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Cronache

Giudice di Bologna convalida l’arresto per 3 ambientalisti

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 Facce stanche e occhi lucidi, che alla fine non trattengono le lacrime. Ettore, Mida e Silvia, due capi scout e una ricercatrice, ma soprattutto attivisti di Ultima Generazione arrestati ieri a Bologna per aver bloccato per circa sessanta minuti la tangenziale, a metà pomeriggio escono dalla Questura e riabbracciano i loro compagni in presidio. Dopo una notte ai domiciliari e una mattinata in Tribunale per la convalida del loro arresto, hanno ancora la forza di rivendicare le loro battaglie: “Le misure repressive verso qualsiasi atto di dissenso sono in aumento – dice Silvia – questo è il momento di entrare in disobbedienza civile, è questo il momento perché le auto che abbiamo bloccato ieri potrebbero essere sott’acqua tra qualche mese. Noi non ci fermeremo”.

La giudice del Tribunale di Bologna, Francesca Zavaglia, ha convalidato l’arresto dei tre attivisti per i reati di violenza privata aggravata e danneggiamento, ma non per l’accusa di interruzione di pubblico servizio aggravata. Per due di loro (Ettore e Silvia) la giudice ha disposto il divieto di dimora a Bologna, mentre per la terza (Mida) l’obbligo di firma alla pg. La Procura (pm Luca Venturi) aveva chiesto per tutti e tre i domiciliari.

L’udienza preliminare del processo è stata fissata al 30 novembre. Intanto fuori dal Tribunale Ultima Generazione ha dato vita ad un presidio per sostenere i tre arrestati e non contenti delle misure cautelari inflitte ai loro compagni, gli ambientalisti solidali, una trentina in tutto, al termine dell’udienza sono partiti in corteo verso la Questura intonando canti e slogan. “Se non mi processi, io non me ne vado” è il mantra ripetuto più volte davanti agli uffici di piazza Galilei, dove il gruppetto di ambientalisti – molti dei quali già denunciati per il blitz di ieri in tangenziale – ha provato ad entrare nell’ufficio denunce, trovando sulla sua strada un cordone di poliziotti in borghese. L’intento degli attivisti era quello di autodenunciarsi, per gli stessi reati di cui sono accusati i loro compagni, “perché non è giusto – hanno spiegato – che loro siano stati arrestati e noi no”.

La tensione è salita, con un faccia a faccia tra ambientalisti e poliziotti che è andato avanti quasi due ore, ma alla fine Ultima Generazione è tornata sui suoi passi: “Vista la tragedia di questa notte, ci dobbiamo organizzare per andare a spalare il fango in Toscana”. “Mi sento confuso e arrabbiato – dice alla fine Ettore – perché non è denunciando noi che fermeranno il cambiamento climatico, non daranno un obbligo di firma al fiume che deve stare nei suoi argini se esonda, non riusciranno a permettere alla pioggia di non cadere e non riusciranno a fermare le alluvioni. Ogni anno aumentano i danni, i dispersi, i morti e non è denunciando noi che questa cosa verrà fermata”.

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Aggrediscono un uomo dopo una lite, arrestati due fratelli

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I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Termini Imerese, su richiesta della procura, nei confronti di due fratelli di 39 e 35 anni, di origine balcanica, accusati di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e minaccia. Le indagini sono scattate dopo una lite tra i due indagati e un 40 enne loro connazionale in un bar a Campofelice di Roccella, scoppiata una sera ad inizio del mese di aprile. In poco tempo i militari sono riusciti a risalire agi autori del raid che dopo il diverbio hanno organizzato una spedizione punitiva contro la vittima. Gli indagati infatti, avrebbero rintracciato la vittima e l’avrebbero aggredita nel suo appartamento con calci e pugni davanti alla moglie e al figlio minore.

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G7: Scontri al corteo, polizia respinge gli antagonisti

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Serata di tensione, nel centro di Torino, per il corteo contro il G7 promosso dal centro sociale Askatasuna e dai collettivi studenteschi, nel primo giorno della riunione dei ministri dell’Ambiente alla Reggia di Venaria. La polizia ha usato prima gli scudi per respingere i manifestanti poi ha fatto ricorso a idranti e lacrimogeni, infine anche a qualche manganellata. I manifestanti, che volevano dirigersi verso gli alberghi che ospitano le delegazioni e Palazzo Madama, sede della serata di gala, hanno continuato a spostarsi nel centro cittadino cercando varchi, ma i cordoni di polizia hanno chiuso ogni possibile accesso. Dal corteo sono state lanciate a più riprese uova, fumogeni e qualche bottiglia contro le forze dell’ordine. Il primo momento caldo a poche decine di metri dalla partenza del corteo, da Palazzo Nuovo, la sede universitaria dove militanti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi si erano riuniti in assemblea. La polizia ha subito fatto indietreggiare i manifestanti all’imbocco di via Po. Il corteo si è poi ricomposto e diretto verso altre zone del centro nel tentativo di avvicinarsi il più possibile alle zone transennate, dove si sono verificati altri momenti di tensione. Vicino al cinema Massimo alcuni antagonisti hanno lanciato tavolini di un dehors e sono stati fatti indietreggiare anche con qualche manganellata. Nel pomeriggio erano stati gli attivisti di Extinction Rebellion a prendersi la scena salendo a sorpresa sul tetto di un edificio in piazza Carlo Emanuele II, sede della facoltà di biologia, da dove hanno mostrato uno striscione con la scritta ‘The king is nake, G7 is a scam’ (Il re è nudo, il G7 è una presa in giro’.). Poi gli attivisti avevano bloccato una strada ballando al ritmo della musica techno: una cinquantina le persone identificate dalla Digos della questura di Torino che durante le perquisizioni ha sequestrato corde da arrampicata e coltellini modello svizzero.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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