Adolescenti italiani promossi in educazione civica: sono attenti all’uguaglianza di genere più dei loro coetanei di altri Paesi europei e del mondo, hanno atteggiamenti più favorevoli nei confronti dell’eguaglianza dei diritti dei migranti e sono molto sensibili ai temi ambientali, superando, in queste tematiche, perfino i giovani spagnoli, francesi e svedesi.
Le ragazze sono le più preparate, con un punteggio superiore rispetto ai maschi di 27 punti. I dati arrivano dell’Indagine Iea Iccs (International civic and citizenship education study) svoltasi nel 2022: si tratta dello studio internazionale più ampio mai condotto sull’educazione civica e alla cittadinanza, che ha coinvolto 22 Paesi nel mondo e a cui in Italia hanno partecipato 224 scuole, 2400 insegnanti e circa 4900 studenti. Gli studenti italiani hanno raggiunto un punteggio medio di 523, significativamente superiore, di circa 15 punti, alla media internazionale e il 70% di loro raggiunge almeno il livello B (in una scala da A a D) mentre solo l’1% non raggiunge il livello D. Gli studenti delle isole hanno risultati decisamente peggiori rispetto a quelli del centro nord.
La fotografia mostra inoltre che gli adolescenti italiani ‘masticano’ la politica, uno su due ne parla con i genitori, il 39% è interessato alle questioni politiche e sociali (contro il 30% della media internazionale) ma sono già sfiduciati. Otto su 10 di loro – contro il 74% a livello internazionale – si sono detti d’accordo sul fatto che la democrazia “è ancora la migliore forma di governo per il proprio paese”. E dichiarano di essere più propensi a partecipare alle elezioni in futuro rispetto alla media internazionale, seppure con un calo nel punteggio rispetto ai cicli precedenti.
Rispetto alle precedenti rilevazioni, poi, hanno perso fiducia soprattutto nei media tradizionali (-15%) e nel Parlamento (-10%). Appena il 36% ritiene infatti che i parlamentari sappiano dar voce agli interessi dei giovani (il 44% negli altri Paesi partecipanti allo studio) e ben il 70% è dell’opinione che i rappresentanti politici non si preoccupino abbastanza dei desideri della gente (la media negli altri Paesi si ferma al 62%). Anche in Italia si è verificata una diminuzione nell’uso della televisione come fonte di informazione (-6 punti percentuali rispetto al 2016), mentre l’uso di Internet per informarsi su temi politici e sociali è aumentato tra i giovani italiani di 8 punti percentuali. Gli studenti tredici-quattordicenni italiani, inoltre, si mostrano più aperti dei coetanei stranieri rispetto all’immigrazione.
Per loro infatti “i figli degli immigrati dovrebbero avere le stesse opportunità di studio degli altri bambini”, “dovrebbero avere l’opportunità di conservare i propri usi e costumi” e, “gli immigrati che vivono da diversi anni in un Paese, dovrebbero avere l’opportunità di votare alle elezioni”. In generale, svela infine la ricerca, sia in Italia che all’estero, laddove lo status socioeconomico familiare è più elevato, gli studenti hanno dimostrato una conoscenza civica mediamente più alta rispetto agli studenti con status socioeconomico più basso. Incidono molto anche il numero dei libri presenti a casa, il clima di apertura e discussione presente in classe e l’occupazione dei genitori; meno, invece, il livello di istruzione di mamma e papà.