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Madrid riapre le frontiere,inizia la nuova normalità

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Un volo proveniente da Milano e uno da Parigi sono stati i primi ad atterrare oggi all’aeroporto di Madrid dopo la riapertura delle frontiere con l’Europa nel giorno che segna il via alla cosiddetta ‘nuova normalita” anche in Spagna. Dopo quasi 100 giorni di confinamento e sei proroghe dello stato di allerta, allo scoccare della mezzanotte il Paese iberico ha revocato le restrizioni alla mobilita’ tra regioni e ha aperto le frontiere con l’Ue (ad esclusione del Portogallo) e verso il Regno Unito, consentendo l’arrivo di visitatori senza l’obbligo di effettuare una quarantena: nella prima giornata post-lockdown sono stati circa un centinaio i voli provenienti dall’Ue e dallo spazio Schengen, 18 atterrati all’aeroporto Adolfo Suarez Madrid-Barajas della capitale. Si tratta di fatto di un anticipo sulla tabella di marcia, annunciato solo nei giorni scorsi dal presidente del governo Pedro Sanchez che in un primo momento aveva preferito la prudenza estrema rinunciando ad accompagnare alcuni dei partner europei, compresa l’Italia, nella riapertura del 15 giugno, mentre la data piu’ frequentemente indicata era il primo luglio. Scadenza quest’ultima che resta invece per la completa riapertura, quando verra’ ripristinata la libera circolazione anche con il confinante Portogallo, rinviata su richiesta dello stesso governo di Lisbona. Il nodo sul Regno Unito si e’ sciolto solo nelle ultime ore e, dopo una serie di contatti bilaterali, Madrid ha deciso di riaprire anche a Londra: “Lo facciamo per rispetto dei 400 mila britannici che hanno una seconda casa in Spagna e non vedono l’ora di beneficiarne”, ha spiegato la ministra degli Esteri Arancha Gonzalez Laya, auspicando che il gesto possa essere reciproco. La Spagna vuole ripartire dal turismo, una voce che conta per il 12% del Pil spagnolo. Tutto in sicurezza naturalmente, quindi lungo la costa ci si attrezza con droni, sensori, videocamere e app per gli smartphone, per garantire il rispetto del protocollo di distanziamento e igiene. In generale le regole non sono troppo diverse che altrove, con la distanza di sicurezza nei luoghi pubblici fissata ad un metro e mezzo, l’uso delle mascherine quando cio’ non e’ possibile e l’igiene regolare delle mani. Amministrativamente l’ingresso nella fase di ‘nuova normalita” per la Spagna vuol dire anche che saranno d’ora in poi i governi regionali a decidere sulle misure di contrasto alla pandemia per il proprio territorio, segnando cosi’ anche una nuova fase politica dopo i quasi tre mesi di gestione iper centralizzata in cui non sono mancate la tensioni fra governo e opposizione, con il socialista Sanchez che ha dovuto fare i conti con i limiti della risicatissima maggioranza che regge il suo governo, fra accordi e compromessi. “Il virus puo’ tornare e puo’ di nuovo scuoterci con una seconda ondata. Dobbiamo evitarlo a tutti i costi. Dobbiamo essere preparati”, ha pero’ avvertito il premier alla vigilia della riapertura.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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