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Offensiva ucraina a Kherson, Blinken sentirà Lavrov

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“Lasciate Kherson. O dovrete attraversare il Dnipro a nuoto”. La controffensiva ucraina contro i soldati russi ha avuto nelle ultime ore il suo epicentro nel sud del Paese, con l’obiettivo dichiarato di sbarrare la strada alle forze di Mosca che da settimane occupano quel territorio – omonima regione adiacente alla Crimea e con sbocco sul Mar Nero – allo scopo di rafforzare ed espandere la propria presenza lungo l’asse orientale che dal Donbass arriva a Odessa. Kiev risponde allora con il piu’ classico degli espedienti: far saltare un ponte. Lo strategico ponte di Antonivskiy che attraversa il fiume Dnipro e che diventa il simbolo del raid ucraino con i razzi Himars, armi di precisione ricevute dagli Usa. La guerra continua mentre dal fronte diplomatico arriva un segnale dopo mesi di desolante stallo: nei prossimi giorni ci sara’ una telefonata tra il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov. E anche se Blinken nel preannunciare i colloqui tiene a precisare che non si tratta dell’inizio di “un negoziato”, sta di fatto che e’ il primo contatto diretto fra i due dall’inizio della guerra. Il segretario di stato americano anticipa che al centro della telefonata si affrontera’ il tema dei detenuti americani in Russia, come la cestista Griner che proprio oggi e’ scomparsa in un tribunale di Mosca in vista di una sentenza, per droga, in cui rischia fino a 10 anni di carcere. Tra i temi anche il grano, ha fatto sapere Blinken proprio nel giorno in cui e’ stato inaugurato il centro di coordinamento di Istanbul, oggetto dell’accordo di una settimana fa, che consentira’ ‘presto’ la partenza della prima nave dall’Ucraina. Cui seguira’ una spola che dai porti di Odessa, Chornomorsk e Yuhzny dovrebbe scongiurare il rischio di una crisi alimentare globale. Non lontano dalle sponde del Mar Nero pero’ si continua a combattere con le forze ucraine che hanno preso di mira il ponte di Antonivskiy, ponte cruciale e principale linea di rifornimento russa nella Kherson occupata. Le prime indicazioni di pesanti bombardamenti si cominciano ad avere attorno alla mezzanotte attraverso i canali social di media locali, insieme a un video che mostrerebbe una raffica di colpi. Piu’ tardi la conferma e’ venuta direttamente dal palazzo presidenziale: “Gli occupanti imparino a nuotare attraverso il fiume Dnipro, oppure lascino Kherson finche’ e’ ancora possibile. Potrebbe non esserci un terzo avvertimento”, scrive su Twitter Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Voldymyr Zelensky, rivendicano l’attacco al ponte e intimando ai russi di abbandonare la citta’ occupata sulla quale gli ucraini hanno lanciato una controffensiva. Per mettere a segno l’attacco i vertici militari ucraini hanno scelto di ricorrere ai missili Himars di dotazione americana. Lo conferma su Telegram il presidente Zelensky in persona, lodando l’efficacia dei razzi forniti da Washington (si tratta in realta’ di lanciarazzi su gomma a guida Gps, in grado di esplodere piu’ colpi contemporaneamente con un’elevata precisione a grande distanza): “Giorno dopo giorno, i nostri difensori colpiscono efficacemente le posizioni nemiche sconvolgendo i piani degli occupanti – scrive Zelensky su Telegram. Gli Himars e le altre armi di precisione stanno cambiando il corso della guerra a nostro favore. E sebbene la potenza di fuoco dell’esercito ucraino sia inferiore a quella del nemico, i nostri guerrieri colpiscono comunque con maggiore abilita’ e precisione”. Nella capitale Ucraina continuano intanto i ‘rimpasti’ dopo le epurazioni su piu’ fronti. L’ultimo rinnovo, in ordine di tempo, e’ quello del nuovo procuratore generale ucraino: si tratta di Andriy Kostin, indicato dal presidente in sostituzione di Irina Venediktova, la cui nomina ha ricevuto il via libera della Verkhovna Rada, il Parlamento monocamerale ucraino, con il voto favorevole di 299 deputati, 32 astenuti e 33 che non hanno votato.

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Esteri

Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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Ok Usa a equipaggiamenti F-16 per l’Ucraina

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di parti e equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari: lo ha reso noto il Pentagono. Tra i principali appaltatori figurano Lockheed Martin Aeronautics, Bae Systems e Aar Corporation. (

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