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Corona Virus

Allarme a Stoccolma, nella mitica Svezia le terapie intensive sono al collasso

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Limitare al minimo le restrizioni non paga nella lotta al coronavirus. Nella mitica Svezia, spesso invocata ad capocchiam come esempio da seguire soprattutto in Italia, il governo insiste nel tenere tutto aperto. Al momento, però, il risultato di questa scelta è drammatico: le terapie intensive di Stoccolma sono arrivate al collasso, mettendo in allarme le autorità sanitarie. Ed è tutt’altro che un caso isolato, il Covid non allenta la presa. In Germania, che ha superato i 20mila morti, la situazione e’ peggiorata nell’ultima settimana. Gli Stati Uniti sono ancora alle prese con una mortalita’ spaventosa: oltre 3.000 vittime in un solo giorno. La Svezia dall’inizio della pandemia ha scommesso su un modello di contenimento alternativo, affidando alla responsabilita’ dei cittadini il rispetto del distanziamento e la limitazione dei movimenti. Il prezzo pero’ e’ stato una mortalita’ e un tasso di contagi superiore agli altri paesi scandinavi. La seconda ondata non e’ stata da meno, se si guarda alle cifre delle terapie intensive, che tra l’altro erano state rafforzate in primavera: il 99% dei posti letto nella capitale sono occupati da pazienti Covid e non, ha reso noto il direttore sanitario regionale Bjorn Eriksson. Che ha lanciato un appello a “non assembrarsi nei negozi per lo shopping di Natale e nei locali per un bicchiere dopo il lavoro”. Perche’ le conseguenze, ha avvertito, sono “orribili”. Il picco di autunno, nel resto d’Europa, potrebbe essere vicino, ed in certi casi superato, ma i numeri dei nuovi contagi e delle vittime non consentono di abbassare la guardia (Italia i decessi in un giorno sono addirittura 887). Guardando alla Germania, ad esempio, si nota che nonostante il semi-lockdown nell’ultima settimana la situazione e’ “peggiorata”, ha rilevato il presidente del Robert Koch Institut Lothar Wieler. Descrivendo un quadro in cui “aumentano i focolai nelle case di cura” ed i sanitari sono “esausti”. Inoltre, c’e’ stato un record di nuovi contagi, quasi 24mila, e le vittime hanno superato la soglia delle 20mila. Sempre piu’ Lander, ormai, sollecitano un’ulteriore stretta, d’accordo con Angela Merkel, protagonista di un vibrante discorso in parlamento in cui ha preannunciato ulteriori sacrifici. In Spagna i decessi potrebbero essere molti di piu’ di quelli registrati ufficialmente. L’indicazione e’ arrivata dall’ultimo report dell’istituto nazionale di statistica, che ha riferito di oltre 45mila morti da marzo a maggio, rispetto ai 27mila comunicati dal ministero della sanita’. Un segnale, probabilmente, che durante la prima ondata gli ospedali e le pompe funebri erano talmente sopraffatti che molte vittime non furono conteggiate nel bilancio ufficiale. La situazione appare migliore in Francia, dopo il ripristino del lockdown. Anche se i 14mila nuovi contagi sono ancora troppi, rispetto ai 5mila auspicati per poter riaprire con serenita’. Il governo ha allentato un po’ la presa, consentendo gli spostamenti durante le feste, a partire dal 15 dicembre. Allo stesso tempo musei, teatri e cinema resteranno chiusi per altre 3 settimane ed il coprifuoco sara’ anticipato di un’ora, dalle 21 alle 20, anche a San Silvestro, ha reso noto il premier Jean Castex, perche’ “la sfida e’ lungi dall’essere vinta”. Nel resto del mondo e’ difficile individuare un’area Covid-free. Gli Stati Uniti hanno ancora la febbre altissima, aggravata dal fatto che milioni di persone hanno viaggiato per il Ringraziamento nonostante gli appelli a restare a casa. Nemmeno il virtuoso Giappone puo’ considerarsi al riparo, con nuovi record di contagi a livello nazionale e a Tokyo. Tanto che il governo non ha escluso il ritorno allo stato d’emergenza. La seconda ondata, nel frattempo, e’ arrivata fino in Sudafrica.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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