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Sindrome Olimpico, la Roma le prende anche dalla Spal. Di Francesco rischia il posto

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In casa la Roma è un disastro. Due punti su 9 con Atalanta, Chievo e Spal. Il campionato della Roma è tutto qui: nei punti dilapidati all’Olimpico. Escluse le goleade con i materassi Frosinone e Viktoria Plzen, resta una sola partita ben giocata: il derby con la Lazio. Quella importante, certo. Ma è troppo poco. James Pallotta aveva definito la Roma “disgustosa” dopo la sconfitta di Bologna. Chissà che cosa pensa della sconfitta in casa con la Spal. Di sicuri sono cupi gli orizzonti per Di Francesco. Ieri era furibondo l’allenatore. Anche la Spal, che veniva da 4 sconfitte di fila, all’Olimpico sembrava il Real Madrid. Da quando c’è Di Francesco la Roma ha perso 7 partite su 24 in casa. Nell’era americana la sua media punti casalinga (1,79 a gara) è superiore solo a quella di Zeman (1,63) ma inferiore a quella di Luis Enrique (1,84), Andreazzoli (2,12), Garcia (2,23) e Spalletti (2,52).   

La Spal ha ritrovato la vittoria con una gara attenta, di sacrificio ma anche di buone giocate, come quando Lazzari si è procurato il rigore dell’ 1-0, approfittando dell’ingenuità di Luca Pellegrini. Vanja Milinkovic-Savic, il portiere fratello del laziale Sergej, ha provato a rovinare tutto incappando in due gialli consecutivi (perdita di tempo e pallone lanciato provocatoriamente verso la curva Sud) ma la Roma ieri non avrebbe segnato nemmeno in una porta da rugby. Gli emiliani hanno 12 punti, umili ma concreti come il loro allenatore. Anche ieri non è stata fatta entrare all’ Olimpico la bandiera di Federico Aldrovandi, il ragazzo ferrarese ucciso il 25 settembre 2005 con seguente condanna “per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi” di quattro poliziotti. Il viso di Federico, però, compariva nella curva romanista, sullo striscione dei Fedayn, che nella stagione scorsa deposero fiori sul luogo della sua morte. Lino, il padre di Federico, alla vigilia aveva parlato alla radio privata romana Rete Sport: “Spero che quest’anno la bandiera di Federico possa entrare: è un simbolo di pace, non di violenza”. La verità fa davvero così paura?

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Napoli chiede lo scudetto al Milan,’la Champions? Dopo..’

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Magliette delle nazionali messe nell’armadio, torna protagonista l’azzurro Napoli. Le stelle di Spalletti tornano a Castel Volturno per preparare la prima di un terzetto di sfide contro il Milan, quella in campionato di domenica sera la prima in attesa della doppia sfida dei quarti di Champions League. Si parte in un Maradona strapieno e desideroso di un altro passo decisivo verso la festa finale già in preparazione, in un match che non può essere considerato uno scontro diretto in classifica, visti i 23 punti di distacco tra la squadra di Spalletti e quella di Pioli a undici giornate alla fine.

Un baratro immenso che il Napoli vuole aumentare per suggellare il passaggio di consegne con i campioni d’Italia in carica e idealmente scucire lo scudetto dal petto dei rossoneri per cucirlo sul proprio. Servirà comunque grande concentrazione contro un team sempre pronto a dare il massimo ad altissimo livello. Spalletti deve verificare la condizione dei giocatori al ritorno dai rispettivi impegni con le nazionali, potendo contare sugli stimoli forti della coppia da sogno Kvaratskhelia-Osimhen. Il nigeriano, in particolare, torna con una fortissima voglia di gol dopo i due match giocati al centro dell’attacco della Nigeria senza andare a segno nel doppio match contro la Guinea Bissau di qualificazione alla Coppa d’Africa. I due saranno ancora protagonisti in attacco con il ballottaggio Lozano-Politano che resta vivo a destra. Pronto a tornare in corsa per il campionato anche Piotr Zielinski che per ora non vuole pensare alla Champions League.

“Napoli favorito per la vittoria della Champions? Non ci pensiamo – ha risposto il centrocampista dopo la vittoria della Polonia contro l’Albania – ora siamo proiettati al campionato, alla prossima partita col Milan. Sarà una gara molto importante ed è l’unica cosa che conta in questo momento. Quanto al campionato non facciamo ancora calcoli sull’aritmetica. Abbiamo un grande vantaggio ma non ci fermiamo. Nessuno pensa che sia già fatta. Dobbiamo continuare così”. L’idea è quella di continuare la corsa verso il titolo ma anche di tenere energie per l’autostrada europea che vede la sfida col Milan e poi la semifinale contro la vincente di Inter-Benfica, un’autostrada verso il sogno inconfessabile. Spalletti vuole affrontarla partendo da quella che è ormai la formazione base ma puntando anche sui tanti “12” che funzionano, da Elmas a Juan Jesus, da Simeone fino a Raspadori, che oggi è tornato in campo con i compagni per svolgere quasi per intero la seduta di allenamento in gruppo. L’infortunio sta salutando, l’ex Sassuolo vuole tornare protagonista nel fine stagione di emozioni e riconquistare anche la caccia del Mancini a piedi gol per la sua Italia.

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Processo sui conti della Juve aggiornato al 10 maggio per le richieste di aspiranti parti civili

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Inchiesta Juventus, udienza aggiornata al 10 maggio: la Juve ed Ernst & Young sono state citate come responsabili civili nel processo sui conti della società bianconera. Il giudice dell’udienza preliminare, Marco Picco, oggi a Torino nel corso dell’udienza, ha accolto una richiesta di alcune aspiranti parti civili, per questo motivo è stata aggiornata per discutere ulteriormente il loro ingresso nel processo. La Juventus è già presente fra gli imputati del procedimento in qualità di persona giuridica.

Gli imputati sono 13, fra cui Andrea Agnelli e la stessa società. Del collegio di difesa fa parte anche l’avvocata Paola Severino, già ministro della Giustizia fra il 2011 e il 2013.
Nella maxi aula non erano presenti  Cristiano Ronaldo né Paulo Dybala:i calciatori potrebbero rivendicare dalla società bianconera una parte degli stipendi arretrati. Tra i presenti figurano la Consob e gli avvocati di una trentina di piccoli azionisti e di alcune associazioni, tra cui il Codacons e il Siti (Sindacato Italiano tutela investimenti).

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Spalletti e il suo Napoli da record, per la Champions mischia furibonda dietro gli azzurri

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Cinque squadre in sette punti (più l’incognita Juve) per spartirsi il bottino dei tre posti Champions residui. Davanti, il Napoli è in fuga esagerata verso il suo terzo scudetto, il primo dopo Maradona, con numeri perfino superiori. A 11 turni dal termine la serie A ha poche certezze e molte incognite, tante note deludenti e poche soddisfacenti. La più negativa viene dalla nazionale, estromessa da due mondiali e che ha cominciato con un ko con gli inglesi il cammino europeo, con una rosa inadeguata ad alti livelli, in particolare per la penuria di attaccanti. C’è però anche un rovescio della medaglia, con una nota importante che pesa parecchio: è il boom nelle coppe europee, sulla scia della vittoria della Roma l’anno scorso in Conference, l’ultima nata. Ma quest’anno ci sono sei squadre nei quarti di finali, con una (tra Napoli, Milan e Inter) che ha concrete speranze di arrivare nella finale prestigiosa di Champions, a 13 anni dal trionfo dell’Inter del triplete di Mourinho.

Il Napoli di Spalletti, il tecnico che ha sublimato le qualità tecniche e tattiche di Osimhen e Kvara e le ha messe a disposizione di una squadra di talenti, ha creato una voragine dietro di sè con numeri fantastici: due soli ko (con Inter e Lazio), 8 punti lasciati per strada su 81, +48 nella differenza-reti, 14 punti in più dell’anno scorso, Osimhen capocannoniere con 21 reti in 23 gare. Il Napoli di Maradona non aveva mai raggiunto i quarti di Champions, e Spalletti può lasciare il segno con altri tre record: il vantaggio sulle seconda (finora +22 dell’Inter nel 2007), i punti finali (102 della Juve di Conte nel 2014), il titolo in anticipo (c’è anche il Grande Torino fra le squadre campioni a cinque turni dal termine). Alle sue spalle la Lazio ha perso 5 volte, il Milan 7, Atalanta e Roma 8, l’Inter 9. La volata Champions e’ delineata piu’ da tonfi e frenate che da vittorie scintillanti. Dopo il successo su Inter e Roma la Lazio di Sarri, ancora senza Immobile, si è involata al secondo posto col vento in poppa e il vantaggio di avere solo 5 gare ad aprile: stesso scenario anche per l’Atalanta (che ha però 7 punti in meno), mentre Milan e Roma (col Napoli) ne hanno 7, due in meno di Inter e Juventus (oltre alla Fiorentina) impegnate anche in Coppa Italia. E proprio la Juve è l’incognita della volata Champions: di punti sul campo ne avrebbe conquistati 56, molti dei quali dopo la penalizzazione di 15. Se dovesse riaverli i posti da spartirsi resterebbero molto probabilmente due. Intanto però ogni squadra ha i suoi problemi.

L’Inter si fida sempre meno di Inzaghi, alle prese con il recupero di forma di Lukaku e Brozovic e con un deprezzamento sostanzioso del capitale giocatori. Discorso simile per il Milan di Pioli che, dopo la sbornia scudetto, ha avuto alti e bassi, con rendimento in flessione in tutti i reparti. La Roma paga la regressione di Abraham, gli infortuni di Wijnaldum e Pellegrini, l’eccessiva animosità delle proteste di Mourinho e del suo staff. Sembrava fuori dei giochi la ringiovanita Atalanta di Gasperini, che e’ tornata competitiva e si prepara a fare plusvalenze portentose coi nuovi gioielli Lookman e Holjund. Se poi la Juve dovesse incorrere in nuove sanzioni tornerebbe contendibile il settimo posto, che puo’ valere la Conference: la volata sarebbe molto equilibrata visto che in due punti ci sono cinque squadre (Udinese, Fiorentina, Bologna, Torino e Sassuolo). Molto sembra delineato anche in coda, nonostante un risveglio recente: Sampdoria e Cremonese sono a 11 e 9 punti dal quart’ultimo posto dello Spezia. L’unica che potrebbe rendersi protagonista di una complicata risalita e’ il Verona, che e’ a -5 dai liguri , ma non vince da due mesi e ha conquistato un solo punto nei due scontri diretti.

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