Dopo la colf senza contratto di Roberto Fico che non era la colf di Fico ma della sua compagna, ora tocca agli operai in nero di Luigi Di Maio che non sono di Di Maio ma del suo papà. Le inchieste delle Iene questa volta hanno “beccato” il signor Salvatore Pizzo che ha raccontato che nel 2010 guadagnava 1200 euro in nero per lavorare dalle 8 alle 16 ogni giorno dal lunedì al venerdì, riposo sabato e domenica. Chissà quanto guadagnavano all’epoca alla Fiat di Pomigliano (non era ancora Fca) i dipendenti che però osservano turni anche notturni. In ogni caso il lavoro nero è un reato. Per ora però c’è un signore di nome Pizzo che lo sostiene in Tv ma non ha mai presentato una denuncia. E soprattutto c’è un accordo che fu siglato con l’assistenza della Cgil che chiudeva una transazione con regolare assunzione che sanava il pregresso. Ma non c’è solo Salvatore Pizzo, ce ne sarebbero altri due dipendenti in nero che nel 2010 lavoravano in azienda col papà di Luigi Di Maio.
L’aveva detto Pizzo “non ero solo io in nero, ce n’erano altri due o tre su sette”. La trasmissione Le Iene torna sui casi di lavoro nero nell’impresa edile del padre del ministro del Lavoro e capo politico del M5S, Luigi Di Maio. E questa vicenda (presunto lavoro nero), scatena nel Pd Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, che ricordano gli attacchi subiti dai 5 Stelle quando a finire al centro di vicende di cronaca furono i loro genitori. “Di Maio chieda perdono per la campagna di odio scatenata contro la mia famiglia”, ha commentato Renzi riferendosi a ciò che dissero i 5 Stelle quando nel caso Consip (appalti per centinaia di milioni su cui pesava l’ombra di una manipolazione) fu coinvolto suo padre Tiziano. L’ex ministra delle Riforme, invece, manda in scena sui social un video in cui augura, con uno sguardo molto contrito, al signor Antonio Di Maio “di non vivere mai quello che suo figlio e i suoi amici hanno fatto vivere a mio padre e alla mia famiglia”. Il padre della Boschi è rimasto coinvolto nel crack di Banca Etruria, dov’era vicepresidente. E dove sono stati truffati i correntisti per milioni di euro. Certo, nessuna inchiesta autorizza nessuno ad emettere sentenze. Nessun italiano è colpevole fino al terzo grado di giudizio. Ma ci saranno delle differenze tra quello che è accaduto ai genitori di Renzi e della Boschi (quando loro erano primo ministro e ministra) e quanto accade al padre di Di Maio, per ora accusato dalle Iene di lavoro nero 8 anni fa, quando Luigi Di Maio era studente universitario e attivista del Movimento 5 stelle. In questo clima la trasmissione di Italia 1 si prepara a lanciare stasera un nuovo servizio dal quale emerge che il caso riferito due giorni fa non era affatto isolato. Gli inviati Filippo Roma e Marco Occhipinti hanno rintracciato altri due operai che raccontano di aver lavorato in nero per la Ardima, alla quale uno dei due avrebbe poi anche fatto causa, rivendicando contributi e competenze mai versati. E questa però è una vertenza.
Hanno tentato di scappare utilizzando un lenzuolo i due detenuti che ieri hanno provato a evadere dal carcere di Bellizzi, ad Avellino. I due carcerati sono stati però bloccati dalla polizia penitenziaria, mentre cercavano di superare il muro di recinzione. Un terzo, che come gli altri due si era allontanato dalla sezione di isolamento, sentendosi braccato, ha invece deciso di rientrare. Nel frattempo, all’esterno, era già scattato il piano predisposto per il contrasto alle evasioni dai penitenziari: il carcere è stato cinturato dalle forze dell’ordine e il funzionario della Polizia di Stato delegato dal questore di Avellino Pasquale Picone, raggiunto il complesso penitenziario, ha coordinato la “macchina organizzativa” tenendo costantemente informati sia il questore, sia l’autorità giudiziaria. Sono state anche fatte arrivare ulteriori pattuglie per presidiare le vie di fuga dalla città. I due detenuti, identificati, sono posti in altra cella sotto stretto controllo della polizia penitenziaria. Solo a notte fonda la situazione è rientrata.
“Il sistema penitenziario campano oramai è allo sbando – commentano il presidente e il segretario regionale dell’Uspp Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio – oramai tra i detenuti si è diffuso un senso di impunità perché non vengono applicati criteri sanzionatori. Chiediamo ai vertici del dipartimento nonché alla politica di valutare l’operato del provveditore della Campania perché a tutt’oggi non è riuscito neanche a mandare un supporto al carcere di Avellino”. “Oramai in Campania la situazione è fuori controllo”, dichiara il segretario regionale del Sappe in Campania Tiziana Guacci. Siamo molto preoccupati per la situazione del carcere di Avellino ma anche degli altri istituti penitenziari campani. Da tempo aspettiamo segnali dai vertici dipartimentali: abbiamo richiesto un tavolo di confronto con il prefetto al fine di trovare soluzioni condivise visto che la situazione rischia di compromettere l’ordine pubblico”.
È di tre morti il bilancio di un incendio avvenuto ieri sera intorno alle 23.00 a Milano in un emporio di articoli cinesi in via Ermenegildo Cantoni 3. Le vittime sono tutte giovani e di nazionalità cinese: si tratta di due fratelli di 19 e 17 anni ed un’altra di 24 anni. Sul posto sono intervenuti cinque mezzi del Comando di Milano che hanno lavorato tutta la notte per domare le fiamme e poi procedere alla messa in sicurezza del magazzino.
Carabinieri e polizia scientifica stanno indagando per capire le dinamiche dell’evento. Sul posto anche 118 e polizia locale. I Vigili del fuoco stanno ancora lavorando per procedere al raffreddamento degli ambienti ed al conseguente smassamento.
Nuova vittima sul lavoro in provincia di Brescia. Un operaio di 55 anni è infatti morto travolto da un carico. È accaduto nei capannoni della Bettoni Plastiche di Torbole Casaglia. L’uomo stava movimentando un carico quando ha perso l’equilibrio e il peso lo ha schiacciato.