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Milano

Olimpiadi invernali 2026, Salvini dà il via libera a Milano e prepara gli aiutini economici indiretti

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Milano e Cortina ora possono candidarsi alle Olimpiadi invernali del 2026. Lega e Movimento 5 Stelle hanno dato il via libera purché non sia un costo per il Governo. È il compromesso che hanno trovato.
Matteo Salvini, il vicepremier favorevole, dice che “ci sarà il pieno sostegno del governo senza farsi carico di oneri diretti alla candidatura italiana”. Attenzione alla espressione “oneri diretti” perché poi tornerà utile in futuro.


In ogni caso era questa la rassicurazione di cui il Coni aveva bisogno. Ora  l’8 ottobre la delegazione italiana sarà a Buenos Aires per la sessione annuale del Comitato internazionale olimpico, e ci andrà “nulla osta” ricevuto da Palazzo Chigi, che è disponibile a firmare gli atti necessari per formalizzare la candidatura dell’ Italia (si tratta di impegni di carattere generale su diritti umani, libera circolazione delle persone, antidoping), purché le garanzie economiche le metta qualcun altro (le Regioni). Questa dichiarazione è quanto basta a Giovanni Malagò per curare il suo sogno olimpico, quello che fu interrotto bruscamente a Roma da Virginia Raggi. Ma che fine ha fatto Torino? Oltre a Milano e Cortina c’era inizialmente. Ha preferito sfilarsi dal cosiddetto “tridente”, è ancora in corso, proprio perché garantirebbe alla candidatura il finanziamento statale. Per ora Chiara Appendino (che ha problemi in maggioranza in consiglio) non sembra intenzionata a ripensarci, anzi, continua a ribadire la superiorità del suo dossier rispetto agli altri. A Roma la pensano diversamente anche nel suo M5s. Se la situazione non cambierà, al ritorno dal congresso Cio, il Coni provvederà a votare in giunta il passaggio dal tridente al tandem Milano-Cortina. Le chance aumentano, insieme alle difficoltà degli avversari (Canada e Svezia sono alle prese entrambe con problemi politici) e al diminuire dei veti incrociati interni. L’ assegnazione sarà decisa a ottobre 2019 a Milano (potrebbe pure essere anticipata).
Poi, in caso di vittoria, bisognerà trovare i soldi: almeno 400 milioni di euro da investire negli impianti, ma Lombardia e Veneto sono tranquille.
Anche perché la frase sibillina di Salvini, che ha parlato solo di “oneri diretti”, lascia aperta una porticina per i vari aiuti “indiretti” che farebbero molto comodo alle Regioni. Da Roma a Milano, passando per Cortina, sono tutti convinti che in qualche modo le risorse salteranno fuori: lo crede anche Torino, che teme di rimanere beffata e per questo chiede inutilmente “chiarezza”.

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In Evidenza

Il Comune vende San Siro a Inter e Milan: incasso di 197 milioni, stadio verso l’abbattimento

Dopo 12 ore di discussione, il Consiglio comunale di Milano approva la vendita di San Siro a Inter e Milan. Il Comune incasserà 197 milioni di euro. Il Meazza sarà abbattuto per lasciare posto al nuovo impianto.

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Dopo quasi 12 ore di dibattito il Consiglio comunale di Milano ha approvato a notte fonda la delibera che autorizza la vendita dello stadio di San Siro a Inter e Milan. Il Comune incasserà 197 milioni di euro dalla cessione dell’impianto e delle aree circostanti, mentre i club avranno così il via libera per costruire un nuovo stadio. Il destino del Meazza è segnato: sarà abbattuto.

I numeri del voto

La delibera è stata approvata con 24 voti favorevoli e 20 contrari, senza astenuti. Due consiglieri non hanno partecipato al voto. I 24 sì sono arrivati dalla maggioranza di centrosinistra, mentre tra i contrari figurano sette consiglieri della stessa maggioranza, oltre a Lega, Fratelli d’Italia, Noi Moderati e un consigliere di Forza Italia.

Forza Italia, come annunciato, non era presente in aula, ad eccezione di Alessandro De Chirico, che ha votato no. Non hanno partecipato al voto Marco Fumagalli, capogruppo della Lista Sala Sindaco, che ha annunciato le dimissioni, e Manfredi Palmeri del centrodestra.

L’ostacolo degli emendamenti

Sulla delibera pesavano 239 emendamenti, ma ne sono stati discussi soltanto 25. La svolta è arrivata intorno alle 3 di notte con l’approvazione di un sub-emendamento “tagliola” che ha fatto decadere tutte le altre proposte di modifica. Nonostante le polemiche, soprattutto dai Verdi, il testo è stato quindi portato al voto finale.

Un nuovo capitolo per Milano

Con questa decisione, il Comune di Milano incassa una cifra rilevante e dà il via libera al progetto che cambierà lo skyline sportivo della città. San Siro, tempio del calcio mondiale, verrà abbattuto, lasciando spazio a un nuovo impianto moderno e conforme ai più avanzati standard internazionali.

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In Evidenza

Paura per Carlos Santana in Texas: malore durante il soundcheck, ma il chitarrista sta bene

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Momenti di apprensione per Carlos Santana, il leggendario chitarrista di 77 anni, che ha avuto un malore durante il soundcheck in vista del concerto in programma in Texas. Le immagini diffuse dal sito TMZ, che mostrano l’artista mentre viene trasportato in ambulanza, hanno subito fatto il giro del mondo, generando preoccupazione tra i fan.

A tranquillizzare tutti è stato però il suo manager Michael Vrionis, che ha spiegato che l’episodio è stato causato da disidratazione. Nessun pericolo di vita dunque per Santana, che dopo l’assistenza medica ha ripreso le forze.

«Per eccesso di prudenza abbiamo deciso di rinviare il concerto – ha dichiarato Vrionis – ma Carlos sta bene e non vede l’ora di tornare sul palco, a partire dalla tappa di San Antonio, per poi proseguire il suo tour negli Stati Uniti come da calendario».

Al momento tutte le altre date sono confermate, con l’artista pronto a riabbracciare il suo pubblico dopo questo lieve stop.

 

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Cronache

Inchiesta ‘Doppia Curva’: chiuse le indagini, coinvolto anche il consigliere Manfredi Palmeri

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Si chiude l’inchiesta “Doppia Curva” della Procura di Milano, che vede tra gli undici indagati anche il consigliere regionale e comunale Manfredi Palmeri. L’esponente politico è accusato di corruzione tra privati, insieme all’imprenditore Gherardo Zaccagni, gestore dei parcheggi fuori da San Siro, e a una terza persona.

Le accuse a Palmeri: il quadro da 11mila euro

Secondo gli inquirenti, Palmeri, in qualità di componente del consiglio direttivo della M-I Stadio, società concessionaria per la gestione dello stadio Meazza, avrebbe favorito l’affidamento della gestione dei parcheggi alla società Kiss&Fly srl di Zaccagni, in occasione dei concerti del 2024. In cambio, avrebbe ricevuto un quadro di un artista cinese dal valore di 11mila euro.

L’inchiesta, coordinata dai pm Paolo Storari, Sara Ombra e Leonardo Lesti, si intreccia con diversi episodi criminali, tra cui il tentato omicidio dell’ultrà rossonero Enzo Anghinelli, rimasto irrisolto dal 2019 fino all’arresto di Daniele Cataldo, capo della Curva Sud milanista, individuato come uno degli esecutori materiali.

Ultrà e criminalità: il ruolo dei capi curva

L’indagine ha portato anche a una nuova ordinanza di custodia cautelare per Luca Lucci, storico capo ultrà del Milan, ritenuto il mandante dell’agguato ad Anghinelli. Cataldo, oltre a essere accusato di tentato omicidio, è indicato come parte di un’associazione per delinquere che avrebbe gestito varie aggressioni, tra cui il pestaggio del personal trainer Cristiano Iovino dopo una lite con il rapper Fedez, che non risulta indagato.

Nel fascicolo compare anche il sequestro delle armi trovate al rapper Emis Killa, coinvolto in un altro filone d’indagine ancora aperto. Il cantante, intervistato da Massimo Giletti nel programma Rai3 “Lo Stato delle Cose”, ha dichiarato: “Chiaramente avrei preferito andare a Sanremo. Non penso che queste frequentazioni mi abbiano danneggiato. Io con loro ho solo condiviso l’amicizia. Al momento sono solo indagato, non sono preoccupato.”

Le connessioni con la criminalità organizzata

L’indagine coinvolge anche esponenti della criminalità organizzata. Un’accusa di intestazione fittizia di beni riguarda Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord interista, e l’ultrà Cristian Ferrario, coinvolti in un giro di protezione mafiosa su un imprenditore, insieme all’esponente della ‘ndrangheta Antonio Bellocco.

L’inchiesta ha inoltre portato alla scoperta di un arsenale di armi a Cambiago, riconducibile a Beretta e Ferrario, e alla ricostruzione dell’omicidio dello stesso Bellocco, assassinato da Beretta a coltellate.

L’intreccio tra affari, polizia e corruzione

Tra gli indagati figura anche un ispettore di polizia, accusato di accessi abusivi ai sistemi informatici per conto dell’imprenditore Zaccagni, già sotto processo per falsificazione di documenti e accesso illecito a dati riservati.

Zaccagni è inoltre indagato per corruzione tra privati per un altro episodio legato alla gestione dei parcheggi di Verona Fiere, dove avrebbe garantito al responsabile dell’ufficio servizi della società, Federico Poffe, un soggiorno in Austria e due biglietti per Milan-Juve del 2023.

Infine, due direttori di istituti bancari sono accusati di favoreggiamento. Nell’ambito del racket sui parcheggi, risultano coinvolte anche otto società, con un ruolo chiave attribuito a Giuseppe Caminiti, vicino all’esponente della ‘ndrangheta Giuseppe Calabrò e intermediario in questo business illecito.

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