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Macron a Londra ricorda De Gaulle, ‘grati al Regno’

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 Sono stati i toni della storia, quelli della “gratitudine eterna” e della “riconoscenza infinita della Francia libera” verso il Regno Unito, a segnare oggi la visita di Emmanuel Macron a Londra. La prima all’estero dallo scoppio dell’emergenza coronavirus, fatta per commemorare gli 80 anni del fatidico appello del 18 giugno 1940 lanciato dai microfoni della Bbc con cui Charles De Gaulle, riparato in riva al Tamigi sotto la protezione di Winston Churchill, invoco’ la resistenza all’occupazione nazista e al collaborazionismo del maresciallo Petain riscattando l’onore di Parigi. I toni della storia, per un giorno, prima di quelli della politica attuale: segnata dai dossier sulla cooperazione contro la pandemia e il suo prevedibile impatto devastante, sui controlli di confine e sulla controversa quarantena britannica; oltre che dal difficile negoziato fra Gran Bretagna e Ue sulle relazioni post Brexit. Ricevuto nella residenza di Clarence House dal principe Carlo, in veste ormai di co-reggente sullo sfondo dell’isolamento precauzionale dalla scena pubblica che la regina Elisabetta, 94 anni, dovra’ continuare a osservare per mesi, il presidente francese ha poi incontrato il primo ministro Boris Johnson a Downing Street. Con Carlo e la consorte vi e’ stato il momento cerimoniale della missione – con saluti a distanza e distacco interpersonale di due metri accuratamente rispettato – culminato nella deposizione di una corona di fiori al monumento dedicato al re della vittoria, Giorgio VI, nonno dell’erede al trono e padre di Elisabetta II, e quindi dagli indirizzi di saluto incrociati. E’ qui che Macron ha rivolto il suo inno di gratitudine a Londra, “culla della Francia libera” e “ultimo bastione della speranza nel momento in cui tutto sembrava perduto”, consegnando la Legion d’Onore alla citta’ che oggi e’ divenuta la capitale della Brexit. Non senza ricordare come De Gaulle, sbarcandovi il giorno primo dello storico appello, vi abbia trovato “subito l’aiuto di Churchill” – la cui statua di fronte a Westminster e’ stata paradossalmente liberata giusto oggi dalle protezioni dopo l’imbrattamento dei giorni scorsi da parte di frange del movimento antirazzista di Black Lives Matter – e come la monarchia britannica seppe divenire in quei giorni “il rifugio della repubblica francese”. Richiami di un legame che resta indissolubile fra le due sponde delle Manica, quali che siano le frizioni ricorrenti o le vicende della cronaca politica, secondo il messaggio sottinteso nelle parole di Macron, reduce da una celebrazione dell’eredita’ gollista iniziata in mattinata in patria agli Invalides, poi al Museo della Liberazione di Parigi e quindi al memoriale dei partigiani del Mont Vale’rien. E ai quali il principe Carlo ha replicato evocando a sua volta, in un breve discorso iniziato in inglese e concluso in francese, l’impegno a “lavorare insieme per difendere cio’ che abbiamo di piu’ caro… guardando all’avvenire con speranza”. Un avvenire lungo il quale non mancano del resto ostacoli e incognite: dalle conseguenze dei contraccolpi dell’epidemia globale e del lockdown economico di questi mesi, all’apparente stallo negoziale fra Londra e Bruxelles sul dopo divorzio dall’Ue. Argomenti di cui il presidente francese ha parlato informalmente con Johnson, premier della Brexit, in un momento non facile per entrambi sulla trincea interna, dopo lo scambio di rito di doni e gadget storici. Ma soprattutto dopo l’atto ufficiale di concessione della massima onorificenza britannica ai 4 eroi francesi superstiti della resistenza gollista (gli ultimi Compagnons de la Liberation), che sara’ consegnata loro a casa, dove sono rimasti, tutti ormai pressoche’ centenari.

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Messico, corpi di 3 surfisti con ferite da proiettile in testa

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I corpi di due presunti surfisti australiani e di un americano, scomparsi in Messico, sono stati ritrovati con ferite da colpi d’arma da fuoco alla testa, hanno annunciato domenica i pubblici ministeri messicani. Una delle piste seguite dagli investigatori è quella di un tentativo di furto del pick-up dei turisti, apparentemente finito male.

Il veicolo è stato ritrovato bruciato non lontano dai corpi dei due fratelli australiani, Jake e Callum Robinson, e dell’americano Jack Carter, appassionati di surf, visti l’ultima volta il 27 aprile. L’ufficio della polizia federale degli Stati Uniti a San Diego, nel sud-ovest della California, aveva annunciato in precedenza che “tre persone decedute” erano state “trovate a Santo Tomas, nella Bassa California”, senza rivelare l’identità delle vittime.

Santo Tomas si trova a circa 45 chilometri a sud-est di Ensenada, in una regione del Messico segnata dalla violenza dei cartelli della droga. Giovedì scorso le autorità della Bassa California avevano riferito che tre messicani erano stati arrestati e interrogati in relazione a queste sparizioni.

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L’esercito israeliano chiede alla popolazione di Rafah di cominciare a spostarsi

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L’esercito israeliano ha cominciato a chiedere ai palestinesi di evacuare i quartieri orientali di Rafah, quelli al confine israeliano, in vista di una possibile offensiva pianificata nell’area meridionale della Striscia di Gaza. Lo ha fatto sapere l’esercito stesso. I civili sono stati invitati a spostarsi in una zona umanitaria ampliata nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis.

Dopo aver detto che “c’è stata un’ondata di aiuti umanitari destinati a Gaza”, il portavoce militare ha sottolineato che l’esercito “ha ampliato l’area umanitaria ad Al-Mawasi”. Un’area – ha aggiunto – che comprende “ospedali da campo, tende e maggiori quantità di cibo, acqua, farmaci e forniture aggiuntive”. Per questo ci sarà “il graduale spostamento dei civili nelle aree specificate, verso l’area umanitaria”. Le informazioni sullo “spostamento temporaneo – ha aggiunto il portavoce militare -saranno trasmesse attraverso manifesti, messaggi SMS, telefonate e trasmissioni mediatiche in arabo”.

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La Pasqua più difficile per Kiev, i russi avanzano

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“Gli ucraini si inginocchiano solo in preghiera. E mai davanti agli invasori”. Zelensky prova con le parole a dare vigore alla resistenza ucraina nella terza Pasqua ortodossa di guerra, la più difficile per il Paese in chiara difficoltà sul terreno. “Noi crediamo che Dio abbia un gallone con la bandiera ucraina sulla spalla. E con un tale alleato, la vita sconfiggerà sicuramente la morte”, scandisce convinto Zelensky in un video che lo ritrae in vyshyvanka, la camicia ricamata tipica dei costumi nazionali ucraini, dalla cattedrale di Santa Sofia.

Ma la risurrezione di Kiev tarda ad arrivare: le speranze sono riposte sulle tanto attese armi americane per dare nuova forza alle truppe al fronte. Una forza necessaria anche a guadagnare una posizione più vantaggiosa per negoziare – prima o poi – la pace. Il vertice in programma in Svizzera a giugno servirà a Zelensky per unire gli alleati e fare fronte comune contro Mosca, guardando con particolare interesse alla Cina di Xi Jinping, che intanto è arrivato a Parigi, prima tappa del suo tour europeo. Con l’intenzione – ha affermato il leader cinese in un articolo su Le Figaro – di “lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale per trovare buone strade per risolvere la crisi” in Ucraina.

Domani se ne parlerà all’Eliseo con il presidente francese Emmanuel Macron e la leader della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nel frattempo, Vladimir Putin lascia che siano le armi a parlare, mentre partecipa alla funzione pasquale celebrata dal fedelissimo patriarca Kirill alla Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca: le forze russe hanno rivendicato la conquista del villaggio di Ocheretyne, un nodo ferroviario nel Donetsk, a nord-ovest di Avdiivka. L’insediamento è ormai ridotto a un cumulo di macerie, incendi e desolazione, irriconoscibile rispetto alla cittadina che prima della guerra ospitava tremila abitanti. E per le brigate russe restano ormai una trentina di chilometri dalla città di Pokrovsk, centro militare ucraino. Più a nord la situazione non è migliore: le truppe di Mosca stanno assaltando la città chiave di Chasiv Yar, vicino a Bakhmut. Persino per l’intelligence militare ucraina – nelle parole del suo rappresentante Vadym Skibitsky in un’intervista a The Economist – la cattura dell’insediamento è probabilmente solo questione di tempo, ripetendo il tragico destino di Avdiivka.

Che le truppe russe siano avanzate su posizioni vantaggiose nella regione di Donetsk lo ha prima rivendicato il ministero della Difesa di Mosca, e poi confermato l’Isw nei sui aggiornamenti. Il think tank statunitense ha notato il ritiro delle forze ucraine dal nord di Arkhanhelske, a nordovest di Avdiivka. Anche se ipotizza che “le forze ucraine potrebbero aver deciso di scambiare spazio con tempo in attesa dell’arrivo degli aiuti statunitensi in prima linea nelle prossime settimane”. Dal quadro del fronte, emerge chiaramente che l’Ucraina ha poco da festeggiare in questa Pasqua ortodossa, che non ha risparmiato i civili dai bombardamenti sulle città in tutto il Paese. Due persone sono state uccise negli attacchi russi a Pokrovsk, nel Donetsk, mentre una donna è morta in un raid nel Kharkiv. Da parte sua, Kiev ha messo a segno un attacco mirato a un collaborazionista accusato di aver organizzato una camera di tortura per prigionieri ucraini nella Berdyansk occupata, nella regione di Zaporizhzhia. L’intelligence militare ucraina ha infatti riferito che l’uomo, identificato come Yevhen Aleksandrovych Ananievsky, “è stato eliminato” nell’esplosione della sua auto.

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