino, secondo il medico legale Mario Tavani (che insieme al collega Attilio Maisto ha curato la perizia per la difesa) “risultano indubbiamente criticabili”, mentre “quelle sulla ricostruzione dinamica della precipitazione del corpo per alcuni versi inaccettabili”. Saranno prese in esame anche alcune testimonianze oculari: il racconto di alcune persone che hanno riferito di aver visto i due giovani litigare sul terrazzo sono state infatti cruciali per le indagini.

E’ stata una di queste testimonianze, in particolare, secondo cui il ragazzo avrebbe spinto Aurora oltre il parapetto e l’avrebbe colpita sulle mani per farla cadere, a risultare cruciale nella decisione di arrestare il 15enne. Un dettaglio, quello dei colpi sulle mani, che sarà messo a confronto con gli esiti delle perizie: quella dell’accusa ritiene le ferite che Aurora aveva sulle dita compatibili con i colpi ricevuti per farla cadere, mentre secondo la perizia della difesa sono state procurate dall’impatto a terra.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto