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Cronache

Terremoto, Irpinia 1980: quella notte che…

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E chi se la dimentica quella sera, quella maledetta sera del 23 novembre del 1980. Eravamo tornati da una gita in montagna, i colori del tramonto nella strada verso Napoli non erano i soliti, c’era qualcosa di strano nell’aria: arrivammo a Napoli ed avvertivo un malessere indefinito. Quel pomeriggio mio fratello decise di montare un citofono tra casa sua, all’ultimo piano e la nostra, al secondo, dove abitavo con i miei genitori: avremmo potuto sentirci in ogni momento senza usare il telefono. Io ero salita su da lui a fare qualche chiacchiera con mia cognata che stava asciugando i capelli. Guardavo lo specchio nuovo del loro bagno, fatto da tre pezzi e vidi che iniziarono a tremare. Il terremoto!

Ci mettemmo tutt’e due al riparo sotto l’arco del salone, un muro ‘maestro’ come mio padre mi aveva sempre detto di fare in caso di scosse sismiche ma poi un rumore di vetri rotti ci fece scappare giù per le scale. Arrivammo al secondo piano e mia madre al volo aveva preso la pelliccia e qualche braccialetto: lei aveva vissuto il dopoguerra e pensava che se avessimo avuto bisogno di mangiare potevano servire … scappammo e ce ne andammo nella piazza più vicina per stare in auto. Papà era arrabbiato perché mamma lo aveva ‘costretto’ a scendere in pantofole cosa che lui non avrebbe mai fatto… La scossa ci sembrò durare un’eternità. Erano appena le 19,34.

Di notte io e mio fratello tornammo a casa a vedere che cosa era successo e ci beccò una forte ‘replica’, col cuore in gola scappammo via di nuovo. Il giorno dopo mio fratello, medico, venne precettato e andò sul cratere. Per due giorni non avemmo sue notizie. Poi scoprimmo che c’era stata morte e devastazione nella nostra regione, soprattutto in Irpinia ma anche a Napoli. 2.570 morti. Quel terremoto terribile dove le comunicazioni erano difficili, i medici con polizia, carabinieri, vigili del fuoco che scavavano anche con le mani, facevano il possibile. Fu dopo quell’evento in realtà che nacque la protezione civile in Italia che non c’era. E adesso, 43 anni dopo, rimane impossibile dimenticare.

 

Le foto sono tratte dai profili social di Polizia, Protezione Civile, Vigili del Fuoco

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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