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Cronache

Ministero delle Infrastrutture, entro giugno via Grandi navi Giudecca-S.Marco

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Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ora accelera, dopo l’incidente odierno nel canale della Giudecca, promettendo entro il mese di giugno la “soluzione definitiva” per allontanare le grandi navi dal percorso Bacino di san Marco-Canale della Giudecca. Ma la querelle Grandi navi a Venezia si trascina da almeno sette anni, da quando cioe’ i ministri all’ambiente Corrado Clini e allo sviluppo economico Corrado Passera – era il 2012, Governo Monti – emisero il decreto che, sull’onda della tragedia del Giglio, dava limitazioni ai movimenti delle imbarcazioni da crociera. Nella laguna di Venezia, in particolare, il decreto disponeva il divieto di transito per le navi superiori a 40 mila tonnellate, ma “non appena le autorita’ marittime avranno individuato vie alternative di transito”. In attesa di queste vie alternative, le mastodontiche imbarcazioni continuarono a solcare la rotta interna alla citta’ storica, incuranti delle proteste dei comitati e della mobilitazione internazionale.

Ministro delle Infrastrutture. Danilo Toninelli

Addirittura nel 2015 il Tar del Veneto annullo’ un’ordinanza della Capitaneria di Porto che limitava l’accesso alle navi al di sopra delle 96 mila tonnellate di stazza; in quel frangente, comunque, erano state le stesse compagnie ad “autolimitarsi” spostando gli scali altrove. La data che avrebbe dovuto segnare il cambio di passo sulla questione e’ il 7 novembre 2017, quando il ‘Comitatone’ interministeriale per la salvaguardia di Venezia, presieduto da Graziano Del Rio, arrivo’ a concordare “nell’arco di tre-quattro anni” l’approdo a Marghera di tutte le navi oltre le 55 mila tonnellate. Bocciate ipotesi come lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo e quello delle Tresse, o un nuovo terminal al Lido, Governo, Comune e Regione Veneto adottarono la proposta dell’Autorita’ Portuale: entrata da Malamocco percorrendo il canale dei Petroli e terminal a Marghera. Per le ‘taglie minori’ (55-96 mila tonnellate) deviazione per il Canale Vittorio Emanuele III e approdo in Marittima. In questa linea, la Capitaneria di Porto aveva messo a punto un algoritmo per selezionare le navi da crociera che avrebbero potuto continuare a sfilare davanti a Piazza San Marco. Una selezione basata su elementi come la massa di acqua spostata dalla carena, il tipo di propulsore e il carburante con minore percentuale di zolfo, applicato alle navi di stazza superiore alle 40 mila tonnellate, e che ha lasciato finora il via libera a quelle fino a 92mila tonnellate. Sul versante delle decisioni definitive, pero’ nulla si e’ mosso, e i rapporti tra il governo gialloverde e gli amministratori locali si sono via via irrigiditi. Il sindaco Luigi Brugnaro ha incontrato Toninelli nel novembre scorso, semplicemente per dirgli “quello che penso io”, adombrando il sospetto che il ministro pentastellato volesse rallentare la procedura decisionale, pressato anche dai comitati “No grandi navi” che sono per l’estromissione “senza se e senza ma” del traffico crocieristico a Venezia. Ma anche questi ultimi accusano Toninelli di essere fin troppo silenzioso.

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Calcio: il Bari condanna l’aggressione al direttore sportivo

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Il Bari “esprime vicinanza e solidarietà al ds Ciro Polito vittima nella serata di ieri di una vera e propria aggressione avvenuta, ad opera di ignoti, nel post gara di Cittadella-Bari”. Secondo quanto denunciato da Polito, un gruppo di tifosi baresi lo ha aggredito in un autogrill in provincia di Rovigo. “Il dirigente biancorosso, mentre si trovava in sosta in un autogrill sulla via di ritorno dalla città veneta – scrive il club di Luigi De Laurentiis – è stato raggiunto e aggredito, verbalmente e fisicamente, da un gruppo di ignoti che subito dopo si sono dileguati. Le autorità competenti intervenute hanno da subito avviato le procedure per l’individuazione dei soggetti responsabili”. “La società biancorossa – si legge ancora – condanna con forza quanto accaduto ad opera di ‘vigliacchi’ che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti”.

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L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

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L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

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Scontro fra Vannacci e Paglia, consigliere di Crosetto

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Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia , consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto, che a Zona Bianca, su Rete4, ha sostenuto che il generale, sospeso dal servizio e ora candidato con la Lega alle Europee, con il suo libro “ha macchiato l’uniforme, e noi militari non possiamo permettercelo”.

“Il mio dovere – ha aggiunto Paglia – è spiegare all’Italia tutta che il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”. “Io non ho visto la TV ma mi faccio una domanda – la replica di Vannacci su Facebook -: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell’Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l’associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo….si tratta di un fuoco di PAGLIA!”.

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