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Cronache

Soldi per fare il carabiniere o il poliziotto truccando i concorsi, tra i 15 arrestati anche ufficiali dell’Esercito

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Stellettopoli, militaropoli, concorsopoli. Sui vezzeggiativi per definire l’ennesima retata della Guardia di Finanza tra chi aggiustava, combinava o millantava di imbrogliare su concorsi per diventare dipendente pubblico non finiremo mai di misurare la mostra grande vena semantica. Il dramma è che questi non la smettono mai. Anche oggi, all’alba, a Napoli, al termine di una inchiesta su concorsi per l’accesso ai ranghi dell’esercito e di altri corpi militari è stato arrestato un ufficiale e altre quindici persone messe ai domiciliari. Per tutti loro le accuse vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, passando per la rivelazione di atti coperti da segreto d’ufficio, ma anche millantato credito, truffa aggravata ai danni dello Stato, ricettazione. Una galleria di personaggi di dubbio gusto, aldilà dell’aspetto penale della vicenda che sembrano essere usciti dalla penna di Antonio De Curtis in arte Totò. Perchè se è vero che gli imbroglioni sono quelli da manuale, fa specie pure chi si rivolge a loro. In fondo non c’è truffatore se non ci sono truffati. Comunque sia, alcuni ufficiali dell’esercito finiti al centro di una inchiesta sul un presunto “traffico” di informazioni per facilitare l’accesso nei ranghi dei carabinieri, aeronautica militare, Marina militare e capitaneria di porto. Il pm Giancarlo Novelli, con la supervisione diretta del procuratore Gianni Melillo che cura personalmente il pool reati contro la  pubblica amministrazione, ha richiesto gli arresti anche per un ingegnere che sarebbe l’artefice degli algoritmi per truccare i concorsi e che si trova al momento all’estero.  Claudio Testa, che è un incaricato di pubblico servizio a cui era affidato il ruolo di organizzatore informatica degli algoritmi, nelle prossime ore si presenterà in Italia per farsi notificare la custodia domiciliare. I promotori di questa organizzazione criminale, secondo quando indagato dalla procura, non sono nuovi ai magistrati. Alcuni di loro erano già stati arrestati, in passato, per gli stessi motivi, dalla procura di Santa Maria Capua Vetere. Non nuovi manco i metodi di imbroglio dei concorsi. Convincevano numerosi ragazzi a consegnargli danaro o altri regali per superare il concorso nella Polizia di Stato o nella Polizia Penitenziaria o nei Carabinieri millantando amicizie “potenti”, che in realtà non avevano, in grado di condizionare l’esito della prova.

La Guardia di Finanza di Caserta, nel mese di agosto, aveva arrestato Giuseppe Zarrillo, dipendente del ministero della Difesa, perché  era diventato un vero e proprio punto di riferimento per tanti ragazzi, specie per i giovani militari dell’Esercito in ferma breve, che aspiravano a superare i concorsi per entrare nelle forze di polizia.
Nel mirino degli inquirenti sono finiti i concorsi banditi nel 2017 dalla Polizia di Stato e dalla Polizia Penitenziaria per il reclutamento, rispettivamente, di 1148 e 540 allievi-agenti; in particolare Zarrillo – è emerso – millantando conoscenze tra i pubblici ufficiali nominati nelle commissioni concorsuali, si sarebbe fatto promettere da genitori e parenti degli aspiranti agenti la consegna di somme variabili dai 20 ai 25mila euro, di cui 8mila da ricevere anticipatamente, al fine di far superare ai ragazzi il test di ammissione e le visite mediche. Zarrillo garantiva il pieno superamento delle prove, cosa che puntualmente non avveniva. Di certo, hanno accertato gli inquirenti, Zarrillo aveva creato attorno a sé un giro di persone che di lui si fidavano, e a cui si rivolgevano convinti del buon esito della sua “mediazione”.  All’alba a Zarrillo è stato notificat un nuovo ordine di arresto. Misure cautelari anche per Luigi Masiello, generale dell’Esercito Italiano in quiescenza.

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Minaccia di aggredire il sindaco per le ganasce, indagini

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In un video, diventato virale su Tik Tok, insulta pesantemente il sindaco di Catania, Enrico Trantino, e poi lo minaccia: ‘la prima volta che ti vedo ti apro la testa con colpi di casco, non ho paura né dei carabinieri, né della polizia…”. Protagonista un catanese che contestava le ganasce che erano state messe alla sua auto, e a quelle di altre vetture, posteggiate irregolarmente in via Santa Sofia, strada d’accesso al Policlinico universitario, dove è accaduto che, per i parcheggi in doppia fila, siano rimaste bloccate le ambulanze dirette al pronto soccorso. Il video è stato condiviso da un migliaio di utenti.

Sula vicenda Trantino presenterà una querela alla polizia postale. Oggi il sindaco di Catania ha parlato dell’argomento in una parte di un post pubblicato su Facebook: “ieri – scrive Trantino – è circolato un video con pesanti minacce nei miei confronti, in conseguenza delle ganasce apposte innanzi Policlinico. Non spiegherò che la situazione è notevolmente migliorata da quando abbiamo iniziato quest’azione di contrasto alla sosta selvaggia che spesso impediva alle ambulanze di giungere più tempestivamente. Quel che mi ha dato da pensare – conclude sulle minacce il sindaco di Catania – è il rischio di circuiti emulativi e il fatto che spesso contenuti simili giungono ai miei familiari, con comprensibili preoccupazioni che conseguono. Se solo ci concentrassimo meno sulla tastiera e pensassimo che ci sono vite vere di gente come noi dietro ogni nome, forse saremmo meno veementi”.

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Pianura, arrestato 40enne ai domiciliari per maltrattamenti: minacce e richieste di soldi ai familiari

A Pianura un 40enne ai domiciliari ha aggredito i genitori per ottenere soldi. Arrestato dai Carabinieri, dovrà rispondere di lesioni, maltrattamenti e tentata estorsione.

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Prima del piatto di pasta lanciato contro la parete, c’era solo silenzio. Prima della macchia di vino sul pavimento e del posacenere frantumato, l’unico suono era quello delle auto in strada. È in quel silenzio apparente che si consuma l’ennesimo atto di violenza domestica, questa volta nel cuore del quartiere Pianura, ai piedi della collina dei Camaldoli, a Napoli.

A rompere la quiete apparente, un 40enne agli arresti domiciliari, che convive con i genitori anziani e la sorella. Le richieste di soldi sono diventate una routine fatta di urla, minacce e oggetti scagliati. Soldi per il bingo, per le scommesse, per capricci quotidiani. Il denaro non basta mai, la pensione dei genitori è troppo esigua. Anche la sorella contribuisce, spesso costretta. Fino a quando, in quel giorno come tanti, arriva un “no”.

La furia cieca per un rifiuto

Il rifiuto scatena la furia del 40enne. Il piatto di pasta viene scagliato contro il muro, seguito da un bicchiere di vino e una ceneriera. Poi sbatte una sedia sull’armadio e colpisce la lavatrice, mentre un pezzo di legno finisce sulla televisione. L’uomo afferra anche un paio di forbici, le mette in tasca e si allontana. I genitori, terrorizzati, fuggono e si rivolgono ai Carabinieri della stazione di Pianura.

Mesi di vessazioni

Ai militari raccontano mesi di soprusi e maltrattamenti. Gli episodi si ripetono: dalla richiesta di 350 euro al calcio alla madre, fino alla bottiglia di vetro scagliata contro i familiari. I Carabinieri intervengono e lo arrestano. Per l’uomo si aprono ora le porte del carcere, con le accuse di lesioni personali, tentata estorsione e maltrattamenti in famiglia.

Una storia come tante

Quella di Pianura è una storia purtroppo frequente, spesso silenziosa, nascosta dietro finestre chiuse e parole soffocate. Solo l’intervento tempestivo dei familiari e delle forze dell’ordine ha interrotto un ciclo di violenza che sembrava destinato a ripetersi all’infinito.

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Terremoto ai Campi Flegrei: scossa 4.0 alle 9:13, ma pesa attesa e incertezza prima della conferma della magnitudo

Una scossa di magnitudo 4.0 ha colpito i Campi Flegrei alle 9:13. L’INGV ha comunicato l’intensità solo dopo 40 minuti. Paura tra i cittadini.

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Dalle 9:13, quando la scossa ha fatto tremare la terra nei Campi Flegrei, sono trascorsi più di 40 minuti prima che l’INGV e l’Osservatorio Vesuviano comunicassero con certezza l’intensità del sisma. Alle 9:55 è arrivata la conferma ufficiale: magnitudo 4.0.

Un tempo che ha destato domande e preoccupazioni, specie in un territorio sensibile come quello flegreo. La prima comunicazione si è limitata a segnalare la scossa senza indicarne la magnitudo. Ma perché questo ritardo?

Bradisismo e difficoltà di calcolo

Una possibile spiegazione è legata alla particolarità del fenomeno bradisismico, che interessa da anni l’area flegrea. Le scosse, infatti, sono molto superficiali, e la presenza della camera magmatica sotterranea rende più complesse le analisi dei dati sismici. La difficoltà nel determinare con precisione l’epicentro e la profondità, unita al rapido movimento del suolo, può aver rallentato l’elaborazione automatica e la validazione da parte dei sismologi.

Paura diffusa tra i cittadini

In strada e nelle case, la sensazione è stata quella di una delle scosse più forti di sempre, sia per intensità che per durata. In tanti hanno raccontato un movimento lungo, “quasi eterno”, con oscillazioni particolarmente violente. Tuttavia, si tratta di percezioni soggettive, utili per comprendere l’impatto emotivo ma non sempre corrispondenti alla scala scientifica.

Il dato ufficiale è chiaro: magnitudo 4.0, dunque inferiore ad altri eventi recenti nella zona, come i sismi di magnitudo 4.2, 4.4 e 4.6 registrati nei mesi passati.

Tensione crescente

Questo episodio conferma il clima di tensione e preoccupazione crescente tra i residenti dell’area flegrea, che da mesi vivono un’intensa fase di bradisismo attivo. La richiesta di informazioni tempestive e trasparenti da parte degli enti scientifici è più che legittima, soprattutto per evitare il diffondersi di ansia e allarmismi ingiustificati.

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