Chiamatelo monito, anatema, denuncia, sfogo. Chiamatelo come vi pare. La verità è che la voce di Papa Francesco contro la mafia dal palco del Foro Italico di Palermo era così potente che sembrava davvero venisse giù il cielo tanto era forte quell’appello ai mafiosi a disarmare, a tornare sulla retta via.
“Mafiosi, cambiate. Convertitevi”.
E da uomo di chiesa non convenzionale ha usato le parole che non ti aspetti, perchè sono quelle più semplici, che arrivano dritto al cuore.
“Oggi abbiamo bisogno di uomini di amore, non d’onore”.
Così Papa Francesco ha onorato il ricordo di don Pino Puglisi, nel venticinquesimo anniversario dell’uccisione per mano mafiosa. Non si tratta di scomunicare, ma di arrivare al cuore duro dei mafiosi. Bergoglio non ha alcun dubbio: “Non si può credere in Dio ed essere mafiosi”.
E lo dice davanti alla folla di80mila fedeli assiepata al Foro Italico. Dove il Santo Padre fa un cenno anche ai cosiddetti “populismi”.
“L’unico populismo possibile è il populismo cristiano: sentire e servire il popolo, senza gridare, accusare e suscitare contese”.
Il resto della sua omelia è un ricordo d’amore per don Pino Puglisi, il sacerdote che indicava a tutti la strada per liberarsi della mafia. Don Pino Puglisi era un modello. “Non viveva per farsi vedere. Non viveva di appelli antimafia”. E ancora, dice il Papa: “Non aspettate che la Chiesa faccia qualcosa per te, comincia tu. Non aspettare la società, inizia tu”.
Papa Francesco in Sicilia. Al Foro italico di Palermo l’anatema contro i mafiosi
“Così ha fatto don Pino, povero fra i poveri della sua terra – dice Francesco – Nella sua stanza, la sedia dove studiava era rotta. Ma la sedia non era il centro della vita, perché non stava seduto a riposare, ma viveva in cammino per amare. Ecco la mentalità vincente”. E su questo passaggio, Bergoglio aggiunge una parola in siciliano: “Dio ci liberi da una vita piccola, che gira intorno ai pìccioli” (la parola siciliana che significa “soldi”, che però il Pontefice pronuncia “picciòli”). E ancora: “Siamo chiamati a scegliere da che parte stare: vivere per sé o donare la vita. Solo dando la vita si sconfigge il male. Don Pino lo insegna. La sua sembrava una logica perdente, mentre pareva vincente la logica del portafoglio. Ma don Pino aveva ragione: la logica del dio-denaro è perdente”. “Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini di amore, non uomini d’onore; di servizio, non si sopraffazione; di camminare insieme, non di rincorrere il potere”. Francesco va oltre la condanna di Papa Wojtyla.
“Se la litania mafiosa è: tu non sai chi sono io; quella cristiana è: io ho bisogno di te. Se la minaccia mafiosa è: tu me la pagherai; la preghiera cristiana è: Signore, chiamami ad amare”.
Ed ecco il richiamo di Francesco: “Perciò ai mafiosi dico: cambiate. Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo. Altrimenti, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte”.
‘Colpo’ all’ufficio postale finito male per i rapinatori. Accade a Napoli questa mattina nel quartiere di Fuorigrotta. La polizia ha arrestato due napoletani di 47 e 54 anni per rapina aggravata. Dopo una allerta della Sala Operativa, agenti sono intervenuti in un ufficio postale di via Michelangelo Da Caravaggio e hanno sventato la rapina, riuscendo a intercettare e bloccare immediatamente i due rapinatori, anche grazie all’ausilio di personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, del Commissariato Bagnoli e delle Unita’ Operative Pronto Intervento. I due arrestati sono stati trovati in possesso di due pistole a salve e della refurtiva appena asportata. L’attivita’ e’ stata vigilata dall’alto dall’elicottero del VI Reparto Volo della Polizia di Stato.
La madre di Santo Romano ha presentato un esposto affinché vegano fatti accertamenti sulle foto del 17enne che ha ucciso il figlio, postate sui social verosimilmente dall’istituto penale minorile dove il giovane è detenuto. Santo è stato ucciso a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli), la notte tra l’1 e il 2 novembre 2024 con un colpo di pistola esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un paio di scarpe sporcate.
L’avvocato Marco De Scisciolo, che difende la famiglia Romano, ha presentato un esposto al Tribunale, alla Procura per i minorenni di Napoli e alla Polizia postale, con il quale chiede che venga disposta una perquisizione nella struttura dove il 17enne è detenuto ed eventualmente anche un sequestro. Sui social sono stati pubblicati di recente foto e messaggi che hanno suscitato sconcerto e ira della mamma di Santo, Filomena De Mare. Lo scorso 29 aprile la sentenza il 17enne accusato di aver ucciso Santo Romano, giovane portiere di calcio è stato condannato in primo grado a 18 anni e 8 mesi di reclusione al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.
Ieri un carabiniere scelto della stazione di Albino, in provincia di Bergamo, libero dal servizio, è intervenuto per impedire un gesto estremo da parte di una donna. Intorno alle 11.20, il militare stava percorrendo in auto con i suoi familiari la SS42 quando, all’altezza di San Paolo d’Argon, ha notato una donna, visibilmente agitata, che si era posizionata all’esterno del parapetto di un cavalcavia, in una situazione di grave pericolo. Il militare ha fermato il proprio veicolo precipitandosi verso la donna. Una volta vicino, mentre sotto le auto continuavano a transitare, il carabiniere ha abbracciato la donna per trattenerla contro il parapetto, evitando che potesse cadere, fino all’arrivo dei soccorritori. Nelle delicate fasi successive si è assicurato della sua incolumità tenendola e rassicurandola, mentre insieme lentamente strisciavano contro il parapetto, fino a raggiungere il terrapieno posto sul lato destro del cavalcavia, dove erano finalmente al sicuro. Sul posto sono giunti i carabinieri della vicina stazione di Trescore Balneario e i sanitari del 118, che hanno soccorso la donna, poi trasportata presso l’ospedale di Alzano Lombardo.