“Sapevamo dell’esistenza del procedimento di Roma e sono contento di leggere che il pm ha definito ‘suggestioni’ le ipotesi di accusa, quindi abbiamo fatto bene a chiedere di esser tutelati nel 2023”. A parlare è l’avvocato Claudio Strata, legale di Mario Vanacore, 64 anni, titolare di una ditta a Torino, che nella richiesta di essere tutelati fa riferimento a un esposto alla procura di Milano della primavera 2023 in riferimento all’omicidio di Simonetta Cesaroni in via Poma a Roma del 1990. “Può darsi – prosegue l’avvocato in riferimento alla richiesta di archiviazione romana dello scorso 13 dicembre per il fascicolo aperto nel 2022 – che le procure di Milano e di Roma, che ha fatto nuova indagine sul delitto, si siano confrontate e correlate.
A Roma di cercava l’assassino di Simonetta Cesaroni e non l’hanno trovato neanche questa volta. purtroppo. Noi a Milano abbiamo chiesto di perseguire chi specula” ha evidenziato, dopo avere spiegato che la richiesta di accertamenti riguardava uno spettacolo teatrale andato in scena nel capoluogo lombardo, in cui Mario Vanacore veniva rappresentato come un sospetto. Fascicoli, precisa il legale sia per la procura di Roma che per quella di Milano, di cui “noi non abbiamo ancora accesso agli atti. Quello che troviamo grave – chiarisce – è uscire con ‘ecco il colpevole, ecco l’assassino’. Dopo 33 anni credo che la magistratura abbia fatto tutto il possibile per individuare il colpevole, però non si può puntare sempre sulle stesse persone, è ora di lasciarli in pace”.
“Per questo in primavera – dice Strata tornando sull’esposto a Milano – Mario Vanacore aveva deciso di rivolgersi alla magistratura. Vuole fare una vita normale, la sua vita è segnata, il padre (Pietrino, ndr) forse è mancato logorato dallo stress e dalla pressione, ma anche per le ombre gettate sulla famiglia, su di lui, sul fratello e sulla sorella”. Dello spettacolo oggetto di esposto Strata non dice di più, “ci sono indagini in corso, confido nel ruolo della magistratura e spero nel coordinamento con Roma”. La richiesta di archiviazione “dà ancora più ragione a noi – sottolinea l’avvocato – perché Vanacore era sereno quando ha deciso di andare in procura a Milano. Non ha mai visto Simonetta Cesaroni in vita sua prima di quel giorno. Le ipotesi fatte dagli investigatori, di cui ho letto oggi qualche stralcio, per fortuna sono definite suggestive”, chiude citando il resoconto dei carabinieri ai magistrato romani.