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Kelly Doualla in finale agli Europei Under 20: a 15 anni sogna l’oro nei 100 metri

La quindicenne azzurra Kelly Doualla vola in finale nei 100 metri agli Europei Under 20 di Tampere con il tempo di 11.56. In corsa anche Alice Pagliarini.

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Ha solo 15 anni, ma corre come una veterana. Kelly Doualla, velocista italiana nata a Pavia da genitori camerunensi, ha staccato il pass per la finale dei 100 metri agli Europei Under 20 di Tampere, vincendo la semifinale con un crono di 11.56. Una prestazione che non solo le vale il miglior tempo della sua batteria, ma la colloca tra le favorite per l’oro nella finale di domani (ore 19.40).

Giovane, serena e determinata

“Sono davvero felice di rappresentare il mio Paese qui a Tampere”, ha dichiarato Doualla subito dopo la gara. Serenità, concentrazione e nessuna paura: “La pista spinge, è performante, e stavolta ho avuto una buona uscita dai blocchi. Non sento pressione”. Una maturità rara per un’atleta così giovane, che pare correre in scioltezza, con ancora margini di miglioramento.

Alice Pagliarini tra le finaliste, fuori Suppini

Sarà finale a tinte azzurre anche grazie a Alice Pagliarini, marchigiana più esperta a livello internazionale, che ha chiuso la sua semifinale in 11.72. Esce invece di scena Carlotta Suppini, che non riesce ad andare oltre l’11.85.

Tra le principali rivali per l’oro figurano la britannica Mabel Akande (11.48) e l’ucraina Uliana Stepaniuk (11.50), ma Doualla ha dimostrato di poter competere con tutte. E in caso di vittoria, il premio sarà… hamburger e patatine, come ha scherzosamente confessato l’atleta azzurra.

Orlando, Caraccio, Rebuli e altri azzurri in evidenza

Nella stessa giornata, emozioni anche tra gli uomini: Daniele Orlando strappa l’accesso alla finale nei 100 metri dopo un fotofinish tiratissimo. Passano anche Umed Caraccio negli 800 metri (1:49.08), Melania Rebuli nei 1500 (4:22.05), e i due discoboli Francesco D’Angelo (54,21) e Augusto Cecchetti (53,79).

Buon settimo posto con record personale (16:10.90) nei 5000 metri per Licia Ferrari, prima finale della rassegna. Domani sarà il giorno dei 31 azzurri ancora in gara, con attesa per Erika Saraceni nel triplo, Daniele Inzoli nel lungo, e i 5000 metri di Santangelo e Bellillo.

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Caos nel campionato libico in Italia: Var in tilt, risse e il derby Tripoli-Bengasi per lo scudetto

Il campionato di calcio libico, disputato in Italia, vive tra risse, Var guasto e pagamenti in extremis. Oggi a Meda il derby Tripoli-Bengasi decide lo scudetto.

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Doveva essere la fase decisiva, quella a sei squadre, del campionato di calcio libico, trasferito in Italia grazie a un accordo tra i due Governi. In realtà, si è trasformato in una lunga commedia, tra risse in campo e fuori, partite a porte chiuse con accesso riservato a ultrà, “amici degli amici” e ras del petrolio, e problemi organizzativi degni di un film.

L’ultimo episodio domenica, allo stadio di Meda (Monza e Brianza), dove si sarebbe dovuta giocare la sfida decisiva tra al-Ahly di Tripoli (10 punti) e al-Hilal di Bengasi (8 punti). Il caldo opprimente, i controlli serrati, artificieri, perquisizioni e varchi di sicurezza non hanno evitato l’ennesimo colpo di scena: il Var non funzionava e le due squadre, diffidenti l’una dell’altra, si sono rifiutate di scendere in campo.

La valigetta di contanti e il derby politico

Secondo indiscrezioni, la partita rischiava di saltare già dal mattino per una questione economica: la Federazione libicanon aveva ancora saldato la quota dovuta alla controparte italiana per arbitri, guardalinee, quarto uomo e addetti al Var. Un funzionario si sarebbe presentato con una valigetta di contanti per accelerare il pagamento, scatenando ulteriori sospetti sull’origine del denaro. Il bonifico è poi arrivato e oggi, sempre a Meda, Tripoli e Bengasi dovrebbero giocarsi il titolo in un derby che, al di là dello sport, ha il sapore di una sfida politica: la Tripoli del governo di unità nazionale di Abdul Hamid Dbaibah contro la Bengasi del generale Khalifa Haftar.

Un calcio vecchio stile e rissoso

In campo, il calcio libico si presenta ancora antico, con difese che spazzano via il pallone per evitare rischi e protagonisti dal carattere esplosivo: già due partite sono state sospese per risse che hanno richiesto l’intervento dei carabinieri. Tra i volti noti, l’attaccante nigeriano Sunday Akinbule, giramondo tra Lettonia, Portogallo, Malta e Kosovo, e l’allenatore Zoran Manojlovic, veterano di panchine in Tanzania, Marocco e Angola.

Lo spettacolo fuori dal campo

La fase finale si è giocata tra Meda, Sesto San Giovanni e l’Arena Civica di Milano, affascinante ma bisognosa di manutenzione. E anche quando non accadeva nulla, le ore scorrevano tra telefonate diplomatiche, steward sconsolati e tifosi che passavano dalle chiacchiere agli schiaffi, in un’atmosfera quasi da film di Bud Spencer e Terence Hill.

Calcio come simbolo di unità

Nonostante tutto, tra delusioni e caos organizzativo, resta il messaggio che la Libia vuole dare: mostrarsi all’Europa come un Paese presente e indipendente, e usare il calcio come simbolo di uguaglianza e unità nazionale. Almeno nelle intenzioni.

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Napoli vicino a Miguel Gutierrez, ma Manna valuta altre mosse: stand-by per Juanlu, idea Zinchenko

Accordo fatto tra Napoli e Girona per Gutierrez, ma il club riflette. Juanlu si allontana, ipotesi Zinchenko, Elmas e Chiesa tra le opzioni.

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Il Napoli ha in pugno Miguel Gutierrez (nella foto): accordo raggiunto sia con il Girona che con il calciatore. L’intesa è totale, ma il direttore sportivo Giovanni Manna e il presidente Aurelio De Laurentiis mantengono una fase di riflessione. Non si tratta di dubbi sulle condizioni fisiche del terzino, quanto piuttosto della volontà di valutare le ultime opportunità che il mercato potrebbe offrire. L’operazione resta comunque molto probabile e potrebbe chiudersi a breve.

Il Napoli sa di dover completare ancora tre tasselli, a meno di cessioni inaspettate come quella di Spinazzola. L’esperienza dello scorso anno, quando all’ultimo momento si presentò l’occasione McTominay, spinge il club a non avere fretta. L’urgenza principale riguarda un esterno offensivo, necessario per il 4-3-3 voluto da Antonio Conte, con possibili varianti solo sporadiche al 4-4-2 o al 4-2-4.

Juanlu si allontana

La trattativa per Juanlu del Siviglia, dopo settimane di contatti, si sta raffreddando. L’attesa prolungata e le richieste crescenti degli andalusi hanno convinto De Laurentiis e Conte a interrompere la rincorsa: il Napoli non intende pagare oltre il valore ritenuto congruo. Nonostante l’intesa economica già trovata con il calciatore (cinque anni a 2,1 milioni a stagione), lo scenario sembra ormai compromesso.

Idee dall’estero e suggestione Zinchenko

Ferragosto non ferma il mercato internazionale e in Premier League si registrano movimenti interessanti. Le piste Sterling e Grealish sono sfumate — con quest’ultimo approdato all’Everton — ma Manna ha monitorato anche Oleksandr Zinchenko, 28enne nazionale ucraino dell’Arsenal, in uscita dai Gunners. La sua duttilità, da terzino o esterno offensivo, intriga Conte e potrebbe giustificare lo stand-by attuale, dopo una campagna acquisti che ha già toccato quota 140 milioni di euro spesi.

Elmas, Chiesa e gli altri nomi

Il Lipsia ha messo sul mercato Eljif Elmas a titolo definitivo e il Napoli valuta il ritorno del macedone, apprezzato per la sua versatilità. Attenzione anche a Federico Chiesa, che nelle prossime ore incontrerà il Liverpool: l’esterno non vuole un’altra stagione da comprimario nonostante l’ingaggio da 8 milioni.

Sul fronte centrocampo, il Milan non abbassa le richieste per Yunus Musah, e la trattativa potrebbe sbloccarsi solo a ridosso del 1° settembre, magari con un prestito oneroso. Infine, il nome di Fabio Miretti resta gradito a Conte, ma con la Juventus non sarà semplice trovare un accordo.

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Napoli, Conte studia i difetti per accendere di nuovo “gli occhi di tigre”

Antonio Conte lavora sui punti deboli del Napoli a 11 giorni dal debutto. Difesa da registrare, De Bruyne e Lukaku in grande intesa, McTominay brillante.

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Antonio Conte e Lele Oriali non mollano la presa: vogliono capire se il Napoli abbia ancora quello sguardo feroce che ha portato allo scudetto o se, invece, la fame si sia spenta. A 11 giorni dall’esordio in campionato contro il Sassuolo, il tecnico leccese concentra il lavoro più sui difetti che sui pregi della squadra, certo di avere già in mano tutti gli uomini “logici” per il suo calcio.

Rosa completa e meno esperimenti

Rispetto a un anno fa, Conte può contare su un gruppo quasi al completo: sei acquisti già arrivati e almeno altri tre in programma. L’allenatore non dovrà perdere settimane alla ricerca dell’assetto, come avvenne nella scorsa stagione, quando il Napoli trovò equilibrio solo a fine settembre. Oggi nessuno è fuori ruolo, a parte Neres a sinistra in attesa che Lang sia pronto. I nuovi, in particolare Lorenzo Lucca, iniziano a entrare nei meccanismi contiani.

Difesa in ritardo

Il reparto arretrato mostra ancora crepe: Buongiorno ha saltato la preparazione, Beukema non è pronto sul lato sinistro di Rrahmani, e il kosovaro commette leggerezze da rodaggio. In sei amichevoli, solo contro il Sorrento la porta è rimasta inviolata: otto reti subite contro avversari modesti. Difetti individuali, più che strutturali, e quindi teoricamente correggibili con la crescita fisica. Tra i più pronti, Di Lorenzo, Marianucci e un ottimo Politano.

L’asse belga che fa sognare

Il vero faro è Kevin De Bruyne: le sue giocate e l’intesa naturale con Romelu Lukaku, costruita in 79 partite insieme con il Belgio dal 2012, sono già un’arma letale. La loro intesa potrebbe accelerare i progressi della squadra.

McTominay e il rebus tattico

Scott McTominay, nonostante un infortunio a Dimaro, è in grande forma. Il dilemma di Conte sarà decidere chi escludere tra i “fantastici quattro” del centrocampo se si sceglierà il 4-3-3. Possibili alternative: 4-2-3-1 o 4-4-1-1, per non rinunciare a nessuno. Resta la necessità di un altro esterno: Lang sta apprendendo rapidamente, ma ha bisogno di tempo, così come Neres, entrambi chiamati a interpretare meglio la fase difensiva.

Fase di non possesso ancora da registrare

Il Napoli fatica a organizzare il pressing e la fase difensiva alta, complice il poco rientro degli attaccanti. Questo sbilanciamento, per ora, non produce contropiedi efficaci. Conte lo sa: è il prezzo da pagare per una preparazione durissima. Ma il tempo stringe.

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