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Esteri

‘Prove di controffensiva in Crimea’, bombe russe a est

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La tanto annunciata controffensiva ucraina potrebbe davvero essere agli ultimi preparativi e il raid che ha incendiato il deposito di petrolio di Sebastopoli, in Crimea, potrebbe essere stata una prova generale, prima che inizi la fase più calda. Uno scenario, tracciato dalla portavoce delle forze di difesa Sud di Kiev Natalya Gumenyuk, in cui un’altra tessera potrebbe essere stata anche il bombardamento ucraino sul villaggio di Suzemka, nella regione russa di Bryansk a 10 chilometri dal confine, che ha ucciso almeno quattro persone secondo il resoconto del governatore Alexander Bogomaz. Minare la logistica del nemico è uno degli elementi che preparano il terreno per le operazioni delle forze di difesa: “Questo lavoro è preparatorio a quell’ampia offensiva su vasta scala che tutti si aspettano”, ha spiegato Gumenyuk all’indomani delle previsioni del capo della Wagner che si è detto certo che la controazione di Kiev inizierà entro le prossime due settimane. I russi, nel frattempo, continuano il pressing con l’est dell’Ucraina sott’attacco anche se non mancano le crepe interne, con la conferma che il generale a capo della logistica, Mikhail Mizintsev, detto il ‘macellaio di Mariupol’, è stato rimosso e sostituito.

Dopo le bombe su Uman che hanno fatto una strage di civili e bambini, sono state prese di mira le città di Kramatorsk e Konstantinovka, nella regione di Donetsk, dove sono state colpite abitazioni private, infrastrutture e anche la zona industriale. Più a nord, nella regione di Kharkiv, i russi hanno attaccato la città di Kupyansk, senza fare vittime. Sempre sul fronte orientale nella notte è stata colpita anche la città di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk. Il sibilo delle bombe è risuonato più volte anche nella regione di Kherson: l’artiglieria russa ha attaccato ancora una volta Bilozerka, ferendo gravemente un uomo di 29 anni, ma anche Odradokamianka, dove una donna di 58 anni è stata uccisa. Un altro civile aveva perso la vita ieri sempre nella stessa zona, dove i russi avevano preso di mira i quartieri residenziali con artiglieria, missili, mortai, carri armati e droni. Morti e feriti, molto spesso civili, continuano a cadere sul terreno di una guerra che è ormai arrivata al 431esimo giorno mentre cresce il numero delle vittime più innocenti: secondo la Procura generale di Kiev, i bambini che hanno perso la vita a causa dei bombardamenti russi in Ucraina sono 477 dall’inizio della guerra, di cui 6 sono stati uccisi soltanto 2 giorni fa nell’attacco a Uman, dove la vittima più piccola aveva solo due anni.

Dal 24 febbraio 2022, sono invece 955 quelli rimasti feriti. I vertici ucraini giurano vendetta. “Chiunque abbia commesso crimini di guerra o contro l’umanità in Ucraina, compresi lo stupro e l’omicidio di civili e bambini, sarà trovato e distrutto in qualsiasi parte del mondo” ha dichiarato il capo dell’intelligence militare ucraina, Kirill Budanov, aggiungendo che l’Ucraina “ha abbastanza forze e mezzi propri” per fare questo. Prima, però, Kiev dovrà avere la meglio sul campo. E mentre il presidente Volodymyr Zelensky ha parlato per la terza volta nel giro di un mese con il collega francese, Emmanuel Macron, sollecitandolo a rispondere ai bisogni delle forze militari ucraine, sul campo la situazione più calda rimane quella di Bakhmut. Un mercenario del gruppo Wagner ha fatto sapere che “ai nostri combattenti manca solo un chilometro e mezzo di area urbana per liberare Bakhmut (in russo Artemovsk)” con “la linea del fronte che si sta avvicinando sempre di più (alla periferia occidentale della città)”. La sua unità – ha raccontato – è riuscita a prendere d’assalto un blocco con edifici residenziali dietro la ferrovia, che divide la città in due parti. Ma da parte di Kiev non c’è stata nessuna conferma.

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Esteri

Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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