Collegati con noi

Cronache

Falsa onlus per badanti vere fatte lavorare in nero, arrestate due donne

Pubblicato

del

Attraverso una falsa associazione no profit denominata “Badante Brava”, con un sito web reclutavano aspiranti badanti da Russia, Bielorussia o Ucraina, che poi facevano lavorare in nero in Lombardia e Piemonte. Di questo sono accusate due donne, a loro volta dell’est Europa, arrestate dalla Guardia di Finanza di Varese in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, assieme ad altri sette collaboratori (di cui cinque ai domiciliari) per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina e del lavoro nero. La finta onlus aveva sedi a Milano, Varese e Torino e avrebbe fatto lavorare come badanti oltre 50 donne, tutte irregolari in Italia, solo tra ottobre e dicembre 2018.

Le badanti dell’est Europa reclutate dovevano pagare fino a 700 euro per entrare nel circuito della falsa onlus e fino a 3 mila euro per le pratiche relative ai documenti per rimanere in Italia. Le due donne arrestate sequestravano tutti i passaporti fino a quando non incassavano tutti i soldi per poi sistemarle in alloggi in condizioni degradanti al prezzo di 8 euro al giorno in attesa dell’impiego. Attraverso le sedi in appartamenti di Milano, Torino e Varese, le due titolari del giro di sfruttamento delle lavoratrici avevano clienti in tutte e tre le province. In carcere, oltre alle due donne, anche un informatico che gestiva il sito di reclutamento badanti e un collaboratore incaricato di riscuotere il denaro.

Advertisement

Cronache

Processo sui conti della Juve aggiornato al 10 maggio per le richieste di aspiranti parti civili

Pubblicato

del

Inchiesta Juventus, udienza aggiornata al 10 maggio: la Juve ed Ernst & Young sono state citate come responsabili civili nel processo sui conti della società bianconera. Il giudice dell’udienza preliminare, Marco Picco, oggi a Torino nel corso dell’udienza, ha accolto una richiesta di alcune aspiranti parti civili, per questo motivo è stata aggiornata per discutere ulteriormente il loro ingresso nel processo. La Juventus è già presente fra gli imputati del procedimento in qualità di persona giuridica.

Gli imputati sono 13, fra cui Andrea Agnelli e la stessa società. Del collegio di difesa fa parte anche l’avvocata Paola Severino, già ministro della Giustizia fra il 2011 e il 2013.
Nella maxi aula non erano presenti  Cristiano Ronaldo né Paulo Dybala:i calciatori potrebbero rivendicare dalla società bianconera una parte degli stipendi arretrati. Tra i presenti figurano la Consob e gli avvocati di una trentina di piccoli azionisti e di alcune associazioni, tra cui il Codacons e il Siti (Sindacato Italiano tutela investimenti).

Continua a leggere

Cronache

Abodi a Napoli, palestre meritano aiuto per difficoltà

Pubblicato

del

“Le palestre sono un presidio di socialità e poi naturalmente di legalità. Questa mia visita stamattina è la dimensione più profonda del mandato che mi è stato affidato, perché è facile occuparsi dello sport di vertice o anche a livello industriale, ma credo che il senso di un ministro dello Sport si ritrovi nella dimensione sociale di queste palestre, di queste realtà che sono meritevoli di attenzioni non in una giornata speciale ma ogni giorno”. Lo ha detto il ministro dello sport Andrea Abodi a Napoli a margine della sua vista all’impianto Polifunzionale di Soccavo, punto di riferimento per l’ampia area occidentale di Napoli, e nel cuore del Parco San Paolo, in cui i giovani affrontano spesso problemi sociali.

Abodi ha incontrato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, ma anche Patrizio Oliva e Diego Occhiuzzi, ex campioni mondiali nella boxe e nella scherma che ora gestiscono la palestra “Milleculure” nel centro Polifunzionale: “Quello che viene fatto qui – ha detto Abodi – come in tanti altri luoghi del nostro Paese merita qualcosa di più, anche il superamento delle difficoltà, perché quando si viene in luoghi come questo si gioisce per quello che si vede, l’entusiasmo delle persone, i bambini, la presenza di tanta gente che senza un’agenzia educativa come questa magari sarebbe in mezzo a una strada e senza un obiettivo, una regola. A volte si ha la certezza che lo sport, non dico si sostituisca, ma in qualche modo svolga pienamente di più la funzione rispetto ad altre agenzie educative che le hanno un po’ perse e mi auguro possano ritrovare. Lo dico senza mancare di riguardo alla scuola che è un presidio assoluto o alla famiglia che rimane un punto di riferimento inevitabile. Ma è evidente che vivendo mezza giornata qui ci si rende conto di quanto questa realtà educhi più di tante altre e quindi abbia bisogno di un ascolto costante. Ci vorrebbe semplicemente la capacità di osservare, ascoltare, rispettare e comportarci da parte nostra di conseguenza, perché le piccole e grandi problematiche possano essere affrontate con spirito nuovo. Il ministro vicino a realtà come queste, altrimenti non avrebbe senso avere un ministro per lo Sport”.

Abodi ha parlato concretamente della volontà di stanziare fondi: “Questo vale per Napoli – ha detto – così come per altre realtà, delle grandi città ma anche delle periferie sociali dell’Italia. Le risorse paradossalmente non mancano, dobbiamo scardinare meccanismi che a volte sono burocratici, dobbiamo far nascere progettualità e dove c’è la volontà come qui non è pensabile che non si trovino soluzioni”.

Continua a leggere

Cronache

Zia della bimba morta di stenti: mia sorella deve pagare

Pubblicato

del

“Diana era la bimba più bella del mondo, non si meritava tutto questo, lei deve pagare per ciò che ha fatto”. Lo ha detto ai cronisti Viviana Pifferi, sorella di Alessia, la 37enne che era presente stamani alla prima udienza del processo in cui è accusata di omicidio volontario aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola in casa per sei giorni. La sorella, anche lei in aula in Corte d’Assise a Milano e con una maglietta addosso con stampata la foto della nipote, e la madre della 37enne, nonna della piccola, saranno parti civili nel processo contro Alessia Pifferi.

Stamani il processo, davanti alla Corte presieduta da Ilio Mannucci Pacini, è stato subito rinviato al prossimo 8 maggio, perché nei giorni scorsi Alessia Pifferi ha cambiato ancora una volta difensore. Poi, ha richiamato il precedente legale, il quale alla fine ha rinunciato al mandato. Ora è assistita dall’avvocato Alessia Pontenani, la quale ha chiesto termini a difesa essendo stata nominata solo qualche giorno fa. Rinvio concesso dai giudici data la “delicatezza e complessità del procedimento”. Nella prossima udienza, come ha spiegato il legale Emanuele De Mitri che le rappresenta, la madre e la sorella di Alessia Pifferi, rispettivamente nonna e zia della bimba, si costituiranno parti civili contro la 37enne, in carcere da fine luglio scorso nell’inchiesta della Squadra mobile di Milano, coordinata dai pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro.

La Procura ha contestato nell’imputazione di omicidio volontario anche l’aggravante della premeditazione, oltre a quelle di aver ucciso la figlia e dei motivi futili e abietti. La piccola, scrivono i pm nell’imputazione, venne lasciata “priva di assistenza e assolutamente incapace, per la tenerissima età, di badare a se stessa, senza peraltro generi alimentari sufficienti e in condizioni di palese ed evidente pericolo per la sua vita, pure legate alle alte temperature del periodo”. Tutto ciò causò “nella minore una ‘forte disidratazione'” che portò alla morte. Dopo aver chiuso la porta di casa, la donna se ne era andata dal compagno (non padre della bimba) in provincia di Bergamo. La 37enne nel processo rischia la condanna all’ergastolo (aveva provato a chiedere il rito abbreviato, ma l’istanza è stata respinta in base alle normative). La difesa potrebbe puntare su un’istanza di perizia psichiatrica per valutare un eventuale vizio di mente al momento dei fatti. “Deve pagare”, ha ripetuto la zia in lacrime. Nella prossima udienza saranno trattate le questioni preliminari e la fase della ammissione prove. Il processo, ha spiegato il presidente della Corte, sarà trattato “tra la seconda metà di giugno e la prima metà di luglio” e si potrebbe chiudere anche prima dell’estate. Oppure a settembre.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto