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Cronache

La Procura di Agrigento: Salvini ha commesso 5 reati e va condannato a 30 anni di carcere per il caso dei migranti della Diciotti

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Sono a Palermo, in Procura, gli atti dell’inchiesta sul ministro dell’Interno Matteo Salvini e sul capo di Gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi. A loro carico c’è una inchiesta. Le contestazioni sono tutte relative al presunto illecito trattenimento dei profughi soccorsi il 16 agosto dalla nave Diciotti. Deciderà il Tribunale dei ministri se chiedere l’autorizzazione a procedere o l’archiviazione delle accuse mosse dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio.

Il Procuratore di Agrigento. Luigi Patronaggio ha trasmesso gli atti dell’inchiesta a Palermo

Non ha digerito molto l’attivismo di Patronaggio l’ufficio inquirente di Palermo. Ragioni di competenza territoriale dell’inchiesta. In ogni caso, in Procura hanno intenzione di rileggere bene le carte. Il Procuratore Francesco Lo Voi ha già ricevuto dal suo omologo di Agrigento non una semplice denuncia ma l’intero pacchetto di accusa già istruito. Le indagini della Guardia Costiera, gli interrogatori, ma soprattutto la relazione del pm Luigi Patronaggio con l’ipotesi accusatoria: omissioni di atti d’ufficio, abuso d’ ufficio, l’arresto illegale dei migranti e, soprattutto, i due reati di sequestro, quello di persona aggravato dalla presenza dei minori e quello finalizzato a costringere l’Ue a redistribuire i migranti “usati come ostaggio”.

Insomma,  a giudicare da come Agrigento ha impacchettato il tutto, la procura di Palermo dovrebbe fare da semplice passacarte. Cioè trasmettere tutto al Tribunale dei Ministri. E invece Lo Voi intende svolgere un lavoro di analisi rispetto all’inchiesta. A partire dalla competenza territoriale dell’indagine che, sebbene l’input di Salvini sia partito da Roma, si incardinerebbe dove è avvenuto il reato più grave: il sequestro dei migranti. E siccome un ordine scritto non c’è stato si rileggono le comunicazioni di quei giorni.

Fondamentali diventano le due email. Sono le 22.15 del 17 agosto quando al Viminale giunge la richiesta di un porto sicuro per lo sbarco, arrivata dalla nave Diciotti, tramite il centro di coordinamento nazionale. Il testo è standard, la reazione no: il silenzio. Dai social, che sembra essere diventata la forma di comunicazione più importante del ministro dell’Interno Matteo Salvini nonché capo della Lega, sembra di capire che il leader politico non vuole lo sbarco in Italia. I funzionari del Viminale si allineano. Il prefetto Bruno Corda, vice capo dipartimento dell’ immigrazione, interrogato, metterà a verbale: “Eseguivo gli ordini”. In quel momento la nave è tra Malta e Lampedusa, competenza della procura di Agrigento. Sono le 16.41 del 24 agosto quando arriva al Viminale un’altra richiesta ufficiale per lo sbarco. Nulla. Anche al porto di Catania, dove la Diciotti attracca con la scusa dello scalo tecnico, i migranti vengono tenuti a bordo. E in quel punto la competenza spetterebbe a Catania. “Cinquanta pagine di accuse nei miei confronti, 5 reati contestati, 30 anni di carcere come pena massima. Di politici ladri, incapaci e codardi l’Italia ne ha avuti abbastanza. Contate su di me, io conto su di voi», ha scritto su Twitter Salvini, sollevando interrogativi maliziosi su come avesse saputo la notizia riservata. “Voi pensate che io abbia paura e mi fermi? – ha aggiunto -. Mai”.

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È morta la turista colpita alla testa da una statua a Napoli, si indaga per omicidio colposo

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E’ deceduta a causa delle gravi ferite riportate la turista padovana di 30 anni colpita domenica pomeriggio alla testa da una statua caduta da un balcone nel centro di Napoli. E’ quanto si apprende da fonti sanitarie. La donna era stata ricoverata all’Ospedale del Mare dopo aver ricevuto le prime cure all’ospedale Vecchio Pellegrini. La turista si trovava in via Sant’Anna di Palazzo, ai Quartieri Spagnoli, per un ultimo giro prima del ritorno a casa previsto nella serata di domenica con un volo in partenza dall’aeroporto di Capodichino. Sull’episodio indaga la Polizia.
La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Napoli, ha individuato l’abitazione dalla quale è precipitata la statuetta che ha provocato la morte della turista padovana di 30 anni colpita domenica pomeriggio alla testa dall’oggetto mentre passeggiava con il fidanzato nel centro di Napoli. Il fascicolo nel quale stanno confluendo le attività di accertamento degli inquirenti il reato ipotizzato passa dalle lesioni colpose all’omicidio colposo.

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‘Benvenuto neonato’, dal Comune di Giffoni Sei Casali bonus di mille euro per ogni bambino

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Mille euro per ogni neonato. E’ l’iniziativa decisa dal Comune di Giffoni Sei Casali, in provincia di Salerno, che presenterà l’iniziativa giovedì 19 settembre, alle ore 18, presso l’aula consiliare. In programma la cerimonia di consegna del bonus “Benvenuto, neonato”, una misura che prevede l’erogazione di un contributo economico una tantum ai bambini nati dall’1 gennaio al 31 dicembre 2023, così come stabilito nella delibera di Consiglio comunale numero 48 del 19/12/2023. Incentivare la natalità e contribuire alle spese per ogni figlio nato o minore adottato: questo l’obiettivo dell’iniziativa fortemente voluta dal sindaco, Francesco Munno.Si tratta di una forma di saluto e augurio che il Comune di Giffoni Sei Casali rivolge ai nuovi nati. Ogni bambino riceverà 1000 euro.

“Il tema della natalità, – affermano il primo cittadino, Francesco Munno e l’assessore alle Politiche Sociali, Angelina Di Muro – è diventato cruciale, per cui è necessario e doveroso che ogni amministrazione intraprenda iniziative e intervenga con misure efficaci per una nuova primavera demografica. Questa Amministrazione si è dimostrata sensibile alla problematica e ha inteso favorire la genitorialità con l’adozione di misure che possano sostenere tutte le famiglie, anche quelle adottive. Certamente non sarà un bonus una tantum a risolvere il problema, non abbiamo tale pretesa, ma è importante che i nostri concittadini che affrontano la genitorialità sentano la vicinanza e il sostegno dell’Amministrazione in un momento così bello ma allo stesso tempo così impegnativo della loro vita”. L’incentivo alla natalità è stato confermato anche per le nascite del 2024.

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Misteri calabresi, Matacena e la madre saranno riesumati: la Procura ha disposto l’autopsia

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La Procura di Reggio Calabria ha disposto la riesumazione della salma di Amedeo Matacena, l’ex parlamentare di Forza Italia morto il 16 settembre 2022 mentre era latitante a Dubai dove si era trasferito da tempo per sfuggire alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa rimediata nel processo “Olimpia”. Lo scrive la Gazzetta del Sud. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Sara Parezzan, riguarda anche la morte di Raffaella De Carolis, la madre di Matacena, deceduta anche lei a Dubai il 18 giugno 2022, tre mesi prima del figlio.

Matacena ufficialmente è morto per infarto del miocardio ma evidentemente la Procura di Reggio Calabria non è convinta e ha aperto un’indagine per accertare la causa del decesso e capire se lo stesso possa essere collegato con quello della madre. Proprio per questo, nei giorni scorsi l’ex procuratore Giovanni Bombardieri, l’aggiunto Stefano Musolino e il pm Parezzan hanno disposto l’autopsia che sarà eseguita dal medico legale Aniello Maiese e dalla tossicologa Chiara David. Mentre la salma di Raffaella De Carolis si trova a Reggio Calabria, l’ex parlamentare Matacena è seppellito al cimitero di Formia. (

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