Il centro politico italiano, quel territorio che per decenni ha rappresentato la spina dorsale del sistema con la Democrazia Cristiana, torna sotto i riflettori. Ma più che un ritorno ordinato, sembra un affollato ingorgo. Sabato 18 gennaio sarà una giornata simbolica e intensa per i nostalgici del centrismo, con eventi e convegni che cercano di rilanciare un’idea politica che molti ritengono ormai relegata alla storia.
Due eventi, due visioni del centro
A Milano, Graziano Delrio con la sua “Comunità democratica” darà vita al convegno “Creare legami, guarire la democrazia”. Qui, personalità di spicco del cattolicesimo democratico come Romano Prodi e Pierluigi Castagnetti discuteranno del futuro del centrosinistra, con un occhio di riguardo per quelle “esperienze civiche” che oggi tendono verso l’astensionismo.
A Orvieto, invece, l’assemblea nazionale di “Libertà Eguale” vedrà protagonisti esponenti della cultura politica liberale e riformista come Paolo Gentiloni, possibile leader di una “Margherita 2.0”, e Stefano Ceccanti. Due approcci paralleli che mirano a ricostruire il centro del centrosinistra, ma con rischi evidenti di dispersione.
La nostalgia della Balena Bianca
Nel frattempo, sul fronte del centrodestra, Gianfranco Rotondi rilancerà la Democrazia Cristiana con tanto di simbolo storico. “Siamo pronti per una nuova Balena Bianca”, ha dichiarato, sottolineando che la porta è aperta a chiunque voglia unirsi al progetto.
Il nodo dei voti e l’incertezza del centro
Il grande ostacolo per questi movimenti rimane la frammentazione del bacino elettorale. Secondo Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli, solo l’8% degli italiani si identifica come centrista, e la metà di questi auspica un grande partito cattolico. Tuttavia, l’attrazione verso una “terza via” appare limitata, schiacciata dalla logica bipolare.
Progetti come quello di Vincenzo Spadafora, che si appresta a lanciare il movimento Primavera, si sommano alle già consolidate presenze di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Un’offerta politica affollata che rischia di frammentare ulteriormente il consenso.
Il parere degli scettici
Tra i tanti promotori di iniziative, spicca l’assenza di Clemente Mastella, figura storica del centrismo italiano. Con un pizzico di disillusione, Mastella ha commentato: “Vedrete che alla fine tutto resterà così com’è. Purtroppo.”
Uno spazio incerto
Il fermento intorno al centro dimostra che il desiderio di una politica moderata e riformista esiste ancora. Tuttavia, la difficoltà di creare un’unità d’intenti e la pressione di un sistema politico sempre più polarizzato lasciano dubbi sull’effettiva possibilità di un nuovo inizio per il centrismo italiano.