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Cronache

Offese Napolitano perchè era napoletano, ordine di arresto per Bossi che però non va in cella

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Offese il presidente della repubblica Giorgio Napolitano. É stato condannato. E oggi per lui c’era un ordine di carcerazione. Umberto Bossi, però, non é stato arrestato. Ha un mese per scegliere la pena alternativa. I fatti reguardano quanto accaduto il 29 Dicembre del 2011 quando l’allora leader della Lega presenziò ad Albino, in provincia di Bergamo, alla seconda edizione del Berghém frecc. Durante la festa provinciale del Carroccio il fondatore del partito si riferì all’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano apostrofandolo con il termine “terun” ed accennò al gesto delle corna con la mano. Non solo, il leader del Carroccio ci mise  il solito carico di volgarità: “Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terun’’. Ovviamente il buon Bossi non amava che Napolitano fosse anche Napoletano.

In ogni caso l’ordine di esecuzione della pena e il decreto di sospensione del medesimo consente a Bossi di chiedere entro trenta giorni di accedere una delle misure alternative di detenzione: l’affidamento in prova ai servizi sociali, la detenzione domiciliare, la semilibertà, la sospensione dell’esecuzione della pena detentiva e l’affidamento in prova. L’atto della procura generale di Brescia, ovviamente, avverte Bossi che l’esecuzione della pena avrà corso immediato nei casi il fondatore del Carroccio non opti per alcuna delle pene alternative.

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Cronache

Precipita in vano ascensore in clinica a Roma, è grave

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Incidente in una clinica nel quartiere Parioli a Roma. Un uomo è precipitato nel vano ascensore per due piani. Da una prima ricostruzione, sembra abbia aperto la porta dell’ascensore al piano terra nella clinica Parioli, ma la cabina non c’era ed è precipitato fino al piano -2. Sul posto polizia, vigili del fuoco e 118. E’ stato trasportato in codice rosso al policlinico Umberto I con fratture alle gambe.

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Santanchè, la ministra va a processo a Milano con l’accusa di falso in bilancio

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La ministra del Turismo Daniela Santanchè, con altre persone, è stata rinviata a giudizio dalla gup Anna Magelli per false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia, una delle società del gruppo da lei fondato e dal quale ha dismesso le cariche. Quello che si aprirà a Milano è il primo processo che la senatrice dovrà affrontare in qualità di imprenditrice. Il suo avvocato,  Nicolò Pelanda,  spiega che la Santanchè “confidava in un esito diverso, ma un po’ ce lo aspettavamo, per questo la decisione ci lascia l’amaro in bocca”.

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Cronache

Sfuggì all’arresto a novembre, ‘scissionista’ preso a Barcellona

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Era sfuggito all’arresto lo scorso 12 novembre, Antonio Pompilio, 48 anni, arrestato la scorsa notte dai Carabinieri dei Nucleo Investigativo di Napoli, con la collaborazione della D.C.S.A., del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, di Europol e del Raggruppamento Operativo Speciale. Pompilio è stato rintracciato dalle forze dell’ordine a Barcellona (Spagna) e la notifica del provvedimento emesso dal gip di Napoli è avvenuta con il supporto in fase esecutiva del personale dell’Udyco – Policia National di Madrid. In quell’indagine la direzione distrettuale antimafia di Napoli ha contestato a, vario titolo, a 33 indagati, i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’essere composta da più di dieci persone, dalla disponibilità di armi e dall’aver favorito il clan camorristico “Amato-Pagano”, i cosiddetti scissionisti, che opera tra Scampia, a Napoli, nei comuni del Napoletano di Melito e Mugnano e che ha la sua base logistica a Gricignano d’Aversa (Caserta).

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