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Il Psg è un gigante in campo ma dietro le quinte ci sarebbero malumori e giochi di potere: lo svela l’Equipe

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Dieci vittorie di fila nella Ligue, un attacco da paura con Mbappè, Neymar e Cavani che si alternano nello sfondare le reti avversarie: tutto sembra filare liscio nella meravigliosa macchina da guerra che è il Paris Saint Germain eppure… L’allarme arriva da l’Equipe che rivela che non sono tutte rose e fiori alla corte di Nasser El Khelaifi, presidente del club francese, perché fra Antero Henrique, direttore sportivo del Psg e l’allenatore della squadra il tedesco Thomas Tuchel non corre più buon sangue. In particolare Tuchel incolperebbe Henrique di non aver fatto acquistare nel mercato estivo un centrale difensivo. Il giornalista de l’Equipe ricostruisce l’organigramma del PSG nel quale si nota che Antero Henrique dipende direttamente dal Presidente nella piramide che somiglia tanto alla Tour Eiffel simbolo della squadra di Parigi. Ma il suo potere sarebbe in forte diminuzione grazie anche ai risultati conseguiti da Tuchel e al fatto che il tedesco è un bravo comunicatore.

Quando l’allenatore incontrò Arsene Wenger, ex coach dell’Arsenal – secondo l’Equipe – si stabilì una simpatia immediata fra i due. E a quel punto Henrique si sarebbe sentito appeso un filo. Quello che il giornale parigino descrive è una partita a scacchi per il potere all’interno della struttura del Psg dove ognuno cerca di consolidare la propria posizione.
Henrique ha portato due connazionali nel team: un manager, Jaime Teixera, e un addetto alla ricerca di giovani talenti, Joao Luis Alfonso. Poi quest’estate ha nominato direttore tecnico un altro portoghese, Paulo Nora, ex Porto ed ex Shandong Luneng, che ha sostituito l’ex Barcellona Charles Ramagosa. Insomma entrano ed escono uomini dal Psg come fosse una porta girevole in ogni settore così chi ha un ruolo cerca di tenerselo stretto: persino nel settore medico del quale è responsabile ora Laurent Aumont dopo che è andato via Eric Rolland pure lui, sembra, spinto ad andarsene, ci sarebbero delle fibrillazioni. Ma tutto va avanti finché arrivano i risultati sul campo, una sconfitta rischia di far saltare equilibri che sembrano davvero
precari…

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Nations League, per Spalletti solo un pari con la Germania. Ma che pena

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L’Italia esce dalla Nations League dopo un pareggio per 3-3 contro la Germania al Signal Iduna Park di Dortmund, non riuscendo a ribaltare la sconfitta per 2-1 subita all’andata a Milano. 

Nel primo tempo, la Germania ha dominato, portandosi in vantaggio con un rigore trasformato da Joshua Kimmich al 30’. Pochi minuti dopo, una rapida battuta d’angolo di Kimmich ha sorpreso la difesa italiana, permettendo a Jamal Musiala di segnare il 2-0. Al 44’, Tim Kleindienst ha realizzato il terzo gol tedesco con un colpo di testa. 

Nella ripresa, l’Italia ha mostrato una reazione d’orgoglio. Moise Kean ha accorciato le distanze al 53’ sfruttando un errore difensivo tedesco e ha segnato nuovamente al 60’ su assist di Giacomo Raspadori. Nel recupero, Raspadori ha trasformato un rigore, fissando il punteggio sul 3-3. 

Nonostante la rimonta, il risultato non è stato sufficiente per qualificarsi alle semifinali, a causa della sconfitta nella gara d’andata. La Germania affronterà il Portogallo in semifinale e ospiterà la fase finale del torneo. 

Il commissario tecnico Luciano Spalletti ha elogiato la reazione dei suoi nella ripresa, sottolineando la necessità di maggiore attenzione in futuro.

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Juventus, esonerato Thiago Motta: in panchina arriva Igor Tudor

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Cambio in panchina alla Juventus: Thiago Motta è stato ufficialmente esonerato dal club bianconero. La decisione, nell’aria da giorni, è stata comunicata con una nota in cui la società ha ringraziato l’allenatore italo-brasiliano e il suo staff per «la professionalità dimostrata» e per «il lavoro svolto con passione e dedizione».

Tudor nuovo allenatore bianconero

A guidare la Juventus da qui alla fine della stagione sarà Igor Tudor, ex difensore della Juve tra il 1998 e il 2005 e viceallenatore durante la gestione Pirlo nella stagione 2020/2021. Il tecnico croato, classe 1978, inizierà ufficialmente il suo lavoro domani, dirigendo il primo allenamento con la squadra.

La scelta della dirigenza

La società ha deciso di voltare pagina dopo un cammino altalenante, scegliendo Tudor per la sua conoscenza dell’ambiente e per il suo stile di gioco aggressivo, già mostrato nelle sue esperienze in Serie A e in Ligue 1. La speranza del club è quella di ottenere la qualificazione alla prossima Champions League e ricostruire un progetto tecnico solido.

 

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F1: doppietta McLaren in Cina, Ferrari squalificate

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Secondo gran premio di stagione e per la Ferrari la casella podio resta vuota. E c’è di peggio perché in Cina sono arrivate post gara le squalifiche per entrambi i piloti di Maranello: a Charles Leclerc per violazione del peso della sua monoposto (sotto di un kg) e a Lewis Hamilton per il pattino posteriore risultato al di sotto dello spessore minimo richiesto dal regolamento tecnico. Insomma, azzerati i pur modesti quinto e sesto posto con cui i due avevano rispettivamente chiuso il gp a Shanghai e zero punti per il Cavallino.

E pensare che il guizzo di Lewis Hamilton nella Sprint (prima vittoria con la Rossa) aveva in qualche modo illuso anche sulle potenzialità della SF-25, che invece in Cina, dopo l’esordio a Melbourne, non ha nemmeno sfiorato il podio. In una gara dominata dalle McLaren, alla prima doppietta di stagione, con Oscar Piastri che ha completato il suo week end perfetto con pole e vittoria – la terza in carriera – davanti al compagno di scuderia e leader del mondiale Lando Norris e alla Mercedes di un ottimo George Russell, le Ferrari erano comunque apparse spente.

A condizionare la gara, almeno quello del monegasco, prima della tegola successiva, sicuramente il contatto con il compagno di squadra in avvio che lo ha costretto a correre i 56 giri sul circuito di Shanghai con l’ala anteriore rotta. Un episodio che ha frenato Leclerc, ma comunque i rapporti di forza al momento restano chiari: superiorità indiscutibile della McLaren che si porta a casa il bottino pieno confermandosi la macchina da battere con una gara dominata dall’inizio alla fine. Il 23enne australiano, partito in pole, è rimasto sempre al comando dando quasi l’impressione di non spingere al 100%, ma pensando (come pure Norris) a gestire il vantaggio sugli avversari. Primo fra tutti Russell, che si è visto superare da Norris in avvio ma poi ha tenuto il passo nonostante alle spalle prima Leclerc e poi Verstappen abbiano tentato l’assalto al podio. Vanificati dal pilota Mercedes che ha alzato il muro prendendosi d’autorità il terzo posto. Subito dietro l’olandese della Red Bull che dopo una partenza disastrosa ha beneficiato di un pit stop salvifico che lo ha riproiettato in avanti, fino al bel sorpasso nei giri finali ai danni di Leclerc sul lungo rettilineo della pista cinese.

La macchina campione del mondo mostra comunque dei limiti, attutiti dall’abilità di Verstappen, evidenti invece guardando al compagno di team Liam Lawson quasi doppiato. La gara di Hamilton, prima che arrivasse la sanzione, era da decifrare: il team principal Fred Vasseur difende la scelta di aver fatto fermare una seconda volta il britannico con l’obiettivo di agguantare il podio. Ma sir Lewis non mostra ritmo dopo il cambio gomme: con questa mossa perde la quinta posizione (dopo avere ceduto già la quarta) e non riesce nemmeno ad aiutare Leclerc dall’assalto (riuscito) di Verstappen che pure in partenza si era visto superare da entrambe le Ferrari. “Non penso che stiamo tantissimo indietro, ma sappiamo che dobbiamo continuare a spingere – le parole a caldo di Vasseur – Sicuramente quando perdi metà dell’ala quello che ha fatto Leclerc è stato quanto di meglio. Più difficile capire quanto fatto da Lewis, ma lo stop per le gomme visto il degrado era giusto e non ha cambiato il risultato”.

E non c’è risposta al quesito su cosa sarebbe potuto cambiare se fosse stata cambiata l’ala alla monoposto di Leclerc, convinto addirittura che poteva vincere. “Onestamente la vittoria era alla portata, il passo era veramente buono, quello che è successo alla partenza non è colpa di nessuno, ma con quel danno non si poteva fare meglio” le parole di Leclerc. Al suo secondo gp dei grandi, Kimi Antonelli con la Mercedes porta a casa altri punti, e se non era contento dell’8/o posto forse il 18enne pilota emiliano cn due guadagnati per le squalifiche Ferrari può sorridere di più. A esultare di sicuro le McLaren, “week end super, è la vittoria che merito” le parole di Piastri. Tra due settimane si corre in Giappone e per la Ferrari test verità.

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