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Politica

Crisi afghana e “rischi di infiltrazioni” terrorismo, il ministro Guerini al Copasir

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Quali ripercussioni sulla sicurezza interna dopo il caos afghano? Per gli 007 la situazione e’ “in evoluzione ed imprevedibile” e l’allerta deve restare sempre alta. Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga parla di “rischio altissimi di infiltrazioni” tra i migranti che attraversano la ‘porta balcanica’. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, definisce “possibile” l’eventualita’ che cio’ che e’ successo “possa avere riverberi su altre regioni”. Ed il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribadisce che “Roma resta fermamente determinata a contrastare, insieme agli Stati Uniti e agli altri partner internazionali, ogni forma di terrorismo e di violenza fondamentalista”. La fuga da Kabul di migliaia di profughi porta con se rischi, con riflessi anche per la sicurezza nazionale. Forze dell’ordine e intelligence continuano a monitorare gli arrivi in Italia, per scongiurare la possibilita’ che nell’esercito di disperati che hanno cercato di fuggire possa celarsi una minaccia per il nostro Paese. Per fare il punto di situazione, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha convocato per martedi’ il ministro Guerini. Il Copasir, che nei giorni scorsi ha ascoltato il ministro degli Esteri Luigi di Maio e i capi di Dis e Aise, “si e’ tenuto costantemente informato – spiega il presidente dell’organismo parlamentare, Adolfo Urso – sulle operazioni di evacuazione in corso e sulle condizioni di sicurezza nell’aeroporto di Kabul sottoposto agli attacchi del terrorismo islamico”. Guerini, che illustrera’ gli ultimi drammatici sviluppi, in una intervista ha gia’ sottolineato come serva piu’ che mai in questo momento uno scatto della Ue nelle politiche relative alla Difesa. “E’ necessario un salto di qualita’ sul tema della sicurezza: analisi condivisa della minaccia, agenda politica comune, costruzione di capacita’ militari e, se necessario, volonta’ di impiegarle”, ha sostenuto l’inquilino di palazzo Baracchini. Sul fronte del controllo dei flussi migratori sono stati rafforzati i controlli alle frontiere, soprattutto per quanto riguarda la “porta” balcanica. Il presidente del Friuli Venezia Giulia Fedriga parla di “rischio altissimo di infiltrazioni”. “Non a caso vediamo i casi francese e inglese – afferma – dove gia’ oggi sono state messe sotto sorveglianza speciale delle persone arrivate dall’Afghanistan in odore di terrorismo e che rischiano di portarlo in Europa”. Per il governatore il rischio non deriva da “quelli che vengono portati fuori dall’Afghanistan in quanto in passato hanno collaborato con le varie forze alleate”, ma “dall’ingresso di immigrati irregolari, per esempio tramite la rotta balcanica”. Fedriga ha quindi sottolineato la necessita’ di “controllare quelle rotte” e “tutelare i confini europei e italiani”. Per il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, “in Italia dovremo fare attenzione ai rischi di una nuova crisi migratoria, credo serva una riunione di maggioranza per verificare le iniziative da adottare per combattere terrorismo e immigrazione illegale”. Sui futuri scenari migratori interviene anche il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo annunciando che il suo Ufficio e’ orientato a l’archiviazione dei fascicoli penali aperti per il reato di ingresso illegale in Italia per i migranti in arrivo dall’Afghanistan. “Il destino dei migranti in arrivo da aree interessate da conflitti e’ un fenomeno sociale che deve invece essere indagato e deciso a livello politico – afferma -. E’ importante che la classe politica trovi una risposta a questo dramma umano in chiave europea”. “I rintracci piu’ frequenti di migranti in arrivo dalla rotta balcanica riguardano cittadini pachistani. A Trieste assistiamo a un flusso massiccio. Ora – conclude De Nicolo – con la crisi in Afghanistan, e’ ragionevole pensare che su quella stessa rotta si accompagni l’arrivo di profughi da quel Paese considerato che sono confinanti. E’ facile ipotizzare anche che tra i migranti arriveranno molte donne e bambini”.

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Stretta di FdI sui ballottaggi. La Lega punta sui salari

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Il centrodestra torna alla carica sulla battaglia per cancellare i ballottaggi dei sindaci delle grandi città (con più di 15 mila abitanti). Fallito il blitz di un mese fa al Senato, in forma di emendamento al decreto Elezioni, ci riprova con l’iter più tradizionale di un disegno di legge ad hoc, identico a quello. Martedì partirà l’esame in Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, forte anche della spinta di Fratelli d’Italia che guida la Commissione con il meloniano Alberto Balboni, che è anche relatore del provvedimento. Stesso ruolo che ha per il ddl per aumentare il numero di assessori e consiglieri regionali e di quello costituzionale per allungare a 90 i giorni per la conversione in legge dei decreti (oggi sono 60).

Insomma, la strategia è tracciata. Sui sindaci, dopo le polemiche innescate a inizio aprile dall’emendamento anti ballottaggi che la maggioranza presentò e ritirò subito dopo, per evitare la figuraccia di non essere ammesso (per scarsa attinenza al decreto Elezioni, dedicato alle prossime Amministrative e ai referendum), ora si cambia strada. Ma la meta è decisa, assicurano soprattutto i Fratelli d’Italia. Sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza, il disegno di legge punta a dire addio al doppio turno che quasi mai ha portato fortuna ai propri candidati e chiede di eleggere al primo turno il candidato sindaco che abbia avuto almeno il 40% dei consensi, oltre a prevedere un premio alla lista o al gruppo di liste collegate a quel candidato. Obiettivo: blindarsi sempre più sui territori, approfittando del buon vento di oggi.

Occasione ancor più allettante per un partito come quello della premier Meloni, che vanta consensi alti, ma viene spesso additato per avere pochi dirigenti e amministratori. Una sfida condivisa dagli alleati. Compresi i leghisti, protagonisti spesso di distinguo, nella coalizione, come ad esempio sul riarmo europeo. Una questione che continua a dividere i tre partiti e che giovedì sarà sul tavolo del Consiglio supremo di difesa, convocato dal Quirinale. Nel breve, la Lega si concentra sui temi economici e scommette sui salari. Nell’aria da giorni, è il leghista Claudio Durigon, nella veste di sottosegretario al Lavoro, a spiegare al Corriere i dettagli della proposta di legge targata Lega che a breve sarà in Parlamento. Il partito di Matteo Salvini lancia il pressing, anche rispetto agli alleati, per garantire stipendi realmente adeguati all’inflazione crescente.

L’escamotage è quello di anticipare in busta paga i soldi in più che normalmente derivano dal rinnovo contrattuale e spesso in ritardo di anni. E sui costi della misura, Durigon replica: “I soldi li stiamo valutando. Troveremo soluzioni”. Parole su cui FdI glissa, pur condividendo la lotta. Fredda e più scettica Forza Italia. In primis, sulle coperture. Secondo i vertici economici di FI, la novità potrebbe costare almeno un miliardo e forse più. Inoltre, non convince il tema delle contrattazioni: da un lato si vorrebbe rafforzare la contrattazione e delegarla ai territori e dall’altro introdurre meccanismi centralizzati, è la critica degli azzurri. Alessandro Cattaneo, responsabile Dipartimenti di FI, chiama in causa il ministro dell’Economia: “Giorgetti dovrà esprimersi perché bisogna stimare quanto sia oneroso intervenire”. Parallelamente FI annuncia la prossima battaglia contro le morti e gli infortuni sul lavoro. Un ddl sarà presentato “prima dell’estate”, garantisce il viceministro alla Giustizia e forzista Francesco Paolo Sisto. (

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Mattarella convoca il Consiglio Supremo di Difesa giovedì 8 maggio

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa al Palazzo del Quirinale per giovedì 8 maggio 2025 alle ore 17. Lo comunica la Presidenza della Repubblica.”L’ordine del giorno prevede le “valutazioni sul Libro bianco della difesa europea, sulle infrastrutture strategiche nazionali, sull’adeguamento dello strumento militare e le prospettive per l’industria della difesa italiana”. Inoltre, il Consiglio esaminerà “l’evoluzione nelle principali aree di crisi con particolare riferimento ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente ed alle iniziative di pace in ambito internazionale ed europeo”.

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Interrogazione parlamentare di Fratoianni: carabiniere denuncia chi canta Bella ciao

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“Chissà se il maresciallo dei carabinieri che ha denunciato, a Mottola in provincia di Taranto, 10 cittadini accusati di aver voluto cantare ‘Bella Ciao’ e ‘Fischia il Vento’ durante le celebrazioni del 25 aprile, sa che per liberare l’Italia dai nazisti e dai loro servi fascisti l’Arma dei Carabinieri ha perso quasi 3mila uomini. E chissà se ha compreso le parole utilizzate dall’attuale comandante generale che solo pochi mesi fa ricordando il sacrificio di Salvo D’Acquisto lo ha definito ‘un esempio luminoso di coraggio, abnegazione e amore per il prossimo, che supera i confini del tempo: un modello di riferimento per tutti i Carabinieri e per le future generazioni’. Evidentemente non lo sa o meglio non intende riconoscerlo”.

Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in una nota. “Non comprendiamo ad esempio – prosegue il leader di SI – perché i suoi superiori non siano ancora intervenuti per sospenderlo dal servizio. La denuncia di cui si è fatto promotore è assolutamente inaccettabile e in contrasto con i valori costituzionali”. “È per questo che in attesa di conoscere i provvedimenti che intende assumere il Comando Generale, presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno – conclude Fratoianni – su questa vicenda surreale e nello stesso tempo gravissima”.

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