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Dopo Facebook anche Twitter affonda a Wall Street, Apple arranca per una questione di brevetto

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Giornata nera per Twitter. La societa’ che cinguetta affonda a Wall Street, perdendo oltre il 13%, sulla scia dei timori sui contenuti veicolati dalla piattaforma. Contenuti che, secondo Amnesty International, sono ”tossici per le donne”. Rincara la dose Citron Research che definisce Twitter la ‘Harvey Weinstein dei social media’. Giovedi’ in salita anche per Apple: Qualcomm ha ottenuto il divieto di vendita in Germania dei modelli di iPhone 7 e 8 per la violazione di un brevetto. Per Cupertino si tratta di un nuovo schiaffo dopo quello in Cina. Dicendosi ”delusa” dal verdetto, Apple annuncia che presentera’ appello. I titoli di Cupertino arretrano a Wall Street, dove perdono l’1,74%. Ben piu’ pesante il calo di Twitter, che scende ai livelli piu’ bassi da ottobre. Twitter ha perso piu’ di un terzo del suo valore negli ultimi sei mesi, anche se resta in rialzo del 19,2% per il 2018. A gelare la societa’ che cinguetta sono i timori di una fuga della pubblicita’ dalla piattaforma per i suoi contenuti in molti casi controversi. Secondo Amnesty International, le donne sono spesso target di commenti inappropriati sulla piattaforma, soprattutto quelle afroamericane. ”L’odio su Twitter e’ reale e la societa’ non sta prendendo le misure appropriate per affrontare il problema” dice Citron Research. Parole che rappresentano una doccia fredda per Twitter, gia’ sotto osservazione da parte delle autorita’ americane insieme a Facebook. La bufera sul social network di Mark Zuckerberg infatti prosegue: all’azione legale del procuratore di Washington DC per lo scandalo dei dati di Cambridge Analytics e alle rivelazioni del New York Times, si aggiunge anche la pioggia di critiche per la presunta mancata rimozione su WhatsApp di video pedopornografici.

Secondo quanto riportato dalla stampa americana, due associazioni di beneficenza israeliane sono state in grado di rintracciare gruppi di persone che condividevano sulla piattaforma di messaggini video e immagini di abusi sessuali su minori, aumentando la pressione su Facebook e Mark Zuckerberg, per il quale cresce il coro di voce che ne chiede le dimissioni.

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Dita e viso, il futuro della sicurezza senza password

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Intel ha istituto il World Password Day nel 2013. Ogni primo giovedì di maggio, da quell’anno, si ricorda l’importanza delle chiavi alfanumeriche, numeri e parole, per proteggere le nostre vite digitali. Una giornata che potrebbe presto essere un ricordo, con la dismissione delle password tradizionali a favore di metodi più sicuri. Non a caso, l’azienda di sicurezza Sophos vorrebbe ribattezzare l’iniziativa come “Giornata mondiale della password e dell’autenticazione a più fattori”. Per gli esperti del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, alle password resta poco da dire: la biometria, ossia la scansione di polpastrelli e del viso, su smartphone, tablet ma anche computer, è l’unica via percorribile per difendere i dati dai criminali informatici.

“Le tecnologie attualmente disponibili consentono di implementare sistemi di protezione decisamente più efficaci rispetto alle sequenze di numeri, lettere e caratteri speciali che, moltiplicate per le decine di servizi digitali che ognuno di noi utilizza, sono oggettivamente impossibili da memorizzare, oltre che facilmente rintracciabili dai cyber criminali” afferma Alessio Pennasilico del Comitato Scientifico del Clusit. La sicurezza digitale può essere oggi garantita, per il Clusit, soltanto da tecnologie moderne di protezione degli account. Tra queste, l’autenticazione multi-fattore, che richiede una doppia validazione, oltre alla password, per verificare l’identità e ottenere il via libera per l’uso di un account, una rete o un’applicazione. Un esempio è la ricezione di un codice temporaneo che arriva sul proprio numero di cellulare.

Oppure i sistemi biometrici, che includono la mappatura delle impronte digitali, il riconoscimento facciale e la scansione della retina, e da altre tecnologie cosiddette “passwordless”, più sicure e meno attaccabili. Dello stesso parere è l’azienda di cybersecurity Kaspersky, che ha ricordato come, negli ultimi mesi a livello globale, quasi otto piccole e medie imprese su dieci (76% delle intervistate) siano cadute sotto i colpi degli hacker spesso a causa di password deboli e ripetute. Il 34% delle Pmi ha riportato fughe di dati riservati, il 23% danni alla reputazione e il 20% perdita di fiducia dei clienti. Circa il 9% ha dovuto sospendere le proprie attività. Per chi usa ancora la combinazione di lettere e numeri, i consigli sembrano ovvi ma ancora necessari: “Non scrivere le password su quaderni o foglietti adesivi” spiegano dalla società di sicurezza Trend Micro “ed evitare nomi e date di nascita. Per noi sono facili da ricordare ma semplificano la vita ai ladri di informazioni digitali”.

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Media, ‘Apple intensifica le trattative con OpenAI’

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Le trattative fra Apple e OpenAI si intensificano dopo mesi di contatti ai minimi. Pur restando in trattative con Google per un possibile uso della sua chatbot Gemini, Cupertino ha iniziato a discutere con OpenAI i termini per un possibile accordo per integrare le sue funzionalità di intelligenza artificiale in iOS18, il prossimo sistema operativo dell’iPhone. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali Apple non ha ancora deciso con chi collaborerà.

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Apple potrebbe lanciare in autunno l’IA su iPhone

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È ancora una volta Mark Gurman a fornire nuovi dettagli sui progetti di intelligenza artificiale di Apple. Secondo l’informatore di Bloomberg, ed esperto della Mela, il colosso americano starebbe lavorando ad un’IA per iPhone, da lanciare in autunno insieme all’aggiornamento del sistema operativo iOs 18, che mette al centro la privacy degli utenti. Il riferimento è ad un software che non userebbe la connessione internet per rispondere alle domande degli utilizzatori. Il grosso del lavoro sarebbe dunque svolto direttamente sul dispositivo, grazie al database su cui poggerebbe il cosiddetto Llm, large language model.

Anche i concorrenti, da ChatGpt a Copilot e Gemini di Google possono contare sull’archivio di informazioni a disposizione, con la differenza di incrociare dati da internet per fornire risposte più precise e aggiornate. Secondo Gurman, la scelta di Apple porterebbe ad un chatbot con un potenziale minore rispetto a quelli che si connettono al web, e per questo, la compagnia potrebbe colmare il gap inserendo in alcuni contesti del sistema operativo Gemini. Proprio un mese fa, era balzata in rete la notizia di un accordo tra Apple e Google per l’integrazione dell’IA di quest’ultima sugli iPhone. “I principali vantaggi dell’elaborazione sul dispositivo saranno tempi di risposta più rapidi e una privacy superiore rispetto alle soluzioni basate su cloud” scrive Bloomberg. La novità è prevista per l’autunno, con la disponibilità di iOs 18 ma già il 10 giugno, giorno di apertura della conferenza degli sviluppatori Apple Wwdc 2024, sono attese anticipazioni, in modo particolare durante il keynote di apertura di Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda.

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