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Addio a Rino Tommasi, cantore del tennis e del pugilato

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Inviato in 13 edizioni dei Giochi Olimpici, 7 edizioni del Super Bowl, 149 tornei del Grande Slam di tennis, oltre 157 trasferte negli Stati Uniti, con oltre 400 telecronache di pugilato. Tutto questo spiega chi era Rino Tommasi, morto oggi a 90 anni. Ma non dice tutto, perché sono numeri che non sottolineeranno mai abbastanza la passione e la precisione di un uomo che è riuscito a fare di ciò che più amava il proprio lavoro, raccontando il grande tennis e soprattutto il pugilato nei suoi anni d’oro, quello delle notti insonni davanti alla tv. “Io e Gianni Clerici commentiamo le partite come due amici che si ritrovano davanti alla tv – disse una volta -, e ci pagano per svolgere un lavoro per il quale pagheremmo noi”.

Le sue telecronache di tennis in coppia con Clerici, due autentici mattatori del microfono da Parigi e Wimbledon, lo hanno fatto conoscere non solo agli appassionati della racchetta, mentre la sua inarrivabile precisione statistica (uno dei suoi soprannomi era ‘computeRino’) non era frutto di eccessiva pignoleria o nozionismo, ma di un approccio all’americana verso ciò che raccontava, convinto che i successi potessero nascere anche da quanto era evidenziato dai numeri.

Il pugilato, assieme al tennis che praticò da ragazzo vincendo due medaglie ai campionati mondiali studenteschi, era lo sport che più amava, e la telecronaca che fece del mondiale dei pesi medi Hagler-Mugabi, match ‘selvaggio’ e di emozioni non facilmente raccontabili, è rimasta nella storia delle televisione sportiva italiana. Della ‘nobile arte’, ancor prima di dedicarsi al giornalismo, Tommasi era stato anche organizzatore, riempendo con le riunioni della sua Itos (Italiana Organizzazioni Sportive) il Palasport di Roma. La lista dei campioni che ha seguito da promoter (all’epoca il più giovane d’Italia) è molto lunga, e comprende gente del calibro di Giulio Rinaldi, l’olimpionico di Roma ’60 Franco De Piccoli, Sandro Lopopolo, Nino Benvenuti e Sandro Mazzinghi (Tommasi fu l’organizzatore della rivincita fra i due).

Fuori dall’Italia è stato invece il cantore di Mike Tyson e dei suoi incredibili ko e delle sfide fra classe e potenza, e quindi Ray Sugar Leonard contro Roberto ‘Mani di Pietra’ Duran. Ma era anche a Kinshasa a vedere Ali-Foreman, inviato della ‘Gazzetta’. Dalla carta stampata alla televisione, dove – chiamato da Berlusconi a dirigere lo sport di Canale 5 – portò gli sport americani, Tommasi si è dimostrato sempre un Maestro, come lo definisce oggi la federpugilato, mentre il presidente del Coni Giovanni Malagò sottolinea che “è stato un protagonista indiscusso del nostro mondo”. Non a caso, la lista dei premi e dei riconoscimenti che ha ottenuto in Italia e nel mondo è molto lunga.

Ma Tommasi, figlio di quel Virgilio che per 13 anni detenne il record italiano di salto in lungo e partecipò a due Olimpiadi, non poteva che essere amante anche dell’atletica, mentre i panni del tifoso (ma senza darlo troppo a vedere) li vestiva solo quando gli capitava di seguire le partite dell’Hellas Verona, la squadra della sua città. Insomma, Rino Tommasi è stato l’uomo di una vita trascorsa seguendo le proprie passioni. “Forse ho visto troppo sport” è parte del titolo di un suo libro, e spiega perfettamente chi era.

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Inter, vittoria di misura e testa al Barcellona: 1-0 contro il Verona con il rigore di Asllani

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Una vittoria preziosa, ottenuta con pragmatismo e ampio turnover: l’Inter supera il Verona per 1-0 a San Siro grazie a un rigore trasformato da Asllani e può ora concentrarsi con serenità sulla sfida decisiva contro il Barcellona.

Simone Inzaghi, squalificato e sostituito in panchina da Massimiliano Farris, rivoluziona la formazione rispetto alla gara europea: l’unico titolare confermato è Bisseck. Con lui in difesa De Vrij e Carlos Augusto, mentre sugli esterni agiscono Darmian e Zalewski. In mezzo al campo, Asllani in regia, affiancato da Frattesi e Zielinski. In avanti, spazio a Correa e Arnautovic.

L’inizio è tutto nerazzurro. Carlos è tra i più ispirati e già al quinto minuto propizia l’episodio chiave: imbucata per Arnautovic e fallo di mano netto di Valentini in area. L’arbitro Manganiello, dopo revisione al VAR, assegna il rigore. Dal dischetto si presenta Asllani: esecuzione impeccabile e primo gol in campionato per il centrocampista albanese, che spiazza Montipò e firma l’1-0.

Il Verona fatica a reagire. Il 5-3-1-1 di Zanetti punta sulla densità e sul gioco sporco, ma l’Inter controlla senza affanni. Zalewski è particolarmente attivo sulla sinistra, mentre l’unica vera occasione per gli ospiti è un destro potente di Sarr, respinto con attenzione da Martinez. L’illusione del raddoppio arriva ancora da Asllani, ma il suo tiro colpisce solo l’esterno della rete.

Nella ripresa, il copione non cambia subito: il Verona prova timidamente ad alzare il baricentro, ma l’Inter gestisce il possesso senza forzare. L’ingresso di Dimarco e Mkhitaryan prima, poi di Taremi e Acerbi, porta forze fresche, ma l’atteggiamento rimane conservativo. I nerazzurri badano a contenere, Martinez si fa spesso coinvolgere nel giro palla per addormentare il ritmo e spegnere le iniziative dell’Hellas.

Nel finale qualche brivido, ma nessun vero pericolo per la porta nerazzurra. L’Inter archivia la pratica con un 1-0 di sostanza, senza entusiasmi ma con pieno controllo. Tre punti pesanti in ottica campionato e una spinta in più verso l’attesissimo ritorno con il Barcellona. Ora, sì, la testa può andare tutta lì.

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Tennis: Sabalenka batte Gauff e vince Masters 1000 Madrid

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Aryna Sabalenka trionfa a Madrid superando nella finale del Masters 1000 Coco Gauff per 6-3 7-6 in un’ora e 39 minuti di gioco. Per la Sabalenka, n.1 della Wta, è il terzo titolo a Madrid dopo il successo del 2021 su Ashleigh Barty e quello del 2023 su Iga Swiatek, e anche il terzo titolo dell’anno dopo le vittorie a Brisbane e Miami. Complessivamente è il 20esimo titolo della carriera.

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Raspadori, il goleador dai gol pesanti: calmi e gesso, dobbiamo lavorare ancora

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“Penso che di pezzettini ne abbiamo costruiti tanti durante l’anno, siamo alla fine, mancano tre partite, ma dobbiamo pensare solo alla prossima, quella che viene è la più importante. Penso che ci siano dei gol che vengono ricordati, ma quello che rimane a noi è quello che c’è dietro, il lavoro quotidiano per poter vincere queste partite. Siamo riusciti a portarla a casa, non è mai scontato”. Lo ha dichiarato l’attaccante del Napoli Giacomo Raspadori ai microfoni di Dazn dopo il match vinto 1-0 contro il Lecce. “La partita è stata molto difficile, avevamo pressione, l’importante è avere vinto, dobbiamo continuare così. Clean sheet? Parte dagli attaccanti, quando loro fanno bene è più facile anche per noi”, ha aggiunto Amir Rrahmani.

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