Un ciclista morto ogni due giorni. Era la tragica media secondo l’International Transport Forum, degli incidenti stradali in Italia, il Paese con il più alto tasso di mortalità per chilometro pedalato. Una media relativa al 2022 e che si sta rimanifestando anche in questo anno. Ieri l’ennesima vittima, un uomo di 65 anni che a Faedis (Udine) percorreva la strada in bici: è stato travolto da un’auto che lo ha scaraventato in un fossato. I sanitari, seppur intervenuti in pochi minuti, non hanno potuto far altro che decretare il decesso. Il conducente del veicolo si è fermato subito ma quando si è reso conto di ciò che era accaduto, ha raccontato di essere stato preso dal panico e, risalito in auto, di essere fuggito.
E’ un uomo di 31 anni, del posto (Cividale, Udine). Ha atteso qualche ora, poi, prima che lo trovassero i carabinieri è andato lui in caserma a Premariacco a costituirsi. Essendosi presentato spontaneamente alle forze dell’ordine entro 24 ore dal fatto non è stato arrestato: è dunque indagato per omicidio stradale colposo con l’aggravante dell’omissione di soccorso. Le indagini però proseguono perché i militari dell’Arma dovranno confermare la versione del pirata della strada. La vittima, Luigino Vanone, era un pensionato, conosciuto e stimato in paese dove aveva collaborato con le Pro loco di Faedis e di Campeglio e noto per aver in passato svolto lavori socialmente utili per il Comune.
Si dilettava anche nello sport: era stato arbitro della Lega Calcio Friuli Collinare, essendo un grande appassionato di calcio. Il Friuli Venezia Giulia (e il Friuli in particolare) resta comunque una regione dove alto è il numero degli incidenti stradali in cui sono coinvolti ciclisti o comunque persone che vanno in bicicletta. Tra i casi che hanno avuto maggiore eco ci sono quello di Porcia (Pordenone) dove a fine agosto una soldatessa americana della base Usaf di Aviano, ubriaca, travolse Giovanni, che portava la bici a mano mentre di notte tornava a casa. In ottobre un giovane di 26 anni, di Casarsa della Delizia (Pordenone), morì per le gravissime ferite riportate in un investimento stradale avvenuto di sera, poco dopo le 21.30, mentre in bici transitava lungo la ex provinciale 1, nel comune di San Martino al Tagliamento.
Un’auto che procedeva nella sua stessa direzione l’aveva colpito da dietro. Alla guida c’era un ragazzo di 20 anni della zona. Forse, come sottolinea proprio il International Transport Forum, occorrerebbe che nel codice della strada nazionale venga inserita una indicazione della distanza minima da far rispettare agli automobilisti che sorpassano i ciclisti.