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Esteri

Il primo drone su San Pietroburgo, Kiev rivendica

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 I droni ucraini continuano a colpire in profondità nel territorio russo. Un velivolo senza pilota è stato abbattuto per la prima volta sopra San Pietroburgo, quasi mille chilometri dal confine, cadendo tuttavia su un deposito di gasolio che ha preso fuoco. L’attacco, di cui ha dato notizia il sito locale russo Fontanka, è avvenuto nel distretto di Kolpino, a sud-est del centro, ed è stato rivendicato come altri recenti dai servizi segreti militari di Kiev.

Viene così confermata la strategia ucraina di continuare ad alimentare l’insicurezza tra i cittadini russi a grande distanza dalla linea del fronte, anche se continuano anche i bombardamenti sulle zone di frontiera, e proprio per questo il presidente Vladimir Putin ha detto che occorre creare una fascia di sicurezza “smilitarizzata” in Ucraina. Questa fascia dovrebbe essere a una distanza sufficiente per “garantire la sicurezza” dei cittadini russi dalle “armi a lungo raggio, prima di tutto quelle occidentali”, che le forze di Kiev usano per i loro bombardamenti, ha detto Putin incontrando gli attivisti del suo comitato elettorale in vista delle presidenziali di marzo, in cui correrà per un quinto mandato.

Il presidente ha anche detto che le indagini in corso hanno confermato che proprio un missile ucraino lanciato da un sistema americano Patriot ha abbattuto un aereo da trasporto russo il 24 gennaio nella regione di Belgorod mentre trasportava 65 prigionieri ucraini ad uno scambio. Il capo del Cremlino ha aggiunto di non sapersi spiegare perché gli ucraini lo abbiano fatto, ipotizzando che si sia trattato di un atto di “negligenza”, ma ha detto che Mosca è pronta ad accogliere esperti stranieri per una “inchiesta internazionale”. Da parte loro le autorità di Kiev non hanno ancora confermato né smentito di essere state responsabili dell’abbattimento, né la presenza a bordo dei prigionieri. L’incidente non ha tuttavia fermato le operazioni di scambio di prigionieri. Oggi 195 soldati ucraini sono stati liberati dai russi in cambio di altrettanti ucraini.

A Kiev, intanto, non si placano le voci sulla presunta intenzione di Volodymyr Zelensky di rimuovere il comandante delle forze armate, Valery Zaluzhny, ai ferri corti con il presidente da quando, in novembre, ha dichiarato il fallimento della controffensiva ucraina affermando che la guerra era entrata in un fase di stallo che favoriva i russi. Secondo il Times, Zelensky aveva già licenziato lunedì Zaluzhny, ma si è trovato costretto a fare marcia indietro sotto “le pressioni degli alti comandanti militari e dei partner internazionali”. Oltre che per il fatto che a cui si è rivolto scelti per sostituire il comandante hanno rifiutato l’offerta. A Bruxelles, intanto, durante il Consiglio dei ministri della Difesa Ue, fonti qualificate hanno detto che nel 2024 l’Ucraina può già contare su forniture militari pari a un controvalore di “almeno 20 miliardi di euro”.

Una cifra indicata sulla base delle promesse di nove Stati membri. Domani il passaggio più delicato, con i ministri degli Esteri chiamati a discutere tra l’altro i nuovi finanziamenti a Kiev per 50 miliardi, osteggiati dall’Ungheria. Nel frattempo una commissione del Senato americano ha approvato una legge che prepara il terreno all’esproprio degli asset russi congelati per consegnarli all’Ucraina. Un provvedimento senza precedenti, che però dovrà essere approvato dal Senato e dalla Camera prima di andare alla firma del presidente Joe Biden.

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Economia

Corte russa sequestra 463 milioni beni a Unicredit Russia

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Una Corte di San Pietroburgo ha posto sotto sequestro conti e proprietà di Unicredit in Russia per un valore di quasi 463 milioni di euro. La decisione è stata presa su istanza della Ruskhimalyans, un’impresa per la produzione di gas liquido partecipata di Gazprom, nell’ambito di un contenzioso. Lo riferiscono le agenzie russe. La misura riguarda Unicredit Russia e Unicredit Ag, la banca tedesca del gruppo che controlla la filiale russa.

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Esteri

Seattle, uccide figlio di 9 mesi mentre dorme e incolpa i demoni

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Dion Lamont Montgomery, un uomo di 35 anni di Seattle, è stato arrestato e accusato di omicidio di primo grado per aver sparato al figlio di 9 mesi mentre stava dormendo. L’uomo e’ rinchiuso nel carcere di King County con una cauzione di 5 milioni di dollari. Montgomery ha detto che aveva assunto una droga che può causare allucinazioni, deliri ed estrema agitazione, e ha incolpato i demoni di quanto successo. Come riportano i media Usa, la polizia è stata chiamata per una sparatoria intorno alle 18.30 di mercoledi’ in un’abitazione del quartiere Magnolia, e una volta sul posto una donna ha detto loro che suo figlio era stato colpito. Il bambino è stato dichiarato morto sul posto, e dai documenti del tribunale emerge che dopo la sparatoria Montgomery ha sparato a due persone e poi e’ scappato, ma nessuno è rimasto ferito. L’uomo ha detto agli inquirenti di aver fatto uso di fenciclidina, una sostanza allucinogena di sintesi a base di piperidina, mentre la madre del bimbo (arrestata e poi rilasciata), ha dichiarato che si trovava in bagno quando ha sentito gli spari.

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Esteri

Ucraina: immagini satellite confermano, distrutti 3 caccia russi

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Nuove immagini satellitari che mostrano le conseguenze di un attacco ucraino alla base aerea di Belbek, nella Crimea occupata, hanno confermato la distruzione di tre caccia russi, oltre ai danni subiti da un quarto velivolo da combattimento: le immagini, riporta Ukrinform, sono state pubblicate su X dal giornalista investigativo del New York Times, Christiaan Triebert. “Nelle immagini di Maxar, due MiG-31 e un Su-27 sono stati completamente distrutti e un MiG -29 è stato danneggiato nella base aerea di Belbek dell’Aeronautica russa nella Crimea occupata – ha scritto Triebert -. Anche un deposito di carburante vicino alla pista principale della base aerea è stato distrutto e i detriti hanno continuato a bruciare” dopo l’attacco avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì.

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