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Spettacoli

Lindsay Kemp muore a Livorno, è stato rivoluzionario maestro di danza che ispirò anche David Bowie

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Coreografo, attore, regista, mimo e danzatore. Lindsay Kemp, inglese di nascita, italiano di adozione, si è spento nella sua casa in centro a Livorno. Aveva 80 anni. Kemp stava allestendo un laboratorio performativo per il teatro sociale di Como che avrebbe dovuto presentare a settembre. Era un artista vulcanico, mai fermo, sempre alla ricerca di nuove idee. Kemp era nato a Birkenhead, una città del Regno Unito, nella penisola di Wirral, sulla sponda ovest del fiume Mersey, opposta a Liverpool, centro principale del distretto metropolitano di Wirral. È famosa come porto e per i suoi cantieri navali, forse per questo motivo Lindasy Kemp soggiornava spesso a Livorno o faceva qualche giorno di vacanza a Napoli. Sono città simili a quella natia.

Lindasy Kemp. Si è spento nella sua casa di Livorno l’artista inglese

Dopo gli anni in accademia navale, dalla quale fu espulso per aver interpretato una Salomè ricoperto solo di carta igienica, e gli studi d’arte al Bradford College con il pittore David Hockney, la sua parabola artistica conobbe la sua rampa di lancio nello spirito degli anni Sessanta, quando formò la sua compagnia di danza e attrasse l’attenzione internazionale con una performance al Festival di Edimburgo nel ’68.
Lo spettacolo si intitolava Flowers. La produzione costò 500 sterline. Tutti i soldi della eredità di una zia. Grazie a quello spettacolo,ì per 25 anni Kemp ha girato il mondo per metterlo in scena. Sempre preceduto da attacchi per oscenità.
A rendere Lindsay Kemp celebre presso il grande pubblico, oltre i confini della danza contemporanea, fu invece la celebre collaborazione con David Bowie in versione Ziggy Stardust, per il quale si esibì durante i celebri concerti al Rainbow Theatre nell’agosto del 1972. La sua arte come mimo influenzò l’immaginario popolare con spettacoli come Nijinsky, Mr Punch Onnagata. La sua immagine più iconica resta probabilmente la personale rendition della maschera di Pierrot.

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Il caso Matilda De Angelis-Elodie scuote i Nastri d’Argento: “Condividere il premio è irrispettoso”

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Scoppia il caso Matilda De Angelis (foto Imagoeconomica) ai Nastri d’Argento, a poche ore dalla cerimonia in cui l’attrice ha ritirato, insieme a Elodie, il premio come miglior attrice non protagonista per il film Fuori di Mario Martone. La polemica è esplosa dopo un’intervista rilasciata da De Angelis al Fatto Quotidiano, dove ha dichiarato: «Trovo irrispettoso dover condividere il Nastro con Elodie».

La sorpresa di Laura Delli Colli

A restare sorpresa dalle parole dell’attrice è stata Laura Delli Colli, presidente dei Nastri: «Quando ho letto l’intervista pensavo stesse ancora sognando», ha commentato. «La sera prima, sul palco, c’erano sorrisi, abbracci, dichiarazioni d’amore tra le attrici. Nessun segnale di disagio, anzi: sembrava tutto molto felice e naturale».

Delli Colli sottolinea che si trattava di una candidatura congiunta, non di un ex aequo: «Il premio lo hanno vinto entrambe, non devono dividerlo. Quando il lavoro di due interpreti è così intrecciato, la nostra prassi è candidarli insieme. È accaduto anche con Jasmine Trinca e Valeria Bruni Tedeschi, che furono felicissime».

Una polemica evitabile?

La presidente aggiunge: «Se davvero si sentiva disturbata, avrebbe potuto rifiutare la candidatura in coppia settimane fa. Invece è venuta a ritirare il premio, ha fatto le foto con Elodie… Ora questa uscita stona e lascia perplessi».

L’ipotesi che la polemica nasca da una presunta gerarchia tra attrice e cantante — con Elodie vista come “meno titolata” — viene respinta: «Anche altri artisti non nati attori hanno vinto il Nastro. Non c’è mai stata discriminazione di questo tipo».

La replica silenziosa di Matilda

Nel pomeriggio, De Angelis ha pubblicato su Instagram una foto della cerimonia in cui sorride accanto a Elodie, entrambe sul tappeto rosso, mano nella mano. Il commento? Solo due parole: «Questo è».

Un tentativo di smorzare i toni, forse, o un modo per chiudere la vicenda. Ma la frattura, dopo l’intervista, è ormai evidente. E in un’edizione che celebrava la sorellanza tra donne nel cinema, il contrasto appare ancora più paradossale.

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Andy Luotto, da venditore ambulante a chef della tv: “La cucina è la mia felicità”

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Dalle vetrine spaccate nei sobborghi americani agli studi della Rai. Dai sacchetti della spazzatura venduti al megafono per mille lire alle tagliatelle impastate in tv. La vita di Andy Luotto (foto Imagoeconomica in evidenza), 74 anni, è una sceneggiatura perfetta. L’ha raccontata in un’intervista al Corriere della Sera dove, con il suo solito tono scanzonato, mescola memorie da outsider, carriera artistica e passione per la cucina.

“Senza sedili e pieno di buste: così vendevo l’immondizia”

«Avevo un Ford Transit verde pisello, ci avevo tolto i sedili e l’avevo riempito di buste per l’immondizia», racconta. Il socio l’aveva lasciato con 35 milioni di lire di debiti e lui si arrangiava come poteva: “Venti sacchetti, mille lire!” urlava nei mercati. Poi arrivarono gli scopini, gli scolapasta e il primo video virale ante litteram. Lo vide anche Renzo Arbore, che lo chiamò — letteralmente — al bar di Castelnuovo di Porto: «“Lei è un comico?”, “Ma come si permette?”». Fu l’inizio di tutto.

L’altra domenica, gli americani, Fellini e… “Uvi!”

Nel 1976 inizia la sua carriera tv come valletto muto a L’Altra Domenica: “Dovevo fare come l’assistente di Andreotti: uno che non parla mai”. Ma il suo volto in primo piano fece impazzire il regista: «Toglietemi quel coglione di mezzo!». Il pubblico invece impazzì.
Recitava il ruolo del cugino americano di Arbore, che sapeva dire solo “bbuono” o “no bbuono”. Una volta pronunciò “Uvi!” e i giornali titolarono: “Andy ha parlato!”.

Dal riformatorio a Roma: “Mia madre mi salvò con una foto”

La sua infanzia negli USA fu turbolenta: piccoli furti, vetrine rotte, monetine estorte dai telefoni pubblici incendiandoli con accendini e Coca-Cola. A 15 anni la madre Beatrice, scienziata e “fantastica”, lo spedì a Roma con una foto del padre mai visto.
Lì scoprì due cose: la scarpetta nel sugo (“il cuoco è felice quando vede la striscia”) e il doppiaggio. Il padre lavorava con Mastroianni, Loren, Fellini. Lui doppiò Troisi, Giannini, Montesano e pure Alvaro Vitali: “Erano gli unici film vendutissimi all’estero”.

Pacifista e cuoco per scelta: “Cucinare è affetto”

Andy ha due lauree americane ma ha disertato la guerra del Vietnam. Scelse la scuola alberghiera in Puglia, gettando le basi della sua nuova vita. “Cucinare è un gesto d’amore, e si rimorchia tantissimo”, dice ridendo. Alle ragazze regalava semi invece che fiori: “Costavano di meno”.

“Conad il Barbaro”: tra spaghetti tatuati e caciocavalli sulle cosce

Ha oltre 50 tatuaggi dedicati al cibo, inclusi due caciocavalli sulle cosce, fotografati per 3.000 euro da una rivista. Il figlio Eugene lo chiama “Conad il Barbaro”. Oggi torna in tv, su Rai2, in una rubrica di cucina con Andrea Delogu. Ma la sua gioia resta semplice: “Strappare ortaggi dalla terra, cogliere erbette aromatiche e stare insieme. Questo è già felicità”.

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Spettacoli

Palinsesti Rai in arrivo, tagli nella tarda serata

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Aria di spending review in casa Rai sui palinsesti per la prossima stagione autunnale. Nel mirino ci sono programmi del weekend o della seconda o terza serata che, secondo i dati aziendali, non portano guadagni sufficienti rispetto ai costi di produzione. Le linee guida approvate in cda lo scorso febbraio prevedono la razionalizzazione e la riduzione della frammentazione dell’offerta ed è evidente che qualcosa verrà tagliato. L’obiettivo è, però, anche lanciare qualche novità per rafforzare l’identità delle reti con particolare riferimento a Rai2 e Rai3. Vale sul fronte dell’approfondimento, dove il direttore Paolo Corsini ha già fornito qualche indicazione anche al cdr spiegando che i buchi di palinsesto derivanti dalle chiusure saranno occupati dagli altri generi, così come sul fronte dell’intrattenimento, genere in cui il nuovo direttore Williams Di Liberatore ha già annunciato di voler affiancare ai programmi consolidati della Rai nuove proposte per tentare di rinnovare l’offerta.

I dettagli si sapranno giovedì 19 giugno, quando le bozze saranno presentate ai consiglieri di amministrazione in una riunione informale. Poi il 26 giugno a Napoli, il giorno prima della presentazione ufficiale sempre nella città partenopea, è atteso il via libera formale da parte del cda. Verso la chiusura va, ad esempio, Agorà Weekend, il programma condotto da Sara Mariani che dal 2021 va in onda il sabato e la domenica mattina sulla terza rete. Sorte inversa, invece, per Mi manda Rai 3, la storica trasmissione di denuncia ora condotta da Federico Ruffo, che dovrebbe raddoppiare la durata e andare in onda per due ore sia il sabato che la domenica mattina. Conferma in vista anche per Indovina chi viene a cena, la trasmissione di approfondimento di Sabrina Giannini in onda in prima serata. Il possibile stop di Agorà Weekend ha già provocato polemiche, perché il programma ha comunque migliorato la propria performance di ascolti nella stagione appena trascorsa rispetto alla precedente, chiudendo con una media del 4%. “Se fosse confermata, la chiusura di Agorà weekend sarebbe un fatto grave.

Vorrebbe dire cancellare un altro spazio di informazione e confronto dalla Rai, proprio in un momento in cui il pluralismo dovrebbe essere tutelato, non ridotto”, afferma l’esponente M5s in commissione di Vigilanza Dolores Bevilacqua. “Grillini e sinistra sono allergici al pluralismo, fosse per loro la Rai continuerebbe ad ospitare i soliti tromboni per fare da megafono al pensiero unico ed alla loro propaganda”, replica Francesco Filini, capogruppo di Fdi in Vigilanza. Voci di stop, non confermate in realtà, girano anche per Petrolio di Duilio Gianmaria e Il Fattore umano, programma d’inchiesta ideato da Riccardo Iacona, mentre appaiono più alte le chance di stop di Rebus di Giorgio Zanchini in onda la domenica pomeriggio sempre sulla terza rete. Anche su Rai 2, rete tradizionalmente votata alla sperimentazione, si attendono novità.

A partire dal possibile taglio di Generazione Z, il programma di Monica Setta in onda in terza serata. La stessa sorte è attesa per L’altra Italia, il programma condotto dall’ex Iena Antonino Monteleone che, lanciato come una delle principali novità della passata stagione, non ha ottenuto i risultati sperati. In bilico viene dato anche Tango condotto da Luisella Costamagna nella seconda serata, anche se sono arrivate smentite. Altra novità, anticipata in questo caso da La Stampa e Dagospia, sarebbe un programma nel preserale nel sabato di Rai3 condotto dal direttore de Il Tempo Tommaso Cerno.

L’ipotesi ha fatto infuriare i parlamentari di M5s in Vigilanza. “Sarebbe l’ultimo schiaffo all’identità di Rai 3, ormai svuotata e trasformata in terreno di conquista – scrivono -. Altro che pluralismo: è solo fedeltà ben ricompensata”. Cerno ha però smentito: “Non ho nessuna proposta della Rai in questo momento. Vedo molti bravissimi colleghi che ci lavorano. Da ex colleghi dell’Espresso a grandi nomi del giornalismo di ogni parte a cui faccio i miei auguri di migliore risultato possibile e confermo la mia stima totale”. Rumors, infine, su un possibile ridimensionamento dei programmi di Gigi Marzullo, storico intrattenitore della notte targata Rai.

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