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Nella città dell’amore scoppia la guerra tra Salvini e Di Maio sulla famiglia

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Nella città dell’amore va in scena la guerra politica, sullo sfondo del congresso della famiglia, tra le due anime del governo, Lega e M5s, una pro, l’altra contro la kermesse di Verona. Il leader indiscusso dell’evento, il più atteso, è il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini che va incontro al suo alleato – “la 194 non si tocca” – ma che si smarca nuovamente e attacca col sorriso Luigi Di Maio che intanto a Roma ha organizzato un appuntamento che ha il sapore di una contro manifestazione: “A qualche collega distratto di governo che pensa che qui dentro si guardi indietro dico che qui si prepara il futuro e se questo significa essere sfigato”, allora “sono orgoglioso di essere sfigato”. E lo fa con le spalle ‘coperte’ dall’intervento di papa Francesco che ha ribadito il pensiero della Chiesa sul congresso: “corretto nella sostanza ma sbagliato nel metodo”.

“E io sono un uomo di sostanza, e se il Santo Padre condivide la sostanza…”, dice Salvini mentre scrosciano gli applausi della sala. Controbilanciati pero’ dalle decine di migliaia di persone che hanno sfilato per Verona contro il Congresso. Ma Di Maio non e’ l’unico bersaglio del leader leghista, forte di un’accoglienza senza eguali nella citta’ scaligera. Una frecciata e’ indirizzata anche al sottosegretario M5s Vincenzo Spadafora. E’ sua la dichiarazione che in futuro non ci sara’ piu’ spazio per un’alleanza tra M5s e Lega. “Spadafora si occupi di rendere piu’ veloci le adozioni – gli risponde seccamente – ci sono piu’ di 30mila famiglie che attendono di adottare un bambino”. E se non bastasse, ritorna agli albori del suo partito, prendendosela con i “comunisti, che esistono ancora, sono da difendere gli ultimi esistenti, rappresentanti di un passato che ha milioni di morti sulle spalle” e anche con “gli intellettuali di sinistra che anche se leggono piu’ libri dei leghisti non li capiscono”, e indossa una maglietta blu con il disegno stilizzato di una mamma, un papa’ e due bambini. Ce n’e’ anche per i giornalisti, “che truccano le notizie, ma tanto oggi c’e’ la rete”. Per i temi del Congresso c’e’ poco spazio oggi, anche la leader di Fdi Giorgia Meloni fa il pieno di applausi parlando da unica segretaria donna di un partito e da mamma: “Ci hanno definiti retrogradi, sfigati, oscurantisti, impresentabili, ma impresentabili sono coloro che sono a favore dell’utero in affitto e chi tenta di bloccare lo sviluppo di ragazzini di 11 anni (con il farmaco Gender, ndr). Retrogradi sono quelli che vogliono che torni la censura in Italia facendo si’ che un appuntamento come questo non possa essere celebrato”. E sulla 194 tuona: “Voglio dire che molte abortiscono perche’ non hanno alternative, perche’ non e’ autodeterminazione che c’e’ quando si puo’ fare un’altra scelta”.

Insieme a Salvini arrivano sul palco anche i ministri della Scuola e della famiglia. Equilibrato l’intervento di Marco Bussetti: “La scuola e’ aperta, inclusiva, plurale e voglio sottolineare che non sono in discussione i processi di emancipazione e i diritti acquisiti”. Ironico e pungente il contributo di Lorenzo Fontana, che gioca in casa: “Ricordo che Di Maio ha parlato di aiuti alle famiglie anche attraverso i coefficienti familiari. Bene Luigi, mo’ uaglio’ – gli manda a dire in dialetto – lo devi fare. Ora passa dalle parole ai fatti”. Il Palazzo della Gran Guardia si svuota dopo tanto clamore, pure la folla di curiosi che ha presidiato Piazza Bra’ per tutta la giornata si allontana insieme ai blindati delle forze dell’ordine. Se ne vanno quelli che erano venuti per applaudire Salvini e quelli che invece erano li’ per criticarlo, chi difendeva il Congresso e chi lo ha osteggiato con striscioni e slogan. Restano solo i piccioni, che finalmente tornano padroni della piazza. L’appuntamento e’ per domani, quando la Marcia delle Famiglie occupera’ le strade di Verona, a conclusione della tre giorni del Congresso piu’ controverso degli ultimi anni.

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Cronache

Processo sui conti della Juve aggiornato al 10 maggio per le richieste di aspiranti parti civili

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Inchiesta Juventus, udienza aggiornata al 10 maggio: la Juve ed Ernst & Young sono state citate come responsabili civili nel processo sui conti della società bianconera. Il giudice dell’udienza preliminare, Marco Picco, oggi a Torino nel corso dell’udienza, ha accolto una richiesta di alcune aspiranti parti civili, per questo motivo è stata aggiornata per discutere ulteriormente il loro ingresso nel processo. La Juventus è già presente fra gli imputati del procedimento in qualità di persona giuridica.

Gli imputati sono 13, fra cui Andrea Agnelli e la stessa società. Del collegio di difesa fa parte anche l’avvocata Paola Severino, già ministro della Giustizia fra il 2011 e il 2013.
Nella maxi aula non erano presenti  Cristiano Ronaldo né Paulo Dybala:i calciatori potrebbero rivendicare dalla società bianconera una parte degli stipendi arretrati. Tra i presenti figurano la Consob e gli avvocati di una trentina di piccoli azionisti e di alcune associazioni, tra cui il Codacons e il Siti (Sindacato Italiano tutela investimenti).

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Tumori: ogni studio fa risparmiare 1 mln in cure e assistenza

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Ogni studio clinico sul cancro fa risparmiare al sistema oltre 1 milione in cure e assistenza ma l’Italia è ancora lontana dall’obiettivo di investire in questo settore il 3% del Pil, come raccomandato dall’Europa, e si ferma all’1,43% con solo lo 0,5% di investimento pubblico. A puntare i riflettori sui benedici e le criticità legate all’innovazione è il convegno ‘Valore della ricerca clinica in oncologia, ematologia e cardiologia’, organizzato da Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi), che rileva come nel 2021 nel nostro Paese siano state autorizzate 818 sperimentazioni. Un euro investito in uno studio clinico, sottolineano gli esperti, ne genera quasi 3 (2,95) in termini di benefici per il Servizio Sanitario Nazionale. L’effetto leva, determinato dai costi evitati per l’erogazione a titolo gratuito di terapie sperimentali e prestazioni diagnostiche alle persone arruolate nei trial perchè sostenuti dalle aziende sponsor, raggiunge addirittura 3,35 euro nelle sperimentazioni contro il cancro. Basti pensare che il costo medio di una ricerca in oncologia è di 512mila euro, ma quelli evitati sono più del doppio, pari a 1,2 milioni di euro. È stato stimato, soltanto nell’area della oncoematologia, un risparmio potenziale di circa 400 mln di euro ogni anno. Cifre che raggiungono alcuni miliardi di euro, se si considerano tutte le sperimentazioni svolte in Italia. La ricerca scientifica è “la chiave di volta per garantire a ogni persona le migliori opportunità di cura e assistenza sanitaria – afferma in un messaggio il ministro della Salute, Orazio Schillaci -. Permettere ai pazienti di accedere a farmaci innovativi in tempi più brevi nonché garantire una maggiore competitività dell’Italia sono due priorità dell’agenda del mio mandato”.

“In questa visione – continua Schillaci – si inseriscono i Decreti sui Comitati Etici, che ho recentemente firmato e che costituiscono un passo in avanti decisivo verso la piena implementazione nel nostro ordinamento del Regolamento europeo 536 del 2014 in materia di sperimentazioni cliniche, muovendosi nella direzione di una minore burocrazia, senza rinunciare al livello di rigore scientifico. Dobbiamo mettere in campo ogni iniziativa per dare impulso all’innovazione e alla ricerca sanitaria. I fondi per la ricerca e per la sanità sono stati sempre inferiori rispetto alla media Ue. È arrivato il momento di invertire la rotta”. In cinque anni il numero di nuovi studi clinici autorizzati nel nostro Paese “è aumentato in maniera esponenziale: da 564 nel 2017 a 818 nel 2021, in un quinquennio sono stati 3403 – spiega Francesco Cognetti, Presidente Foce -. Ogni anno in Italia sono circa 40mila i cittadini coinvolti nelle sperimentazioni. Due terzi dei trial interessano le neoplasie, le malattie ematologiche e cardiovascolari, che tra l’altro producono i due terzi della mortalità annuale. I vantaggi che derivano dalla ricerca sono a 360 gradi ed i pazienti possono beneficiare di terapie innovative con grande anticipo rispetto alla loro disponibilità”.

Gli investimenti complessivi pubblici e privati in questo settore, in Italia, equivalgono a oltre 750 milioni di euro all’anno, di cui il 92% proveniente da aziende farmaceutiche per studi profit. Inoltre, circa l’80% delle ricerche svolte nella Penisola è di origine internazionale e rappresenta un’esportazione di servizi, contribuendo positivamente alla bilancia commerciale del nostro Paese. In particolare, l’oncologia assorbe ben il 40% dei trial (330 nel 2021). Oggi però, per sviluppare un farmaco anticancro innovativo “serve circa un miliardo di dollari. Se le aziende farmaceutiche non riuscissero a recuperare questi costi, non investirebbero più nella ricerca. Un patto fra industria, clinici, Istituzioni e Università è la via da seguire per dare nuovo impulso alla ricerca”, afferma Carlo Croce, Professore di Medicina Interna alla Ohio State University. Inoltre, rileva il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù, “una delle maggiori criticità riguarda i tempi di avvio dei trial, caratterizzati da un iter regolatorio lungo e difficoltoso. Questi elementi possono minare l’attrattività dell’Italia. Ci auguriamo che i nuovi standard stabiliti dal Regolamento europeo 536, che ha armonizzato il processo di valutazione e autorizzazione di uno studio clinico condotto in più Stati membri, consentano di superare queste difficoltà, accelerando le decisioni e riducendo i vincoli burocratici”. Oggi il nostro Paese è “in quarta posizione in Europa per studi clinici aderenti al nuovo Regolamento europeo, dopo Francia, Spagna e Germania. Va recuperato – conclude Cognetti – il tempo perduto”.

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Cronache

Maltempo, torna il freddo e venti forti fino a burrasca da Nord a Sud

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Una struttura depressionaria in arrivo sulle nostre regioni Nord-Occidentali porterà, nelle prossime ore, un generale peggioramento delle condizioni meteorologiche. Assisteremo a una decisa intensificazione della ventilazione sull’Italia dai quadranti occidentali, con tendenza a rinforzare al Nord per raffiche di favonio e al Centro-Sud a ridosso delle aree appenniniche, con ulteriori rinforzi da Nord-Ovest sulle isole maggiori e sul Meridione. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it). L’avviso prevede dalla tarda serata di oggi, domenica 26 marzo, venti di burrasca dai quadranti settentrionali su Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, sulle zone alpine con sconfinamenti sulle aree pianeggianti e vallive e da Ovest-Nord-Ovest su Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, con raffiche di burrasca forte specie lungo i settori costieri e su quelli appenninici. Possibili mareggiate lungo le coste esposte. Sulla base dei fenomeni previsti per la giornata di domani, lunedì 27 marzo, è stata valutata allerta gialla su ampi settori di Campania, Calabria, Molise e sull’intero territorio di Puglia e Basilicata.

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