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Cronache

Le Ong spostano le navi nello Stretto di Gibiliterra per salvare i migranti in fuga dal Marocco

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Quando si è troppo concentrati sull’emergenza migranti in Italia, si dimentica che non va meglio in altri luoghi che rappresentano il confine sud dell’Europa. Grecia, Spagna, Francia, Malta. Anche qui la pressione miratoria è alta. Anche qui i metodi per evitare gli ingressi clandestini non sempre sono di quelli accettabili sotto il profilo umanitario e del diritto internazionale. Da questo punto di vista quello che accade a Ceuta e Melilla, enclaves spagnole in Marocco è da violazioni dei diritti umani quotidiane.  Proactiva Open Arms, la ong impegnata nel soccorso ai migranti nel Mediterraneo, ha spostato  la sua azione sud della Penisola iberica. Nella speranza di intercettare migranti in difficoltà a poche miglia dallo Stretto di Gibilterra. 

L’organizzazione non governativa ha annunciato che la sua nave entrerà presto a far parte dei mezzi di soccorso dell’area Sar (ricerca e soccorso) tra lo Stretto di Gibilterra e il Mare di Alboràn sotto il coordinamento del Salvamento Marìtimo, organizzazione di soccorso e sicurezza marittima che dipende dal Ministero dello Sviluppo spagnolo. “Uniamo sforzi e team ovunque ci sia bisogno – scrive Proactiva Open Arms -. Ogni vita conta”. L’effetto di questa decisione, però, è un altro. Con la nave Aquarius di Sos Mediterranee nel porto di Marsiglia per uno scalo tecnico (Gibilterra le ha ritirato la bandiera), lo spostamento di Open Arms lascia senza navi umanitarie la zona di ricerca e soccorso nel Canale di Sicilia tra la Libia e l’Italia, quella più difficile da navigare e anche la mortale. Secondo l’Unhcr sono 1.540 i migranti morti nel Mediterraneo nel 2018.

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Cronache

Monfalcone, trovati morti due cigni a Marina Julia: sospetto di influenza aviaria

Due cigni trovati morti sulla spiaggia di Marina Julia a Monfalcone. Il Comune invita i cittadini alla prudenza: in corso analisi veterinarie per verificare la presenza di influenza aviaria.

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Il Comune di Monfalcone (Gorizia) ha lanciato un appello ai cittadini dopo il ritrovamento di due cigni senza vita sulla spiaggia di Marina Julia. Nei giorni scorsi, altri esemplari erano stati rinvenuti morti lungo le coste tra Grado e Lignano, alimentando timori legati a una possibile diffusione di influenza aviaria.


L’appello del Comune: “Non toccare gli animali e tenere lontani i propri cani”

L’amministrazione comunale invita la popolazione “a mantenere la massima prudenza e a non toccare cigni o altri animali selvatici trovati morti, a tenere lontani gli animali domestici e a contattare tempestivamente i servizi di pronto intervento”.
Le analisi sui campioni prelevati sono in corso presso la sezione veterinaria dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina per accertare la possibile presenza del virus.


Il sindaco Fasan: “Situazione sotto controllo, ma serve cautela”

Stiamo monitorando costantemente la situazione – ha dichiarato il sindaco Luca Fasan – e invitiamo tutti i cittadini a non avvicinarsi alla fauna selvatica morta per tutelare la propria sicurezza e quella degli animali domestici. I due cigni sono stati rimossi ieri sera dagli operatori autorizzati, nel pieno rispetto delle procedure di sicurezza previste”.


Attesa per i risultati delle analisi veterinarie

Solo gli esiti delle verifiche sanitarie potranno confermare o escludere la presenza di influenza aviaria nei cigni trovati morti. Intanto, il Comune assicura che il monitoraggio proseguirà nei prossimi giorni, invitando la cittadinanza alla collaborazione e alla prudenza per prevenire eventuali rischi sanitari.

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Cronache

Giovani e alimentazione: in Italia 1 adolescente su 5 è in sovrappeso, serve educazione alimentare mirata

In Italia un adolescente su cinque è in sovrappeso. A Roma, esperti del CREA, della Fondazione Aletheia e del Policlinico Gemelli discutono come promuovere una corretta educazione alimentare tra i ragazzi.

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Un adolescente su cinque in Italia è in sovrappeso o soffre di obesità, una condizione che rappresenta una vera emergenza sanitaria e sociale. A preoccupare gli esperti è la fascia di età adolescenziale, particolarmente vulnerabile ma spesso trascurata dalle campagne di educazione alimentare, che si concentrano soprattutto sui bambini.


L’incontro a Roma: “Il nostro cibo, i nostri ragazzi”

Di questo si è discusso a Roma durante l’incontro “Il nostro cibo, i nostri ragazzi”, organizzato dal Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) in collaborazione con la Fondazione Aletheia e la Fondazione Policlinico Gemelli.
Protagonisti della giornata sono stati gli studenti della rete nazionale degli istituti agrari di Roma e provincia, che hanno dialogato con nutrizionisti e ricercatori su cibo, salute e fake news alimentari.


Il ruolo del Crea e l’impegno con le scuole

“Come Crea, ente nazionale di riferimento per l’alimentazione – ha spiegato Andrea Rocchi, presidente dell’ente – intendiamo impegnarci sui ragazzi con un approccio di educazione tra pari, facendo squadra con partner autorevoli come la Fondazione Aletheia e le scuole agrarie”.
Accanto a lui, anche il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo, che ha sottolineato l’importanza di riportare i giovani “a un rapporto autentico con il cibo e la terra”.


“La scuola è il cuore della prevenzione”

Per Riccardo Fargione, direttore della Fondazione Aletheia, la scuola ha un ruolo determinante nel promuovere abitudini sane:

“La scuola è cruciale per avvicinare le giovani generazioni a uno stile di vita equilibrato, anche attraverso il ruolo delle mense scolastiche. La salute si coltiva sin da piccoli, e da lì si gettano le basi per una vita lunga e sana”.


L’obiettivo: creare una generazione più consapevole

Dall’incontro è emersa una convinzione comune: solo partendo dall’educazione dei bambini e adolescenti si può costruire una società più attenta alla salute e alla sostenibilità alimentare.
Promuovere una dieta equilibrata, attività fisica regolare e informazione scientifica diventa quindi la chiave per invertire una tendenza che, secondo gli esperti, rischia di pesare sempre di più sul futuro delle nuove generazioni.

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Tragedia sulle strade: tre morti nello scontro sulla Val Brembana, weekend nero in Italia

Tre morti e diversi feriti nello schianto sulla Statale 470dir vicino Bergamo. Altri incidenti gravi in Lombardia e nel resto d’Italia: weekend segnato da vittime sulle strade.

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Tre persone sono morte e altre tre sono rimaste ferite in un gravissimo incidente avvenuto questa mattina sulla Statale 470dir della Val Brembana, nel tratto della Tangenziale Sud di Bergamo, all’altezza di Stezzano. Due auto si sono scontrate frontalmente, coinvolgendo anche una terza vettura.


Tre vittime, tra cui due giovani

Secondo le prime informazioni, un sorpasso azzardato potrebbe aver causato l’impatto.
Sul posto i soccorritori del 118 hanno constatato il decesso del conducente 23enne e di un uomo di 64 anni.

Il passeggero della vettura condotta dal giovane, un 21enne, è stato trasportato in condizioni disperate all’ospedale Papa Giovanni XXIII ed è deceduto nel pomeriggio.

Un altro uomo di 64 anni è ricoverato in codice rosso ma non sarebbe in pericolo di vita. Due donne che si trovavano sulla terza auto hanno riportato ferite lievi.


Traffico bloccato e indagini in corso

Il tratto stradale è stato riaperto nel pomeriggio, dopo i rilievi tecnici per ricostruire l’esatta dinamica. La polizia locale e i carabinieri stanno raccogliendo testimonianze e verificando la presenza di eventuali telecamere.


Altro frontale nel Milanese: un morto

Sempre oggi, nel pomeriggio, un altro incidente mortale si è verificato a Ossona, in provincia di Milano. Due auto si sono scontrate frontalmente: il conducente di una delle vetture è morto sul colpo, mentre una famiglia di quattro persone sull’altro veicolo è rimasta ferita in modo non grave.


Un bollettino drammatico nel weekend

Gli incidenti di oggi aggravano un bilancio già pesante:

  • venerdì lungo l’A22 a Nogarole Rocca è morta Stefania Palmieri, 36 anni, incinta al nono mese

  • sabato a Caprino Veronese un motociclista ha perso la vita scontrandosi con un furgone

  • sempre sabato sera a Pieve di Cento è morta una studentessa di 18 anni investita sulle strisce

Un fine settimana segnato da lutti e un nuovo campanello d’allarme sul tema della sicurezza stradale, mentre l’Italia affronta un trend di mortalità ancora troppo alto sulla rete viaria.

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