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Cronache

La vergogna della sanità in Campania e l’ammuina dei politici per farci dimenticare la questione seria: 10 miliardi di euro che spendono ogni anno

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Sullo schifo dell’ospedale San Giovanni Bosco qualche giorno fa. Sulla identica vergogna dell’ospedale San Paolo. Sulla identica porcheria del Loreto Mare (ed ho recitato a memoria cose che ho seguito professionalmente) mi fa schifo di più il tentativo di spostare l’attenzione sugli appalti alle aziende delle pulizie che sarebbero in odore di camorra e che sono in proroga di contratto da 10 o 15 anni.

Scusatemi, ma chi le mantiene in quei posti? Ma non dovrebbero avere una certificazione antimafia? Ma chi deve indire gli appalti la signora in coma ricoperta di formiche?

Poi è pacifico, è pubblico che la sanità in Campania è in mano alla camorra. Lo dice in ogni occasione pubblica anche il presidente della giunta regionale della Campania oltre che le inchieste dell’antimafia. Ma chi deve ripulirla dalla camorra (a parte l’opera meritoria e indefessa della magistratura) il ragazzo morto facendo il giro degli ospedali della Campania ed abbandonato in un letto a morire al Loreto Mare?

Ma chi deve fare i concorsi per i primari visto che molti di quelli che ci sono hanno incarichi provvisori (provvisori, avete letto bene) da 10/15 anni?

Ma chi deve fare i concorsi per assumere infermieri professionali invece che personale parasanitario che a centinaia arrivano dalle agenzie interinali e sono perlopiù figli e parenti di sindacalisti e amici e amici degli amici?

Domanda: un assessore, uno della regione Campania, può spiegare ai campani come spendiamo ogni anno 10 miliardi di euro in servizi sanitari pubblici.

E poi c’è una questione enorme che è non legale o penale ma umana.
Dove è finita l’umanità? Come si fa a lasciare un essere umano, ma anche un animale, in quelle condizioni? Una persona in coma ricoperta di formiche! Ma io mi vergogno per i medici, gli infermieri, gli addetti alle pulizie e quei manager e dirigenti medici di ospedali dove si verificano scene del genere. Un ospedale è uno dei luoghi in cui devi stare più sicuro, più protetto, custodito, curato, accudito. Ma che schifo è? Ma come si fa a guardare in faccia i propri figli tornándose e a casa dopo aver lasciato un essere umano in quello stato?
Sospendere medici e infermieri lava la coscienza a chi andrebbe cacciato non lenisce il dolore di chi ha sofferto. Perché le formiche e lo schifo c’erano da giorni. Non solo quando c’erano gli infermieri e il medico sospeso.
Chi andrebbe cacciato (non sospeso) sono i dirigenti di quell’ospedale. Pure questa operazione di De Luca non è nuova. Fare ammuina sospendendo tre sfrantummati senza umanità serve solo a rimandare la vergogna della sanità in Campania al prossimo episodio vergognoso.

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“Appalti truccati”, il generale dei carabinieri Liporace resta agli arresti domiciliari

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Il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto il ricorso presentato dai difensori e ha confermato le misure degli arresti domiciliari al generale dell’Arma Oreste Liporace e all’imprenditore Ennio De Vellis, indagati nell’inchiesta per corruzione coordinata dal pm Paolo Storari e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano su presunti appalti truccati in cambio di tangenti e regali.

Liporace e De Vellis, indagati a vario titolo per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti, si erano difesi nell’interrogatorio di garanzia, respingendo le accuse. A quanto emerso dalle indagini, grazie a loro gli imprenditori William e Massimiliano Fabbro (indagati e che hanno collaborato) avrebbero ottenuto, fino al 2021, i servizi di pulizia, anche della piscina, della caserma di Velletri in cui Liporace era comandante reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri.

Quest’ultimo avrebbe ottenuto in cambio 22mila euro, borse Louis Vuitton, noleggi auto e biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano. Davanti al gip Domenico Santoro, avrebbe parlato di un frequente “scambio di regali” che aveva con i fratelli Fabbro. Nella stessa occasione, De Vellis aveva sostenuto di non avere avuto alcun ruolo negli appalti della caserma, respingendo poi anche l’accusa di traffico di influenze illecite in relazione ad appalti del Dis (Dipartimento informazioni e sicurezza) e sminuendo il suo rapporto con Lorenzo Quinzi, da gennaio scorso capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture, indagato per corruzione e turbativa.

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Maestra adescava minori su chat per avere rapporti sessuali, condannata a 7 anni e 3 mesi

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Una maestra 47enne di scuola elementare è stata condannata dal Tribunale di Bari a 7 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 75mila euro con l’accusa di aver adescato sui social e nelle chat minorenni con i quali avrebbe avuto rapporti sessuali in un b&b nel centro di Bari, facendosi filmare. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni.

La donna, che si faceva chiamare zia Martina, finì agli arresti domiciliari nel dicembre del 2021 quando insegnava in una scuola del nord Italia e fu sospesa dall’incarico. Risponde di due episodi di produzione di materiale pedopornografico e di una presunta vicenda di corruzione di minorenne. Il Tribunale ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo aver scontato della condanna.

L’imputata è stata assolta ‘perché il fatto non sussiste’ da una ulteriore contestazione di corruzione di minorenne, relativa ad un presunto video di natura erotica con un adolescente. Le indagini partirono in seguito alle denunce presentate ai carabinieri dai genitori delle presunte vittime.

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Addio a José Alberti, fu la prima guida di Maradona a Napoli

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José Alberti, la prima guida di Diego Armando Maradona a Napoli, è scomparso ieri all’età di 82 anni. Alberti, nato a Buenos Aires, non era solo l’interprete del Pibe de Oro, ma anche un amico e una figura di riferimento che ha accolto Maradona nella sua famiglia, facendogli conoscere le bellezze della città e la passione calcistica dei suoi abitanti.

Sbarcato in Italia negli anni ’60 per giocare nel settore giovanile della Juventus, Alberti si stabilì a Napoli dopo aver firmato per l’Internapoli. La sua carriera lo portò poi a diventare allenatore in diverse squadre di provincia. Ma fu il suo ruolo nella trattativa per portare Maradona a Napoli che lo rese indimenticabile. Omar Sivori, che aveva chiuso la carriera a Napoli, contattò Alberti per incontrare Jorge Cyterszipiler, il manager di Maradona. Questa missione segreta mirava a far conoscere la città a Diego, che sarebbe stato acquistato da Ferlaino per 13,5 miliardi di lire.

Alberti era presente al San Paolo il 5 luglio 1984, il giorno della presentazione di Maradona. Tradusse le domande dei cronisti di tutto il mondo e suggerì a Maradona alcune parole in italiano per salutare i nuovi tifosi. La sua famiglia, composta dalla moglie Mariagrazia e dai figli Andrea ed Emilia (campionessa di pallanuoto), divenne un punto di riferimento per Diego e la sua compagna Claudia.

José Alberti e Maradona condividevano una forte amicizia. Alberti, nato il 26 ottobre, festeggiava spesso i compleanni con Diego, brindando insieme in luoghi come “La Cueva”, il locale che Alberti aveva aperto a Riva Fiorita. Anche dopo il ritiro, Alberti rimase nel mondo del calcio come consulente per club italiani e argentini.

Cinque anni fa, José Alberti ebbe l’onore di abbracciare Papa Francesco in Vaticano. Il pontefice, tifoso del San Lorenzo, squadra in cui Alberti aveva giocato, ricordava con affetto quei tempi.

I funerali di José Alberti si terranno oggi alle ore 11 nella Chiesa Santa Maria di Bellavista a Posillipo. La sua scomparsa lascia un vuoto nel cuore di chi lo ha conosciuto e di tutti i tifosi napoletani che ricordano con affetto il suo contributo nell’arrivo del più grande calciatore di tutti i tempi a Napoli.

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